Frank London – Chronika (Borcht Beat, 2023)/Frank London | The Elders – Spirit Stronger Than Blood (ESP-Disk, 2024)/Frank London – Brass Conspiracy (Tzadik, 2024)

Ci vogliono ben tre diverse etichette discografiche per star dietro al felice flusso compositivo e alla capacità di far sorgere e mantenere vitali gruppi di improvvisatori di prima qualità. Certo, la fucina newyorkese aiuta, ma c’è anche molto altro. Per esempio la capacità di scavare nella tradizione yiddish e cassidica per poi trascenderla attraversando e collegando confini sonori apparentemente distanti. È il caso di “Chronika”, quarto capitolo, uscito a fine dicembre (anche se le registrazioni risalgono al febbraio del 2008), del Frank London’s Klezmer Brass Allstars: cinque fiati che si uniscono al trombettista - Susan Hoffman Watts (tromba), Michael Winograd (clarinetto), Brian Drye e Dan Blacksberg (tromboni), Ron Caswell (tuba) - insieme alla chitarra di Brandon Seabrook e alla batteria di Aaron Alexander. Il video che presenta “TOPZ (Sevivon)” veicola il senso di celebrazione e di gioia che in “Chronika” fonde tradizione cassidica, Klezmer e riletture contemporanee e dissacranti. L’album riprende lo spirito di Festa delle Luci dell’Hanukkah che in Nord America si è fatto strada tra gli ebrei laici e vede le sue luci nello stesso periodo del Natale. Alla Klezmer Brass Allstars di Frank London si uniscono ospiti davvero speciali che
 iniettano la giusta dose di elettronica e percussioni afrolatine, ma soprattutto mettono in rilievo la parte vocale, coinvolgendo i cantanti Michael Alpert, Benny Amar, Sarah Gordon, Meshach, Eva Salina. 
A giugno, London ha pubblicato poi “Spirit Stronger Than Blood” con il quintetto The Elders, un lavoro molto personale che rende omaggio alle musiche “che hanno plasmato la mia estetica musicale-spirituale: ‘Changes 1&2’ di Charles Mingus, ‘Strength and Sanity’ di Booker Little, ‘Peace and Love’ di Pharaoh Sanders, ‘Gardens of Harlem’ di Clifford Thornton, ‘Ptah, The El Daoud’ di Alice Coltrane. Ognuno di questi artisti, per quanto diversi l'uno dall'altro, condivideva un'intenzione comune che mi ha spinto a intraprendere il mio percorso di vita e di carriera. La loro musica è spirituale, politica, romantica, a tratti rabbiosa e pacifica, e ci ispira a trascendere e sfidare le iniquità dell'esistenza quotidiana per rendere il mondo un posto migliore, per guarire il mondo distrutto”. L’intensità della musica è pari alla tenacia con cui London sta lottando con una rara forma di tumore del sangue che ha reso necessario un trapianto di midollo spinale, motivo per il quale non ha potuto partecipare a giugno alle quasi tre ore di musica che i suoi colleghi hanno offerto a New York per sostenere le cure mediche e celebrarne composizioni e arrangiamenti. “Let There Be Peace” apre l’album con un’appassionata invocazione modale a pieni polmoni, con la tromba di London che intreccia le proprie linee melodiche a quelle del sassofonista Greg Wall, energizzati dalla sezione ritmica in cui interagiscono telepaticamente la pianista Marilyn Lerner, il bassista Hilliard Greene e il batterista
Newman Taylor Baker. Anche la successiva “Resilience” resta in ambito modale, ma in un registro swing in sintonia con il pathos musicale del trombettista Lester Bowie cui il brano è dedicato: in primo piano Wall, sulle armonie proposte da Lerner che poi offre una straziante introduzione a “Spirit Stronger Than Blood” in un riflessivo dialogo con London mentre emerge l’arguta ritmica in 3/4 suggerita da basso e batteria. C’è poi spazio per la toccante ballata soul “Poem for a Blue Voice” e per la coinvolgente “Abundant Love” che London dedica alla sua famiglia, prima di concludere con “Resistance/Healing”, nuova prova modale eseguito in 3/4 dedicata al trombettista Ron Miles. Ma non basta: a metà agosto la Tzadik ha pubblicato “Brass Conspiracy”, dodici brani ispirati e riflessivi, musica per trio d’ottoni - London, Joshua Roseman e Marcus Rojas - insieme alle percussioni di Kenny Wollesen, Javier Díaz e Onel Matos. 


Alessio Surian

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