“Il mio caro papà se n'è andato per sempre”, ha scritto Sidiki Diabate, condividendo la morte del padre Toumani Diabate il 19 luglio all'età di 58 anni, in una clinica privata di Bamako, in seguito a una breve malattia. Toumani Diabate era nato a Bamako in una famiglia di griot di cui ha seguito gli insegnamenti divenendo un maestro della kora, l'arpa a 21 corde dell'Africa occidentale. Più di ogni altro suonatore di kora, Toumani è responsabile di aver portato questo strumento al pubblico di tutto il mondo. È un esecutore dal virtuosismo e dalla creatività davvero eccezionali, che ha dimostrato che la kora può rivaleggiare con i più grandi strumenti del mondo. Il lignaggio della sua famiglia si estende per 71 generazioni, di padre in figlio. La madre di Toumani era la cantante Nene Koita. Suo padre, Sidiki Diabaté (1922 ca. - 1996), era un suonatore leggendario - soprannominato Re della Kora - con un suo stile virtuoso e “caldo” che attraversa anche lo stile di Toumani - anche se, dai cinque anni, è sempre stato un autodidatta, non imparando mai direttamente dal padre se non attraverso l'ascolto. Venne selezionato nell'ensemble di Koulikoro (a circa 60 km a est di Bamako) con cui debuttò in pubblico all'età di 13 anni e con grande successo. Sei anni dopo entrò nel gruppo di giovani musicisti che accompagnavano la cantante Kandia Kouyate. Ad aprile del 1986 giunse a Bamako l’etnomusicologa inglese Lucy Duran (che aveva studiato la kora con lo zio di Toumani, Amadu Bansang Jobarteh): il loro incontro segnò la vita di entrambi coinvolgendo Duran, in veste di (co)produttrice, in sei dei primi album pubblicati da Toumani, a cominciare dall’album solista di debutto, “Kaira” (Rykodisc), cinque brani registrati interamente dal vivo e senza sovraincisioni nel 1987 e pubblicati nel 1988, fra cui “Jarabi”.
L’occasione si presentò perché nel 1986 accompagnò il cantante Ousmane Sacko nel suo tour europeo e si fermò a Londra per sette mesi, partecipando anche al festival WOMAD. “Jarabi” segnò anche la prima delle due numerose e riuscite collaborazioni con altri generi musicali, quella con il gruppo spagnolo di flamenco Ketama per l'album “Songhai” (il secondo capitolo arriverà nel 1995). Quattro anni dopo dette vita alla Symmetric Orchestra, “simmetria” capace di infondere una tensione viva e generativa fra tradizione e modernità con contributi di musicisti che condividono la cultura Mandé da Mali, Senegal, Guinea, Burkina Faso, Costa d'Avorio. Pubblicarono nel 1992 “Shake The Whole World” e grazie ai concerti settimanali prima all'Hogon e poi a Le Diplomat di Bamako, hanno continuato a crescere insieme e a dar vita a tour e album memorabili come “Boulevard de l'Indépendance” (2005).
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