Giunto alla sua 36esima edizione il Festival di Villa Arconati anche quest’anno ha proposto una scelta variegata in termini di stili, provenienza degli artisti, generi, alternando teatro, musica, narrazione. Aperto dallo spettacolo di Arturo Brachetti e chiuso dalla conversazione in musica di Mario Calabresi “Come suona una fotografia” ha proposto l’arpista Cecilia, in un concerto all’alba dedicato al suo progetto “Prairie”; Vinicio Capossela; Massimiliano Finazzer Flory con un omaggio a Puccini; Jack Savoretti e i concerti che abbiamo seguito: Mauro Pagani, Edoardo Bennato e Teresa Salgueiro. Tre concerti tra loro diversi, e che possiamo contraddistinguere usando tre sostantivi: il Ricordo, l’Energia, l’Eleganza. Il Ricordo è ciò che ha caratterizzato il primo concerto di cui raccontiamo: quello del 2 luglio di Mauro Pagani, con il “Creuza de ma tour 2024”. Per festeggiare i 40 anni dell’album di cui è co-autore insieme a Fabrizio De Andrè, Mauro Pagani ha raccolto attorno a sé alcuni dei musicisti che parteciparono alle registrazioni del disco (Walter Porro, tastiere e direzione musicale, Claudio Dadone, chitarre e liuti, Joe Damiani, batteria, Max Gelsi, basso, Eros Cristiani, pianoforte e tastiere, Mario Arcari, fiati, Elena Nulcis, cori, Badara Seck, griot senegalese) riproponendolo insieme a brani del successivo “Le nuvole” e ad alcune canzoni del suo repertorio compresa, come
applauditissimo bis, l’iconica “Impressioni di settembre”. Definendo il suo come un “concerto del Ricordo” vogliamo sottolineare che, oltre a celebrare quel capolavoro che è “Creuza de ma”, lo spettacolo è stata l’occasione per ricordare la figura di Dario Zigiotto, scomparso lo scorso gennaio. Zigiotto è stato uno dei fondatori del Festival di Villa Arconati, e ne ha rappresentato l’anima più attenta alla canzone d’autore e alle voci della tradizione, e proprio per questo negli anni ha intrecciato solidi rapporti di lavoro ed amicizia con artisti come (appunto) De Andrè, Pagani, Fossati, Tosca, gli Avion Travel. E a Dario Zigiotto è stata dedicata questa edizione del Festival e, in particolare il concerto di Mauro Pagani. Entrando nella parte musicale di questa cronaca va detto che, con tutto il rispetto per le molteplici cover e versioni tributo, sentire “Creuza de ma” e “Le nuvole” interpretate dal coautore è tutta un’altra cosa. Perché Mauro Pagani è l’artefice dei meccanismi musicali dei due album, ne conosce gli ingranaggi, sa come sono nate le tante invenzioni di cui sono ricchi.
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