Ensemble Nasim-e Tarab, diretto da Saeid Kordmafi, Auditorium Santa Margherita, Venezia, 25 Settembre 2024

La collaborazione fra la Fondazione e l’Università Ca’ Foscari e l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati (Fondazione Cini) ha realizzato una vera e propria meraviglia proponendo all’Auditorium Santa Margherita-Emanuele Severino a Venezia l’ensemble ideato dal musicologo, compositore e musicista (santur) iraniano Saeid Kordmafi, virtuoso di musica classica iraniana e docente di Musicologia del Medio Oriente presso la SOAS University di Londra. Con lui, in semicerchio, sono saliti sul palco dell’auditorium Mehdi Emami, voce e tamburi a cornice, Siamak Jahangiri, flauto ney, Saeid Nayeb Mohammadi, oud e Hamid Ghanbari, zarb e tamburo a cornice. Il pubblico ha risposto alla loro musica, inedita, con estrema partecipazione. Non poteva essere altrimenti: già dalle prime note, santur e voce hanno dialogato con tale presenza, precisione e fluidità da catturare l’attenzione di tutti, complici le qualità vocali fuori dal comune di Mehdi Emami per timbro, dinamiche ed intonazione, sempre impeccabili. Altrettanto superlative sono state le linee melodiche, sia soliste, sia di supporto ai colleghi di Siamak Jahangiri, con un registro basso che evoca anche materialmente il ventaglio sonoro del kamancheh. 
Il programma ha proposto una “meta-suite” di brani ispirati al repertorio (radif) dell’arte musicale persiana; le composizioni originali di Kordmafi traggono ispirazione da elementi (generi, cicli ritmici, modi musicali) tratti dalle vicine tradizioni mediorientali e centroasiatiche del maqām. Questa ricerca “beyond nation”, oltre i nazionalismi, caratterizza il fondo di ricerca europeo (ERC) che ha dato origine alla collaborazione fra l'Università SOAS di Londra e l'Università Ca' Foscari di Venezia, nonché ad altre collaborazioni intorno ai maqām, nello spirito con cui Giovanni De Zorzi ha organizzato in questi anni i laboratori e concerti Birun fra Fondazione Cini e Ca’ Foscari.  Con grande gusto e sapienza, Saeid Kordmafi ha confezionato per il Nasim-e Tarab Ensemble composizioni originali alternate a brani tradizionali della musica d’arte persiana selezionati in un ampio arco temporale che va dal XVII al XXI secolo, mettendo in evidenza le pratiche creative e le interdipendenze storico-culturali nel Medio/Nord Oriente e nell'Asia centrale. Attorno a liriche a carattere spirituale vicine al sufismo persiano, Kordmafi sa mettere elegantemente in relazione aspetti ritmici, formali e modali dalle tradizioni unite dalle pratiche maqām, proponendo brani esistenti che attingono ai repertori pre-moderni e moderni della regione, arrangiati e interpretati tenendo come
riferimento l'estetica della musica classica iraniana contemporanea. Il concerto ha, dunque, materializzato sonorità che esemplificano come si possa raccogliere l’invito di “Maqam Beyond Nation” spingendo le forme canonizzate di “cultura nazionale” a “liberarsi” (in parte) dalla dimensione nazionale, in direzione di dialoghi e sperimentazioni creative e di espliciti scambi e intersezioni culturali transfrontaliere. Saeid Nayeb Mohammadi all’oud e Hamid Ghanbari, zarb e tamburo a cornice, hanno messo tutta la loro maestria ritmico-armonica al servizio dell’ensemble, rendendola al contempo fluida e perfettamente scandita. Il quintetto ha eseguito quattro sotto-suite (majleses) di brani metrici e a ritmo libero. La prima, Majles, Darâmad, ha proposto, inizialmente un ritmo libero; poi il Pishrow, “Dar Bâgh” (Nel giardino), con il ciclo metrico Murabba' (13 battute) composto da Saeid Kordmafi; il ritmo libero è tornato con l’Âvâz nel maqam Homâyun-Segâh; per poi chiudere con l'Amal “Sarv-e Bâlâ” (Alto cipresso), combinazione dei cicli metrici Navâkht e Savâreh (7 e 13 battute), composti da Saeid Kordmafi. La seconda mini-suite, anch’essa aperta dal santur, ha proposto il ritmo libero Gardâniyyeh per introdurre lo strumentale “Chahârmezrâb neyriz” (di Saeid Kordmafi) e poi il brano a ritmo libero “Âvâz in maqam Neyriz”, per chiudere con Robâ'i Homâyun, con un ciclo metrico
Maṣmudi Kabir (8 battute) composto da Saeid Kordmafi. Il flauto ney di Siamak Jahangiri ha aperto e fatto salire la tensione introducendo la terza mini-suite, articolata in nell’Âvâz del maqam “Dashti-Nahâvand”, a ritmo libero, per poi eseguire “Naqsh Nahâvand Kabir, basata sul ciclo metrico Ravân (7 battute), attribuito a Abdolqader Maraghi (†1435), arrangiato da Saeid Kordmafi. Ha chiuso il concerto (prima di un breve bis) il quarto Majles, aperto. da “Sâz Samâ'i Hejâz”, basato sul ciclo metrico Aksak Samâ'i (10 battute), composto da Veli Dede (†1860), arrangiato da Said Kordmafi. È seguito l’Âvâz Bakhtiâri, a ritmo libero e il Tasnif “Eysh-e Modâm” (Piacere continuo) sul ciclo metrico Aqṣâq (9 battute), basato sul Muwashshaḥ Maḥtiâli attribuito ad Abu Khalil Qabbâni, arrangiato da Saeid Kordmafi. 


Alessio Surian

Foto di Alessio Surian

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