Archeologia sonora: An Namnediz, il primo gruppo musicale bretone

Incisero davvero assai poco, solamente tre dischi singoli, di cui il primo presso l’etichetta bretone Mouëz-Breiz, per un totale di appena tredici canzoni, mai neppure un solo LP. Però si trovarono a suonare un po’ ovunque in Bretagna fino al 1973 e arrivarono a farlo anche a Les Lilas di Parigi o in Irlanda. La cosa più straordinaria fu che per primi, nel 1970, proposero “Tri martolod yaouank”, irresistibile laridé raccolta dai marinai bigoudens del Quiberon, che ritroveremo poco dopo sempre presente in ognuno dei grandi concerti di Tri Yann e Alan Stivell (interpretata in forma un po’ “rivendicativa” forse per motivi ritmici). Il brano finirà registrato anche nei dischi di gruppi lontani nel tempo e nello spazio come quello folk-medioevale tedesco Reliquiae (2011), quelli cechi České Srdce (1994) e Bran (2012) oppure quello canadese di Claire Pelletier (2003). Quel secondo singolo di An Namnediz si apriva con la canzone “War Bont An Naoned” tradizionale dans a-dal del Bro-Leon, che tre anni dopo ritroveremo sul secondo LP ancora dei Tri Yann, per finire inciso fino in Boemia nel 2008, in forma di rond di Landeda (sempre da Bran nel cd “An delienn”). Tugdual Kalvez e compagni avevano iniziato a preparare anche un disco pedagogico composto da canzoni infantili ma il progetto si interruppe. Quando smetteranno di esibirsi la “vague bretonne” non sarà ancora arrivata e, oltre i confini regionali, pochi conoscevano le musiche delle campagne nantesi, delle paludi di Guérande o di Cornovaglia, Trégor, Pays Vannetais. Ma in questa parte di Loira Atlantica, che veniva soprannominata “La Bretagne Heureuse”, era comune vedere sorridenti bambini bretoni del Pays de Retz cantare e armonizzare queste arie musicali. An Namnediz per quindici anni ha suonato senza cercare modelli d’oltremanica o d’oltreatlantico, anzi, a dire il vero, nemmeno d’oltre Couesnon (breve fiume d’Ille-et-Vilaine), sottolineando come sia la lingua, la vera ricchezza della loro cultura. 
Finita l’avventura i componenti del gruppo si dispersero geograficamente a Rezé, Vannes e altrove, Gwenola andò fino in Malesia e Singapore. Ma si diedero appuntamento nel settembre del 1975 ancora nello stesso Castello dei Duchi di Bretagna a Nantes, in occasione dell’addio di Kouerien Sant-Yann, il famoso ensemble che fu un po’ il loro figlio spirituale. Un’altra occasione d’incontro avvenne una decina di anni dopo, nel giugno 1984 a Nort-sur-Erdre e una ulteriore nel 1989 a Erge-Vihan, comune nel Finistère, a sud di Kemper (che dal 1960 è annessa alla città assieme alle limitrofe Kerfeunteun, Ergué-Armel e Penhars). Quest’ultima in particolare ha originato l’audio-cassetta a tiratura limitata “An Namnediz en Erge-Vihan”, reperto storico che raggruppa le differenti sequenze di un concerto immaginario che non vedrà mai la luce ma lasciata a guisa di testamento di ciò che hanno rappresentato per la Bretagna musicale. Tra le riprese figura anche quella di “Koroll Ar C’Hleze” tratta dal Barzaz Breiz (1867) del Visconte Hersart de la Viillemarqué; la celebre e coinvolgente “Danza della Spada” (conosciuta anche con il nome “Dir Ha Tan”) che viene interpretata nell’occasione da voce, scacciapensieri e percussione. Infine nell’estate del 2005 l’allora Presidente del Circolo Bretone di Nantes propose a Tugdual Kalvez di festeggiare ufficialmente i sessant’anni dalla creazione del gruppo. Alcuni, nel frattempo, avevano abbandonato la musica ma Youenn Landreau si offrì di prendere il posto del padre Henri, nel frattempo defunto e si unì anche Naig, la sorella minore di
Ttugdual e Gwenola, che nel 1960 era troppo piccola per partecipare. La ragazzina amava il canto e nel frattempo, si era fatta le ossa in una corale nantese. Erano passati già più di trent’anni ma la sera del 15 dicembre 2005 An Namnediz tornarono sul palco e qualche mese più tardi vide la luce perfino un raro CD antologico “1960-1973” che raggruppava quelle loro passate registrazioni: tre 45 giri (1966, 1970, 1973) più la cassetta del 1989. Nel dicembre dello stesso anno anche Lus Rastell, l’antica prima compagna di kan-ha-diskan di Gwenola, oramai pensionata, li raggiunse sul palco a St-Julien-de-Concelles per un’ultima serata di fest-noz, chiudendo in questo modo il cerchio musicale di un clan familiare e amicale come non ce ne sono più, senz’altro figlio di un’epoca gloriosa oramai superata dalla storia.

Flavio Poltronieri

Sul Ponte di Nantes (“War Bont An Naoned”) 

Sul ponte di Nantes
sul ponte di Nantes
l’altro giorno, cantando
l’altro giorno, cantando

Vedo una ragazza
lungo il flusso dell’acqua, che piange

E le chiedo
perché piangeva

Il mio anello d’oro, ha detto,
nel mare è caduto

Offro qualsiasi cosa
a chi va a prenderlo

Cinquanta corone donerò
al vostro buon cuore

Alla prima immersione
niente ha visto

Alla seconda immersione
ha toccato l’anello

Alla terza immersione
è annegato il ragazzo

Suo padre era alla finestra,
scoppia a piangere

Avevo tre figli
e ne sono annegati tre

Al cimitero della Santa Trinità
tutti e tre saranno sepolti

Tre Giovani Marinai (“Tri martolod yaouank”)

Tre giovani marinai tra-la-la la di-ga-tra
tre giovani marinai partono in viaggio

   Parto in viaggio, gê! 
   Parto in viaggio

Il vento li ha portati fino a Terranova
Vicino alle pietre del mulino hanno bagnato le àncore
e là dentro c’era una servetta
che mi chiede dove ci siamo conosciuti
“A Nantes, al mercato, abbiamo scelto un anello”


Ditemi (“Lavarit Din” di Iffig Poho, incarcerato nel 1968 a La Santé, Parigi in quanto membro del Talbenn Dieubiñ Breizh - Fronte di Liberazione Bretone) 

Ditemi, uomini del mio Paese
ditemi che novità ci sono
sulle terre della disgraziata Bretagna,
sulle terre di Nominoë.

Artù, il Liberatore non è tornato
non è ancora tempo di libertà
sento i gemiti del popolo proletario,
il furore della giovinezza sale fino a me.

Non è conclusa la nostra lunga marcia,
la speranza del nostro popolo non è perduta,
i cuori oppressi saranno liberati dalla loro angoscia,
il popolo bretone sarà liberato.

Traduzioni italiane di Flavio Poltronieri tratte dal volume “Koroll Ar C’hleze” – Danza della Spada – Raccolta di testi bretoni contemporanei, 1985 - a cura dello stesso

Posta un commento

Nuova Vecchia