Ritmu Roots Festival, Żejtun, Valletta, Floriana (Malta), 17 - 25 maggio 2024

Un’iniziativa che fa seguito a “Ilħna Mitlufa – “Malta’s Lost Voices”, una produzione incentrata non solo su Il-Budaj ma pure su altri cantori, tra i quali Mikiel Cumbo “l-Iżgej”, oggi ottantenne ma ancora attivo, anche lui di Żejtun. Proprio lì si è tenuta una festa inaugurale della manifestazione ospitata nel bar-garage di Cumbo L-Iżgej, artefice soprattutto del canto acuto e melismatico, Bormliża. A questa figura del canto maltese si ispira la cantante e attrice Mariele Żammit, che percorre le vie del jazz come del teatro, oltre a sviluppare l’arte del għana, la quale si è esibita con Mikiel in occasione dell’evento d’apertura. Lo Splendid di Valletta ha ospitato seminari sulla tradizione della chitarra a Malta, sugli strumenti siciliani (friscalettu, zampogna, tamburello) con Giorgio Maltese dei Casentuli. Quest’ultimo ci ha condotti all’ascolto di tecniche e stili pastorali nell’uso del friscaletti mostrando le differenze sostanziali con l’approccio basato sulla velocità di tipo folkloristico e turistico che domina nell’isola. Il musicista siciliano ha anche proposto un avviamento ai ritmi del tamburello siciliano. Invece, nel suo workshop Francesco Sultana si sono potuti ascoltare l’oboe popolare di canna żummara, il flauto di canna flejguta o fifra e la zampogna żaqq. C’è stata anche l’introduzione al lauto cretese di Giorgis Manolakis e quella alla chitarra con Francesco Loccisano e Marcello De Carolis. I Casentuli: Simona De Gregorio, Giorgio Maltese e Pasqualino Cacciola sono stati i protagonisti di uno stage di contraddanza siciliana. I magnifici “Argotti Gardens”, giardini botanici di
Floriana, a pochi chilometri da La Valletta, parte di una rete botanica del bacino mediterraneo e di un progetto di conservazione di specie rare ed endemiche, hanno ospitato le serate finali della manifestazione, il 24 e 25 maggio. Prezzi molto contenuti per il pubblico nelle due serate che hanno offerto almeno tre ore di musica. Il venerdì si è cominciato con Tony Pace, veterano chitarrista e didatta che nelle sue composizioni fa confluire classicismo ed elementi della tradizione popolare della chitarra maltese. Il folklore, l'ambiente naturale, la storia locale e le esperienze personali del compositore sono i punti fermi del suo chitarrismo, che si ispira anche ai repertori coreutici e al prejjem, lo stile di accompagnamento del canto għana. Conosciuti come Ta’ Nofsillejl, i chitarristi George Aquilina e suo figlio Karol sono due artisti di bella tempra. Karol è un giovane musicista di formazione accademica con forti influenze del flamenco. La coppia riprende materiali degli archivi sonori di famiglia e di altri storici chitarristi maltesi. Il duo ha accompagnato in due sessioni nei due giorni 24 e 25, i għannej, i cantori esponenti di differenti generazioni. Lascia il segno particolarmente il canto a “botta e risposta”, lo “spirtu pront”, in cui quattro improvvisatori che si rispondono secondo uno schema incrociato di rime su formule testuali tradizionali e su temi stimolati dall’immediatezza del contesto, non privi di passaggi satirici. Come detto, oggi le chitarre accompagnino l’għana: il chitarrista principale (il-prim) improvvisa sui versi,
mentre i daqqaqa sekond (i chitarristi accompagnatori, in numero di due o di uno) forniscono un accompagnamento di solito basato su triadi. A Floriana si sono esibiti i cantori Raymond Laferla r-Ruman, Lawrence Galea tal-Kalora, Fredu Grima tal-Marsa, Frans Cachia l-Budaj. Al sabato è arrivato anche Ċensu Abela tal-Pitrolju, protagonista di ottimi esempi di canto sul registro sovracuto, la Bormliża, eseguito in assolo. Il giorno precedente Francesco Loccisano e Marcello De Carolis hanno portato sul palco maltese la loro padronanza con cui stanno ricollocando nello scenario sonoro italiano la chitarra battente. Rimodellato rispetto agli strumenti contadini di un tempo, lo strumento acquisisce una rinnovata identità, oltrepassa i confini della grammatica tradizionale nell’uso tecnico e compositivo, per incontrare altri mondi sonori, colti e popolari, sempre all’interno di una visionarietà mediterranea. Pure proiettato verso una sensibilità personale che va oltre il il linguaggio popolare è il Nefalo Project, progetto del suonatore di laouto cretese Giorgis Manolakis con il batterista ateniese Nikos Sidirokastritis. Il sodalizio si nutre di forme tradizionali, si ammanta di jazz e altri linguaggi assimilati da chi pratica le musiche modali della scuola Labyrinth di Ross Daly. Dalla Sicilia, i Casentuli si sono rivelati un trio vivace, versatile quanto ed efficace nella resa sonora, sia per la varietà di timbri (plettri, flauti, zampogna, organetto e percussioni) sia per la scelta del repertorio (canti carnevaleschi, canti di lavoro, danze, stornelli, serenate e un omaggio a
Rosa Balestreri). Lasciato il Mediterraneo, ci si è spinti verso latitudini baltiche con Ann-Lisett Rebane e Katariina Kivi: il Duo Ruut. Le musiciste condividono il kannel, la cetra tradizionale, che diventa strumento a quattro mani: pizzicato e percosso usando bacchette da batteria, un archetto da violino e altri attrezzi per produrre passaggi melodici, sequenze iterative, bordoni, ostinati, unisoni e variegate ritmiche che accompagnano le loro armonizzazioni vocali. Hanno appreso i loro canti dagli archivi etnomusicologici estoni, ma il loro approccio è decisamente lontano dal ricalco di tecniche o espressioni tradizionali. Cosicché si avvicendano formule incantatorie, tragiche storie d’amore, canti di lavoro e pure una canzone irlandese, condite con una fresca vena ironica con cui raccontano il loro Paese. Ritmu Roots Festival è un festival che in punta di piedi va al sodo, un invito alla conoscenza e al confronto, mette in mostra il retaggio folklorico di Malta ma al contempo instaura dialoghi: è un’esperienza da vivere. 



Ciro De Rosa 

Foto di  Elisa Von Brockdorff

Si ringraziano Visit Malta, Mulberries Żaggar, Andrew Alamango, Yasmine Scorfina e Isabel Sant

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