Nato trent’anni fa a Essaouira (Marocco), fin da bambino Abdesalam Benaddi ha ascoltato e suonato musica Gnawa, imparando a suonare il guembri, gli strumenti a percussione e a studiare i canti e la danza Gnawa con i maestri locali, approfondendo la sua conoscenza delle tradizioni musicali locali. Crescendo a Essaouira, cuore spirituale della musica Gnawa, ha avuto esperienza dei rituali e delle cerimonie fin da giovane.
“Provengo da un lignaggio profondamente radicato nella musica Gnawa” racconta Benaddi. “I membri della mia famiglia sono attivamente coinvolti nella sua pratica e diffusione. Mio padre è una figura rispettata all'interno della comunità. Ha attraversato il mondo al fianco di maestri rinomati, portando la cultura Gnawa ben oltre i confini del Marocco. Questo patrimonio ci unisce, instillandoci il senso del dovere nel sostenere le nostre tradizioni ancestrali e nell’assicurarne la continuità per le generazioni future”.
In breve ha iniziato a suonare ed essere apprezzato nei festival e negli eventi locali e a collaborare con artisti di diversi generi musicali, dal jazz alla musica elettronica. Dal 2015 ha dato priorità all’attività musicale e ha affinato le sue capacità lavorando con altri artisti e produttori di talento divenendo il direttore della Zaouia Sinda Bilal (Casa cerimoniale degli Gnawa) di Essaouira dove è responsabile della gestione e dell'organizzazione degli incontri comunitari e delle cerimonie rituali.
Per la registrazione di “A Dream in Essaouira” l'hanno raggiunto il produttore marocchino-australiano Julian Belbachir e David Godriguez (Godtet, responsabile anche del missaggio) che hanno lavorato a stretto contatto con lui per catturare il suono e l'energia ipnotica delle cerimonie Gnawa. A suonare con Abdelsalam Benaddi, al guembri e alle parti vocali soliste, è un settetto di voci e percussioni formato da Ismail Benaddi, Abdeljabar Ait Mamas Touda, Hamadi Oujana, Hamza Ahrach, Rida Elhidan & Azdeen Lakmah.
L’ora abbondante di musica raccolta nell’album è stata registrata in una sola serata a Essaouira. Come consuetudine, in ognuno degli otto brani, il guembri ha la prima e l’ultima parola, affiancato dalle castagnette metalliche qaraqab. I canti lodano Allah in un arabo che sa accogliere anche frasi in bambara (lingua dell'Africa occidentale). “Per me la musica trascende il semplice intrattenimento”, spiega Benaddi. “È una pratica spirituale profondamente intrecciata con la vita quotidiana. La musica gnawa, in particolare, funge da tramite per connettermi con i miei antenati, favorendo un senso di comunità e di unità spirituale. Incarna l'essenza della libertà e mi ricorda il percorso per vivere una vita appagante in armonia con l'universo”.
Introdotta da guembri e qaraqab, l’incedere delle voci pratica il doppio registro della chiamata e della risposa fra voce solista e coro e fra parti vocali e percussive nell’aumentare progressivamente intensità e velocità del brano, mentre i canti celebrano il divino e rendono omaggio a santi ed entità spirituali. I temi spaziano dalla lode ad Allah e al Profeta alla venerazione dei sette spiriti e colori Gnawa – bianco, blu chiaro, blu scuro, rosso, verde, nero e giallo – ognuno dei quali rappresenta le sfaccettature della natura e dell'esistenza umana. Tutti i brani catturano sia per la loro coerenza interna, sia per la coesione fra i diversi canti, sempre intorno ai cinque minuti, con l’eccezione di “Laghmami”, posto a metà scaletta, che dispiega la stessa forma in crescendo nell’arco di oltre nove minuti.
Musica innanzitutto collettiva e spirituale, alla ricerca di dialogo e armonia con la notte e i suoi elementi.
abdelbenaddi.bandcamp.com/album/a-dream-in-essaouira
Alessio Surian
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