Giuseppe Muraca, musicista calabrese e costruttore di zampogne “coscienzioso”

Che legni e materiali utilizzi? Da dove provengono? Ti poni problemi di sostenibilità nell’uso dei materiali?
La zampogna è uno strumento creato da materiale tutto quanto naturale. Il legno, il corno bovino, la canna per le ance e la pelle di capra per gli otri. I materiali che adopero principalmente sono: per i fusi, legni di erica, mandorlo, albicocco, bosso, giuggiolo. Mentre per le campane i legni più indicati sono: il gelso, ciliegio, noce, acero. Le zampogne calabresi in particolar modo presentano degli anelli in corno naturale bovino, che hanno sia una funzione estetica e sia di protezione per il legno. Posti anche in punti delicati come i filetti che giuntano fusi e campane. La questione della sostenibilità me la sono posta, ma credo che appunto essendo uno strumento realizzato completamente con materiali naturali, il problema dell’inquinamento è pari a zero! 

Che tecniche costruttive utilizzi?
Cerco di utilizzare tecniche di costruzione tradizionali, certo prima venivano utilizzati torni a pedale, oggi c’è quello elettrico. Per esempio, per la foratura utilizzo utensili che ovviamente non si trovano in commercio, bisogna rivolgersi ai fabbri, come le punte a cucchiaio, forando proprio come 100 anni fa. Altre componenti come le viti, le realizzo a coltello sia sulle zampogne che sulle ciaramelle.

Che domanda c’è rispetto agli strumenti che costruisci?
Fortunatamente oggi tanti giovani e tante persone di ogni età si stanno avvicinando alla musica popolare e a strumenti come la zampogna e la ciaramella. Ci sono diverse richieste di più persone che oggi utilizzano questi strumenti in vari contesti, contesti tradizionali e non, ed è molto interessante come la zampogna e le ciaramelle oggi li ritroviamo in tante case o su tanti palchi a portare musica e a far divertire la gente.

Utilizzi strategie di marketing utilizzi?
No non utilizzo strategie di marketing, diciamo che oggi i social sono il mezzo di comunicazione più usato, specialmente tra i giovani. Credo che se sia usato in maniera corretta sia un’ottima rete di portare 
cultura. Mi piace fotografare i miei strumenti, renderli pubblici su un profilo Facebook o Instagram, affinché siano anche oggetto di discussione e che si creino scambi con altri appassionati e costruttori.

Hai relazioni con altri costruttori? Come sono?
Sì, ci sono costruttori, ho un ottimo rapporto con tutti quanti, spesso in questo campo c’è sempre un po’ di invidia ma è molto bello essere sempre aperti al confronto, specialmente alla condivisione e alla diffusione della cultura. L’arte della costruzione è giusto che sia diffusa alla luce del sole affinché continui a sopravvivere sempre. Essere chiusi e riservati io credo che non porti a nessuna parte quindi cerchiamo di diffondere il più possibile cultura e arte.

Che tipo di mercato è il tuo? 
Non so dire che tipo di mercato sia il mio, diciamo che non è il mio lavoro principale. Mi occupo della costruzione per passione, fornisco strumenti a suonatori che li adoperano in contesti tradizionali come feste, novene ecc., strumenti a musicisti che li adoperano su palchi e hanno la necessità di averli intonati perfettamente per poterli utilizzare con altri strumenti come organetto ecc.

Che sviluppi futuri prevedi nella tua attività di costruttore?    
Mi auguro di poter portare avanti la sempre la strada della costruzione e della diffusione della cultura. Il mio sogno sarebbe vivere di questo, amo il legno e amo la costruzione ma purtroppo vivere di questo è dura, specialmente qui in Italia.

Come passare alle nuove generazioni questi saperi? 
Come detto prima, oggi nel 2024 abbiamo potenti mezzi di diffusione come i social e Internet, possono essere mezzi adatti per avvicinare i giovani. L’arte della costruzione in ogni caso va praticata, bisogna “andare a bottega” da qualcuno per poter apprendere e praticare. Si può lanciare il messaggio ma va praticata manualmente. Specialmente non bisogna essere gelosi, ma generosi e a favore della diffusione.

Sei uno dei fondatori e organizzatori di Felici&Conflenti. Ci parli dell’associazione e di cosa state organizzando per questo 2024?
Felici e Conflenti è un progetto che nasce per la salvaguardia e la diffusione del repertorio coreutico musicale dell’area del Reventino. Quindici anni fa insieme a gli altri ragazzi abbiamo iniziato a fare ricerca in tutta l’area. Abbiamo pensato che era giusto ridare al territorio ciò che stava svanendo e che si stava perdendo. Far riappropriare la comunità delle tradizioni come il canto, la zampogna, l’organetto e la danza e sempre stato il nostro obiettivo. Quest’anno “Felici e Conflenti” compie dieci anni. Organizziamo diversi corsi, abbracciando anche altri campi oltre a quelli musicali, come la cucina tradizionale e l’arte della tessitura al telaio. L’appuntamento è a Conflenti (CZ) dal 23 al 27 luglio. Per il programma c’è il sito www.felicieconflenti.it.


Video per gentile concessione di Chiara Mastroianni

Ciro De Rosa

Foto di Chiara Mastroianni (1) e Eugenio Ferraina 

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