L’edizione 2024 di Arena Derthona Jazz si è aperta con una delle voci più interessanti del jazz italiano, Letizia Gambi, cantante napoletana che vanta nel suo curriculum collaborazioni con Lenny White, Ron Carter, Chick Corea, Gato Barbieri, Antonio Faraò. Il suo amore per il jazz americano però non le ha fatto dimenticare le sue radici, ed è proprio in America che scopre l’interesse per la ricerca e la contaminazione tra jazz e musica popolare, da cui nascono alcuni brani del disco “Introducing Letizia Gambi”, presentati in concerto, come la sofisticata versione inglese di “You Are So Special” (“Tu si’ ‘na cosa grande”). La cantautrice napoletana si presenta a Tortona con la formazione All Women Band (Elisabetta Serio al pianoforte, Giovanna Famulari al violoncello, Elisabetta Saviano alla batteria e Ilaria Capalbo al contrabbasso), musiciste di valore che in più occasioni, durante la serata, hanno dato prova di notevoli capacità e sensibilità. I brani proposti provengono dai due lavori della Gambi, con qualche cover molto interessante. Convincono i
brani originali come “Blue Monday”, presentata in apertura, e “A Time”, con cui la cantante, memore di alcune esperienze personali, ci invita a spendere bene il proprio tempo. Ruolo centrale nella resa live del quintetto è quello della pianista Elisabetta Serio (già nella band di Pino Daniele negli ultimi tour), ed è su un suo brano che la Gambi si esibisce in un convincente vocalese. L’anima mediterranea di Pino Daniele sembra emergere più volte durante la serata, fino alla splendida cover di “Un posto ci sarà”, aperta da piano e violoncello, dove la Serio si esibisce in un pregevole assolo. Con la splendida “Tuyo” (sigla della serie tv Narcos) la band ci porta nelle atmosfere ispano latino-americane, per tornare infine nel bis alla contaminazione tra il jazz americano e la musica popolare napoletana, con una travolgente “Sweet Georgia Brown” che conquista tutto il pubblico del teatro civico di Tortona coinvolgendolo in un grande coro. Una rassegna partita nel migliore dei modi, e che dopo una seconda serata ancora di rilievo internazionale con Enrico Rava
Fearless Five, si è chiusa con un altro concerto evento, ospitando il duo Danilo Rea e Dado Moroni. Tra i nomi di punta del piano jazz mondiale, i due hanno dato prova delle loro grandi capacità con un concerto basato quasi interamente sull’improvvisazione, dimostrando una notevole intesa. Un incontro nato un po’ per amicizia e un po’ per l’occasione, che ha dato modo ai due musicisti di approfondire la reciproca conoscenza, scoprendo il piacere di suonare insieme. Già l’apertura, con una versione quasi free jazz di “La canzone di Marinella” (F. De André) letteralmente reinventata dell’improvvisazione, con i due musicisti che si rimpallano il ritornello, fa capire quale sarà il percorso della serata. Vestiti uno completamente di bianco e l’atro di nero, come i tasti bianchi e neri dei loro pianoforti, i due musicisti sembrano divertirsi molto a giocare con le canzoni, passando dal classico al jazz al popolare, tra Bach e Lucio Dalla (“4 marzo 1943”), lasciando anche spazio a due brevi momenti in solo, dove Danilo Rea esegue una versione scatenata di “Bocca di
Rosa” con cascate di note che si inseguono furiose. Sembrano divertirsi talmente tanto, che alla fine del concerto rientrano più volte in scena, per eseguire come bis splendide cover reinventate in chiave jazz di “Your Song” (Elton John) e “Il tempo di morire” (Lucio Battisti) con Moroni che imita il giro di chitarra dell’inizio del brano fermando le corde del piano con la mano, per chiudere infine con un’aria di Giacomo Puccini (“O mio babbino caro”). Non solo amicizia, ma anche una profonda stima reciproca. A fine concerto, raccontando al pubblico del loro incontro, Dado Moroni rivolto al collega afferma che "ci sono tanti musicisti che suonano la musica, lui è la musica”. Un plauso è dovuto agli organizzatori della rassegna, che anche quest’anno sono riusciti a portare in un piccolo comune di provincia artisti di rilievo internazionale con tre serate a ingresso gratuito, con il sostegno economico di fondazioni e sponsor, e l’appoggio del Comune che non teme di investire risorse economiche negli eventi culturali.
Giorgio Zito
Foto e video di Giorgio Zito
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