Con il nuovo lavoro “Gente” – dopo “Manhã Florida” del 2018 –, Nancy Vieira, cantante capoverdiana, racconta quell’arcipelago di dieci isolotti vulcanici, crocevia di scambi globali, sparpagliati ed isolati nell’oceano Atlantico a 500 km dalle coste senegalesi.
L’espressiva chanteuse esplora il grande patrimonio musicale di Capo Verde che, nel caso specifico della morna, ha ricevuto anche il recente riconoscimento dall’UNESCO come Patrimonio Immateriale dell'Umanità. Nancy Vieira è nata in Guinea Bissau da genitori capoverdiani, è vissuta a Capo Verde, a Santiago e São Vicente, per poi trasferirsi a Lisbona dove vive attualmente. Nel 1999 è apparsa in una compilation intitolata “Música de Intervenção Cabo-Verdiana” cantando insieme al leggendario Ildo Lobo. Successivamente ha pubblicato i lavori “Segred” (2004), “Lus” (2007), “Pássaro Cego” (2009) con Manuel Paulo, “Nô Amá” (Lusafrica, 2012) e nel 2018 “Manhã Florida” (sempre con l’etichetta Lusafrica).
“Gente” ha avuto una lunga gestazione ed è nato grazie agli incontri, alle storie, alle idee circolate tra le persone. Registrato a Lisbona, le cui sonorità si percepiscono ampiamente nell’album – anche grazie al fatto che Nancy lì ha studiato e vissuto, e che molti dei musicisti che hanno contribuito all’album provengono da lì –, ospita anche un parterre di musicisti di tutto rispetto come Mário Lúcio Sousa e Vaiss Dias – della band originaria di Cesària Évora – , Olmo Marin, Luciano Maia, Gustavo Nunes e Denys Stetsenko.
La diaspora capoverdiana ha contribuito all’elaborazione di una dimensione universale per questa cultura dell'arcipelago che crea relazioni tra isole e tra varie comunità e crea scambi con altre persone di culture e tradizioni musicali diverse: da ciò è nato un meticciato, occasione per una decisa apertura alla diversità, interessante e creativo, grondante umanità. Anche per questo la musica capoverdiana è unica, con melodie ricche di sfumature, di gioia di vivere e al tempo stesso sentimentali, che trasudano “sodade”.
Arrangiamenti spesso ricchi di armonie, a volte minimali riflettono la visione di alcuni degli artisti delle nuove generazioni capoverdiane: Jorge Cervantes, l’Acacia Maior di Luìs Firmino ed Henrique Silva, poi i lusitani Fogo Fogo e l’ex ministro della cultura e artista Mário Lúcio Sousa con il suo carico di esperienza. Ed ancora altri ospiti che riflettono la molteplicità di esperienze nella vita di Nancy: Antonio Zambujo, cantante di fado, che canta con lei nella strepitosa “Fado crioulo” in cui si ascoltano anche lo spoken word di Chullage e la chitarra acustica di Fred Martins.
L’album segue un proprio percorso, sceglie la strada che nasce da un incontro di vite diverse che condividono, cantano e suonano le proprie storie. C’è molto Capo Verde anche attraverso i riferimenti a Cesària Évora e alla morna, che è un assioma fondamentale, ma si percepiscono nitidamente anche altri mondi: Lisbona con il fado, il Brasile con il samba, il batuque, l’Africa, l’Europa e l’America.
Tra tutte le tracce, alcune colpiscono inesorabilmente. La prima dell’album, “Sol di nha vida”, su testo e musica di Mário Lúcio Sousa, si apre con un intrigante giro alla fisarmonica che introduce la suadente voce di Nancy; chitarre acustiche, basso elettrico, congas e rebolo tessono un’atmosfera ammaliante. Molto evidente l’atmosfera africana nella seconda traccia, “Singa”, composta da Remna, che duetta alla voce con Nancy Vieira; completa il quadro armonico Jorge Cervantes al basso elettrico, charango, clave e chitarre acustiche. La voce sensuale e carezzevole di Nancy accompagna l’ascoltatore nella ritmata “Nôve kretxěu” con testo e musica di Luís Firmino, segnata da interventi sinuosi del clarinetto, mentre la viola da terra, la chitarra acustica ed elettrica, le percussioni, il sintetizzatore creano sfavillanti sonorità e la voce di Nancy risalta in “Amor”, creando una struggente atmosfera. La rutilante, ballabile “Ta cundum cundum”, su testo e musica di Ano Nobo, è arrangiata dai Fogo Fogo, che intervengono anche alle voci e alle chitarre elettriche; tastiere, basso elettrico, congas e ferrinho (barra metallica suonata tenuta in verticale con una mano mentre l’altra tiene in orizzontale un oggetto metallico che strofina la barra con movimento verticale) completano l’armonizzazione. Nella minimale “Fidju grandi” Nancy e Mário Lúcio Sousa dialogano su un delicato sottofondo alla chitarra. “Princesa”, ancora scritta da Mário Lúcio Sousa, vede Nancy Vieira alla voce e una bella orchestrazione al clarinetto, cavaquinho, chitarra acustica, basso elettrico, percussioni. Il decimo brano, l’ammaliante “Fado crioulo”, si muove carezzevole e sensuale su testo di Alexandre Lemos e musica di Fred Martins. Cantata da Nancy Vieira e António Zambujo, vede il rapper Chullage al parlato, Olmo Marín al cavaquinho, Fred Martins alla chitarra acustica e Jorge Cervantes al basso elettrico. “Rosa sàbi”, composta da Amélia Muge, è stata adattata al creolo dalla stessa Nancy Vieira. Le due si alternano e giocano con le voci, con l’accompagnamento al violino dell’ucraino Denys Stetsenko, di Olmo Marín e di Vaiss al cavaquinho e di Iúri Oliveira al rebolo. “Dona morna”, l’ultima traccia dell’album, composta da Teófilo Chantre, il musicista capoverdiano noto per la collaborazione durata decenni con Cesària Évora, tra cori, violino, basso semi-acustico, cavaquinho, chitarre acustiche accompagna l’ascoltatore quasi cullandolo dolcemente e piacevolmente alla fine dell’album.
I quattordici brani che compongono “Gente” sono un vero godimento per l’orecchio e l’anima e vanno assaporati con lentezza Con la sua voce diretta, decisa, carezzevole Nancy Vieira propone una lettura contemporanea di melodie popolari, offrendo sonorità speziate molto gradevoli, la gioia, la magia, le sfaccettature e lo spirito del qui ed ora.
Carla Visca
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