Söndörgő with Special Guest Chris Potter – Giezzy (Ground Up Music, 2024)

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L’organico dei Söndörgő è costituito all’80% da membri della stessa famiglia. Si tratta infatti dei fratelli Aron, Benjamin e Salamon Eredics e del loro cugino David Eredics, con quinto componente Ábel Dénes. Formati sin da ragazzi alla musica (ed oggi insegnanti essi stessi presso il Dipartimento di Musica Folk dell’Accademia di Musica di Budapest), sono cresciuti avendo come riferimenti, oltre alla musica classica, l’approccio alla tradizione di Bela Bartok, la genuinità dei gruppi di musica popolare ungherese e slava, la ricerca del jazz contemporaneo. “Giezzy” è il loro nono album, il primo per l’etichetta Ground Up Music, e segna sicuramente un punto di svolta nella loro carriera, grazie anche alla partecipazione, come ospite-protagonista, dello statunitense Chris Potter, uno dei maggiori sassofonisti della scena jazz contemporanea. Potter suona in metà dei brani di “Giezzy”, ma il suo apporto si avverte in tutte le otto tracce dell’album. Il pezzo d’apertura è “Liras”, e in esso si dispiegano le componenti costitutive dell’album: le danze balcaniche, soprattutto quelle provenienti da Macedonia e Bulgaria, moduli greci, classici e il jazz, con improvvisazioni al limite del free. E anche l’incedere del pezzo mostra i caratteri dell’intera opera: dopo l’inizio lento le note si infittiscono, il brano assume un carattere simmetrico e si fa mano a mano più acuto, fino a sfiorare i territori della trance music. “Spoon” è una miscela di suoni balcanici e jazz, con i primi prevalenti fino a metà brano, quando il sax prende il comando delle operazioni e conduce il gruppo verso un jazz molto urbano. In “A.B.” è l’Allegro Barbaro di Bela Bartok a essere rivisto e riarrangiato, utilizzando un insieme di tamboura che gli conferisce toni orientali. Si muove invece tra spazi musicali più intimi e vicini alla tradizione la suggestiva ”Wrap”. Costruita su moduli di origine macedone, presenta due distinte armonie, continuamente ripetute, in cui gli strumenti (clarinetto, tromba, fisarmonica, basso, darbuka e tapan)

dialogano in una sorta di rap, pervenendo poi ad un’unica melodia, come accade per le zurna macedoni. “Laura” è uno standard jazz di David Raskin, che i Söndörgő interpretano secondo uno stile che essi definiscono da orchestra gitana da ristorante, con un intrigante dialogo tra sax e fisarmonica nella seconda parte. “Reba” è un brano di composizione, già presente in "Nyolc8Nyolc” e qui riproposto con un differente arrangiamento, dal sapore arabo-andaluso. Il pezzo si basa su alcune zurna macedoni in 7/8, tra loro sovrapposte e dall’accompagnamento in continua mutazione, fino al finale, in cui la melodia iniziale ritorna trasfigurata. Vivacissimo è “Román”, un adattamento di due danze rumene (“Poarga românească” e “Mărunțelul”) contenute nell’opera di Bartok “Danze folkloristiche rumene”, qui eseguite con flauto pastorale bulgaro, frula (il flauto doppio balcanico), basso e kontra tambura. Sono infine sonorità di jazz urbano e notturno quelle che aprono la lunga “Híd”, in cui il sax alto e quello tenore raggiungono il massimo livello di espressività. Dopo un inizio il cui ritmo balcanico è rallentato e rarefatto, nel suo sviluppo il brano assume toni di una danza ossessiva e inducente a uno stato di trance, riportando l’ascoltatore sugli stessi terreni musicali del pezzo d’apertura. Affascinante, da ascoltare e riascoltare, per la ricchezza del materiale musicale proposto e delle idee compositive ed interpretative, “Giezzy” è come un tessuto in cui ogni filo ha un colore diverso, la cui trama però, per quanto intricata e ricca di dettagli, mostra di essere frutto di un progetto coerente, di qualità elevatissima e di indubbio fascino. I Söndörgő sono: Ábel Dénes (contrabbasso e tapan); Áron Eredics (tamboura, tamboura violoncello, darbuka e tapan); Benjamin Eredics (kontra tamboura e tromba); Dávid Eredics (tamburello, clarinetto, sax alto e kaval); Salamon Eredics (tamburello, fisarmonica, hulusi e frula). 

Marco G. La Viola

Foto di Kotschy Gábor