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eccezionalmente, il pianoforte, nell’animata “I Built Two Boats to Take Me to the Sea”, o le percussioni, come nell’energetica “Ancestor Call” e nel brano antifonario “Goodbye, We Will Never Meet Again” - danno voce ai sentimenti suscitati dagli eventi e dalle relazioni quotidiane, ma anche al senso di ingiustizia di fronte alle scelte dei governi locali e globali, a partire dalle inondazioni, evocate in “Villages Swallowed by the Floods” e “Sweet River (The Government Drowned Our Village for the Dam”. Sulla chitarra gli accordi possono divenire principalmente un sostegno ritmico o articolare arpeggi che amplifichino il senso di perdita e di nostalgia per le persone care.
Chi in questi accordi cerca l’Amazzonia può rimanere spiazzato dalla ballata che apre l’album, “Some Kind of New Beginnings”, cantata sulle note di “You Raise Me Up”, registrato negli anni 2000 dai Secret Garden (vincitori dell’edizione 1995 di Eurovision Song Contest) e evidentemente affine ai brani più spirituali, come la preghiera “Please Save Me”, in cui la voce è affiancata dal fischio, o nella più briosa “When I Go to Sleep” in cui le voci e le parti soliste di chitarra offrono parti armonizzate.
Ai Saramaccan Sound (Suriname) Marilena Umuhoza Delli (foto) e Ian Brennan (testi) hanno dedicato il settimo capitolo del nuovo libro “Missing Music: Voices from Where the Dirt Roads End” in cui raccontano: “Come spesso accade, le canzoni migliori sono emerse solo dopo aver finito di registrare. Abbiamo dovuto smontare e rimontare l’attrezzatura altre tre volte mentre gli uomini riprendevano a cantavare quasi ininterrottamente per tutta la notte, sempre più liberi man mano che si scolavano bottiglie di rum. Sembravano padroni di una capacità quasi inesauribile di evocare nuove canzoni. Infine, hanno concluso con un inno scritto sul momento: ‘One Mother, Two Hearts’”.
Alessio Surian
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Sud America e Caraibi