Mare e Miniere XVII Edizione. Seminari di Canto, Musica e Danza Popolare, Vecchia Tonnara Su Pranu, Portoscuso (Sud Sardegna), 25 - 30 giugno 2023

Intersecando l’elettronica con le melodie del mantice, l’organettista sardo ha proposto gran parte dei brani della sua opera prima, non senza qualche piccola perla dal suo ampio repertorio di balli sardi. Ad intercalare i brani, non sono mancati i vari ricordi, tra cui quello di Beppe Cuga e le fascinazioni per la musica tradizionale della sua Ovodda che lo hanno investito sin da piccolo. Il tempo di un veloce cambio di palco e la serata è proseguita con il progetto speciale "Atòbius e acàpius", a passo di ballo tra Salento e Sardegna, che ha visto protagonisti Enza Pagliara e Dario Muci, accompagnati per l’occasione dalle danze di Viola Centi e dall’Orchestra Poco Stabile di Mare e Miniere composta da Mauro Palmas (liuto cantabile e mandola), Marcello Peghin (chitarre), Silvano Lobina (basso), Marco Argiolas (fiati) e Andrea Ruggeri (batteria). In apertura, Dario Muci ha presentato il suo nuovo album “Talassa”, proponendone due brani “Li furisi”, primo singolo estratto dal disco, e l’evocativa “Ulivi” su testo di Giuseppe Semeraro. Il concerto è entrato nel vivo con il solo di Mauro Palmas che al liuto cantabile ci introdotto all’inedito viaggio sonoro tra Sardegna e Salento proponendo un ballo sardo a cui è seguita una struggente versione della serenata, raccolta a Martano, “Donna ci stai alle cammere nserrata”, interpretata da Dario Muci che a due voci con Enza Pagliara ha proposto una splendida versione di “Tre sorelle”. In un gioco continuo di
rimandi tra tradizione musicale sarda e quella salentina, il pubblico ha avuto modo di ascoltare intriganti dialoghi tra ballo sardo e pizzica pizzica con una lungua suite, impreziosita dalle danze di Viola Centi. Tra i momenti più intensi del set, vanno sicuramente segnalati la toccante resa di “Matonna di lu mare” e “Malachianta” interpretata magistralmente da Enza Pagliara. Il programma serale di giovedì 27 ha visto protagonista Bruno Gambarotta che, sollecitato dalle domande di Ottavio Nieddu, ha presentato il suo nuovo libro “Fuori Programma” nel quale racconta i cinquant’anni di carriera alla RAI e di cui ha offerto al pubblico alcuni aneddoti e ricordi. La parte musicale della serata è stata dedicata, invece, alla tradizione delle Quattro Province con la bella performance del quartetto Enerbia, guidato da Maddalena Scagnelli, che ci ha condotto dagli Appennini al mare seguendo le melodie delle musiche da ballo tra valzer, alessandrine, monferrine e polke. La sera di venerdì 28 giugno è stata dedicata nella prima parte a “Racconti di Radio e d’Archivio” con Elisabetta Malantrucco di Rai Radio Techetè che, con Ottavio Nieddu, ha presentato una selezione di materiali sonori di grande interesse a partire da una registrazione del 1958 effettuata da Giorgio Nataletti effettuata negli studi Rai di Roma che documenta il Canto a Tenore a Gavoi e mandata in onda nel corso del programma giornaliero del Centro
Nazionale di Musica Popolare. Ampio spazio è stato, poi, dedicato alle condizioni dei minatori con alcuni estratti di interviste raccolte sul campo, mentre nella parte conclusiva è salito sul palco Bruno Gambarotta che ha offerto alcune interessanti riflessioni sul futuro della radio. Nella seconda parte della serata è andato in scena il concerto di Peppe Servillo con l’Orchestra Poco Stabile di Mare e Miniere arricchita dalla partecipazione di Antonio Vasta (tastiera, pianoforte e fisarmonica) e Mario Incudine (voce, chitarra e fiati). Si è trattato di uno dei momenti più belli di sempre del festival perché Servillo e Incudine hanno dato vita ad una esibizione intensa e coinvolgente che ha disvelato quel legame sottile ma indissolubile che c’è tra musica tradizionale e canzone d’autore e, così, abbiamo ascoltato una vibrante “Storia d’amore” dal songbook di Adriano Celentano, “Cuore Grammatico” da quello degli Avion Travel ed ancora dal repertorio di Domenico Modugno: le sofferte “Amara terra mia” e “Lu Pisce spada”, ma soprattutto una strabordate “Lu minaturi” con un superbo assolo di chitarra elettrica di Marcello Peghin. Servillo non ha mancato un incursione nel repertorio classico napoletano con “M’aggia curà” e “Canzone Appassionata”, mentre Incudine ha proposto “Italia talia”, uno dei brani cardine del suo repertorio. Nel pomeriggio del 29 giugno, abbiamo assistito al bel
concerto finale del laboratorio di canto occitano, condotto da Manu Theron e Damien Toumi, mentre in serata abbiamo assistito al delizioso concerto di Alessio Arena, in trio con Caterinangela Fadda e Isabelle Laudenbach alle chitarre, nel corso del quale abbiamo ascoltato con grande piacere alcuni estratti dal recente “Marco Polo”, qualche intrigante anticipazione dal nuovo album che sarà dedicato alla nonna e gli omaggi a Bruno Martino con “Estate” e ad Andrea Parodi con la ninna nanna sarda. A seguire Laura Fortuna e Daniel Dwerryhouse hanno portato in scena il divertente spettacolo “Contrattempi” dedicato ad Achille Campanile con le musiche suonate dal vivo da Mauro Palmas, Silvano Lobina e Marco Argiolas. A concludere la settimana di seminari di Mare e Miniere è stato, come di consueto, il concerto finale, al quale hanno preso parte i docenti e si corsisti dei vari laboratori. E’ questo uno dei momenti più emozionanti di tutto il festival, non solo perché documenta il lavoro svolto durante i vari corsi, ma perché vede l’interazione diretta sul palco tra discenti e insegnanti, nell’ambito di una grande produzione originale. Insomma, Mare e Miniere è un solido baluardo di resistenza culturale e ci auguriamo che possa proseguire con entusiasmo e vitalità il suo progetto culturale. 

 

Salvatore Esposito 

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