La Viuleta, Rassegna di canto spontaneo, Viù (To), 13-15 settembre 2024

Un esempio luminoso di Tradizione in movimento.

Il canto polifonico di tradizione orale popolare in Italia esiste ancora. Esiste in un continuum storico, senza interruzioni temporali, passato da una generazione all'altra anche se, nello spazio, si è molto ridimensionato. Permane, o resiste, in alcune aree geografiche “marginali” o di confine da Nord a Sud e in particolare in alcuni luoghi delle Alpi e degli Appennini, fuori dai grandi centri urbani. Non si può certamente parlare di una permanenza archeologica culturale, tutto è sempre in movimento, ma sicuramente si può distinguere da altri generi ed esperienze, come ciò che si considera per folk revival o qualsiasi forma di rappresentazione, spettacolarizzazione, “messa in scena”. In genere, chi vive la cultura del canto di tradizione orale, nel momento in cui canta non ha intenzione di rappresentare qualcosa che non sia sé stesso. Un “se” che di fatto è un “noi” in quanto polifonia, struttura necessaria per la realizzazione dell'evento. Si tratta di qualcosa di molto trasversale. Tale prassi è definita anche “canto spontaneo”. Definizione che può essere fuorviante ma, in un certo senso, pertinente. La spontaneità sta nell'azione, nella condivisione di intenti ma certo non nell'estetica in quanto, tale prassi, necessita di regole e strutture precise. Ed è in queste regole e forme estetiche che emergono più alla luce le differenze con altre modalità
di canto: un certo tipo di emissione sonora e dell'uso della voce, del corpo, gli scambi tra le parti, sono alcune delle caratteristiche di questa tradizione. Una prassi che non è riproducibile correttamente se non si è “dentro” a questa cultura, se non la si conosce profondamente. Ma questo scritto non vuole essere un saggio sul canto polifonico di tradizione orale quanto un resoconto di un festival dedicato ad esso. In un paese sulle Alpi Occidentali piemontesi, nell’area della Città Metropolitana di Torino, si tiene la Viuleta, rassegna di canto spontaneo e musica dell'arco alpino. Siamo a Viù, nelle Valli di Lanzo, regione montana di minoranza linguistica storica francoprovenzale. In queste Valli continua senza interruzione temporale il canto di tradizione orale così come la musica e la pratica della danza ancora connessa al rito. La Rassegna nasce nel 2019, con una interruzione a causa della pandemia, ed è quindi alla V edizione. Un'edizione straordinaria che ha visto il coinvolgimento di oltre centotrenta cantori ospiti, più molti altri arrivati per cantare liberamente. Tre giorni di metà settembre rispettivamente incentrati su tre temi: “Festa di apertura”, “La via dei canti”, “Le vie del sacro”. 

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