Fabrizio Emigli – Faccio sul serio (Sopra c’è gente, 2024)

“Faccio sul serio”, il nuovo disco per il cantautore romano Fabrizio Emigli, uno degli ultimi esponenti del mitico Folkstudio, contiene dieci tracce con gli arrangiamenti curati da Edoardo Petretti. In apertura troviamo “Non trovo pace” (“E poi strappo via bestemmie al cielo fino a svegliare Dio, mi scopro ad occuparlo, il cielo, perché da sempre è il posto mio”) sostenuta da pianoforte, chitarra acustica e basso, seguita da “Alina ballava benissimo” (“Alina ballava benissimo che s'impallavano le orbite in volo, cadevano giù come intonaco scaglie dal cielo, Alina ballava benissimo poi le nascosero i sogni e i vestiti, frugò nelle tasche di dio per riaverli sgualciti”), cullata dalla fisarmonica e dal contrabbasso. Arpeggi di chitarra classica, batteria e archi accarezzano “Faccio sul serio” (“Seguivo i tuoi fianchi nei passi del tango e mi svegliai fra i tuoi baci di spine, cercavo gli accordi del tuo addio in sottofondo, mentre sganciavi il cuore oltre il confine”). La successiva “Mezzafaccia” (“Sia maledetto il silenzio fuori e dentro le chiese e che irrompa la fine su queste attese”) ha un andamento jazz. Le chitarre e il mandolino di Paolo Giovenchi si intrecciano al pianoforte e al violoncello in “Non rivestirti mai più” (“Tutto ci sembra di sfuggirci di mano da mani che tremano, ormai. Questo continuo aggrapparci a qualcosa che non lascerai”). Emigli omaggia Francesco De Gregori con “Bene”, uno dei brani più belli e intensi, proposto con un nuovo interessante arrangiamento. Un tappeto di archi e pianoforte colora “Le tre cose che so” (“Questa notte anche il sonno è in ritardo e la luna è un petardo che non fa rumore, passeremo dal buio al chiarore nell'istante più breve che c'è”). “Abbracciami” (“Vorrei spezzare il pane in un boccone, toccare il cielo dal balcone e poi dividerlo con te, vorrei trovare sempre una ragione tra le parole che si perdono e dopo non ritornano più qui”), scritta con Edoardo De Angelis, è completamente acustica, solo con voce e chitarra. Ritroviamo l’iniziale “Non trovo pace" in versione orchestrale, invece “Passo a prenderti col tram” (“Ti staccherò un assegno per farci un origami o una cambiale in bianco per scriverci che m’ami, svuoto un sacchetto di lavanda nelle tasche e passo a prenderti col tram”) chiude il disco con i suoi ritmi swing, sottolineati dai fiati. Un ottimo ritorno che mostra le valide qualità di Emigli con una sua scrittura originale, melodie orecchiabili, una voce molto personale e degli arrangiamenti raffinati che valorizzano le composizioni. Possiamo dirlo senza problemi che “fa veramente sul serio”, ma non avevamo dubbi. 


Marco Sonaglia

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