A Pigna, nel paese del canto e dei legni: incontro con il maestro liutaio Ugo Casalonga

In Corsica, isola polifonica, si manifesta un forte radicamento del canto comunitario, il cui valore si è accentuato a partire dagli anni ’70 e ’80 del Novecento, grazie alla spinta dei movimenti nazionalisti e di quel vasto processo sociale e culturale conosciuto come “riacquistu”. Sebbene le voci-strumento rappresentino il culmine della tradizione locale, non vanno dimenticati gli altri strumenti, in particolare i cordofoni: dalla chitarra al violino, dalla cetera (o cetara) al desueto mandolino, per il quale è in atto una vera e propria riscoperta. Parlando di chi costruisce questi strumenti, non si può che partire da Pigna, nel cuore della Balagna, nella Corsica nordoccidentale, un delizioso paese con stradine e case colorate, il cui fascino antico è restituito dalla pietra, dall'argilla e dal tufo. Ma Pigna è anche un vivace centro per la cultura musicale corsa contemporanea. L’auditorium progettato dall’architetto egiziano Hassan Fathy è uno dei luoghi privilegiati per la trasmissione del canto tradizionale, ma anche uno spazio di ricerca, creazione e sperimentazione. Non meno importante è il Museu Musica, un centro di formazione musicale che ospita una vasta collezione di strumenti e una banca dati audiovisiva. Le strade, le chiese barocche, le cappelle e le piazze della cittadina ospitano il Festivoce, manifestazione che riunisce rappresentanti della tradizione orale, interpreti di musica antica e barocca, e che da anni si concentra soprattutto sul Mediterraneo. Pigna è anche la cittadina in cui opera Ugo Casalonga, notissimo maestro liutaio che ha fondato la
liuteria “A Casa Liutaiu”  con l’ambizione di far rivivere strumenti dimenticati. Casalonga non è nato a Pigna, ma ad Ajaccio nel 1964. La sua famiglia è sempre stata ricca di stimoli artistici, con il padre Toni pittore e scultore, e la madre Nicole studiosa e cantante di polifonia isolana, mentre il fratello maggiore Jérôme è uno degli artisti più attivi sulla scena isolana. Ugo crea, lavora e ripara tutti i tipi di strumenti a corda; i suoi strumenti sono realizzati con scrupolosa dedizione, dalla cura dei legni alle colle per l’assemblaggio, dalla verniciatura alla finitura finale. La sua raffinata abilità artigianale lo ha reso uno dei nomi di punta della liuteria, ben oltre i confini corsi: è un costruttore di statura internazionale, creatore di strumenti suonati dai migliori musicisti di musica antica e tradizionale.

Maestro, suona strumenti antichi e/o tradizionali? 
Suono la cetera, la tradizionale cetra corsa. La cetera è uno strumento a corde pizzicate, dal corpo simile al mandolino ma più grande con sedici o talvolta diciotto corde metalliche che corrono in cori accoppiati. Suono con A Cumpagnia, gruppo fondato nel 1978 da cantori e musicisti che mantengono vivo il
patrimonio musicale corso con un repertorio di canti polifonici sacri e profani, ma riprendendo anche antichi strumenti musicali popolari corsi come appunto la cetera, ma anche strumenti a fiato come pirula, pivana e cialembella. 

Come è nato il suo interesse verso la cetera? 
Quando avevo 16 anni, il mio sogno era di comprare una cetera, ma nessuno le produceva più. Non avevo i mezzi per pagare un liutaio, così ho avuto questa idea un po’ folle di costruirmela da solo! E tutto è iniziato qui!

Chi sono stati i suoi maestri e che tipo di insegnamento ha ricevuto?
Ho iniziato con una formazione in ebanisteria con Àlexandre Ruspini a Pigna per poi proseguire nella costruzione di strumenti presso il laboratorio di Bartolomeo Formantelli a Verona. 

Come ha iniziato a costruire strumenti? 
In seguito a un incontro con il liutaio Michel Buresi che venne a Pigna per sei mesi per costruire due cetere su richiesta dell’associazione culturale del paese. All’epoca stavo ancora facendo la formazione di ebanista, ma avevo tutto il tempo per seguire quotidianamente il suo lavoro. Eravamo agli inizi degli anni
‘80, pochi anni dopo la riscoperta della cetera.

Come ha appreso il meccanismo, la funzionalità e la logica degli strumenti? 
Ho imparato dai miei insegnanti e dalla mia ricerca personale. 

Quando ha costruito il suo primo strumento? 
Il mio primo strumento è stato una cetera costruita nel 1982. All’epoca stavo scoprendo la liuteria e sono stato seguito dal liutaio Michel Buresi.

Dove si trova il suo laboratorio? Lavora da solo? 
Il mio laboratorio si trova a Pigna e l’ho costruito interamente con le mie mani in adobe. Lavoro da solo, ma a volte ho dei tirocinanti. Ho due spazi di lavoro principali: macchine utensili e di assemblaggio, fornitura di legno e spazio per la verniciatura.

Quali strumenti costruisce? 
Nutro un interesse particolare per gli strumenti musicali tradizionali della Corsica. Lo studio degli strumenti della famiglia della cetra, dal Medioevo a oggi; è una ricerca quotidiana molto gratificante per l’evoluzione del mio lavoro; così come lo sono gli incontri con musicisti di diversa estrazione musicale. Trovo ispirazione nel mio laboratorio. Costruisco cetere tradizionali a 8 cori e 4 cori, cetere rinascimentali e barocche, pandore, orpharion, chitarre barocche e rinascimentali, lire a braccio, salteri, mandolini, vihuela, épinette ed altri strumenti medievali e clavicembali. 

Si occupa di tutti gli aspetti della costruzione? 
Sì, dalla selezione del legno, alla scelta estetica e alla forma degli strumenti. A volte vado nei musei a vedere strumenti storici, per riprodurli.

Quali attrezzi di costruzione utilizza? 
Utilizzo principalmente strumenti di liuteria tradizionali, ma nel mio laboratorio ho anche macchine utensili che mi permettono di smontare le varie parti degli strumenti prima di passare alla fase di costruzione manuale.

Che materiali utilizza per le diverse parti degli strumenti? Da dove provengono? 
Utilizzo principalmente legni autoctoni (noce, sorbo, cipresso, bosso, robinia, ciliegio, frassino), provenienti da fornitori di legni per violino o da segherie, soprattutto per gli strumenti medievali, che sono di costruzione monossile, ma anche quando ho l’opportunità di raccogliere specie locali in Corsica. Utilizzo anche altre specie: abete rosso del Giura o delle Alpi italiane (Val di Flemme), acero del Giura, palissandro ed ebano.

Qual è la domanda per gli strumenti che produce? 
Offro un’ampia varietà di strumenti che vanno dal medievale al barocco, fino a strumenti più contemporanei come chitarre e mandolini. La domanda è più o meno la stessa per tutti e tre i periodi storici e la tipologia di strumenti.

Quanto sono diffusi gli strumenti tradizionali corsi che realizza? 
La cetera corsa è diffusa sia a livello locale che al di fuori della Corsica. È uno strumento interessante per musicisti dai diversi orizzonti musicali.

Come si può trasmettere questa conoscenza alle nuove generazioni? 
Ricevo regolarmente degli apprendisti ed è sempre uno scambio arricchente. Ci tengo molto a trasmettere la mia professione.

Dal suo punto di vista, qual è la situazione musicale in Corsica? 
La musica tradizionale corsa è molto viva e vegeta. C’è anche molta creatività, ma per quanto riguarda l’uso degli strumenti tradizionali corsi c’è ancora molta strada da fare.

Quali sono le iniziative culturali più importanti nel campo della musica? 
Nel mio paese, Pigna, c’è il centro culturale Voce, il Centro Nazionale della Creazione, che si occupa di promuovere, formare, diffondere e insegnare la musica tradizionale corsa, offrendo numerosi corsi e una scuola dove si insegna la pratica strumentale e vocale.

In Corsica, cosa c’è di imperdibile per gli appassionati di musica tradizionale? 
Naturalmente, il must in Corsica è il canto polifonico, il “Cantu in paghjalla”, inserito dal 2009 nella lista UNESCO dei patrimoni immateriali dell’umanità.


Ciro De Rosa

Posta un commento

Nuova Vecchia