Alessandro Deledda – Club Notturno (Losen Records, 2023)

Umbro di origini Sarde da diversi anni di base a Perugia, Alessandro Deledda è un eclettico pianista e compositore in grado di muoversi abilmente in ambiti artistici ed espressivi differenti, spaziando dall’attività di compositore per colonne sonore al jazz, il tutto senza dimenticare il suo costante impegno in ambito didattico con la scuola di musica “Piano Solo” fondata a Perugia nel 2009. Nel corso degli anni, ha messo in fila una lunga serie di collaborazioni di prestigio, sia in studio sia sul palco, e un buon numero di dischi tra cui segnaliamo il debutto “Conception & Contamination” del 2011, “Morbid Dialogues” del 2014 inciso in quartetto, e il più recente per piano solo “9 Pièces Nocturne pour Piano” del 2022. A distanza di quasi due anni da quest’ultimo lo ritroviamo con “Club Notturno” album, registrato all’Artesuono studio di Stefano Amerio nel febbraio 2023, con un quartetto d’eccezione composto da Francesco Bearzatti (sax e clarinetto), Danilo Gallo (basso elettrico), Riccardo Catria (tromba e flicorno) e Marco D’Orlando (batteria). Si tratta di un concept-album che, quasi fosse l’immaginaria soundtrack, ci conduce nel cuore dell’intreccio narrativo di un b-movie poliziottesco degli anni Settanta, il tutto caratterizzato da cambi di ritmo e da quella inconfondibile atmosfera di suspence che fa tenere lo spettatore con il fiato sospeso. I nove brani in scaletta ci riportano, così, alla mente le immagini di film come “La polizia ringrazia”, “Roma Violenta”, o “Italia a mano armata”, ma anche di pellicole americane come la serie dell’ispettore Callaghan, con Deledda che sapientemente costruisce una storia immaginaria dai risvolti autobiografici, nel quale si susseguono storie, ritratti e città. A riguardo il pianista sardo sottolinea: “Club Notturno, è associata al ricordo di un periodo storico in cui ero bambino. Sono figlio degli anni ‘70, che non ho vissuto se non con l’immaginazione. Recupero i ricordi del contesto sociale del nostro Paese di quell’epoca dove avevamo pochi mezzi e tanta virtù. Il cinema era pochi mezzi e tanta virtù. Non c’erano rischi di deep fake o AI, c’era la realtà e si giravano i film in mezzo alla gente, nei quartieri, con le comunità che li vivevano e attraversavano. È storia che Lenzi, con la sua genialità, riprendeva gli inseguimenti dal vero, come in Napoli violenta, senza comparse, perché per lui l’inseguimento al mercato doveva essere fatto con la gente del mercato, l’attraversamento del funerale non era finzione, il tamponamento del maggiolone verde non era finzione”. Dal punto di vista prettamente sonoro il disco, spicca per riconoscibilità compositiva e stilistica, e colpisce per l’approccio zappiano con cui il quartetto incrocia brillantemente jazz e funky con una buona dose di soul e prog-rock, dando vita ad un concentrato di Napoli Centrale, Azymuth e Weather Report. Destreggiandosi tra pianoforte, piano Rhodes e synth, Deledda guida con maestria il quartetto, lasciando ad ogni strumentista i propri spazi e la possibilità di contribuire con le proprie peculiarità ad ogni brano. Ad aprire il disco è la bella sequenza in cui ascoltiamo le evocative “Hotel Milano” e “Cinema Napoli”, per addentrarci nel lirismo immaginifico della title-track che rappresenta uno dei vertici del disco. Il ritratto di un losco bandito de “Il brigante genovese” ci introduce all’intenso groove delle notturne “7 Ore a Palermo” e “G.R.A.” nelle quali brilla il contributo della superba sezione ritmica, per giungere al dialogo tra filicorno e batteria di “Capriccio Salentino”. Le sperimentazioni di “Colazione a Capri” sospesa tra ricercate dissonanze e la ballad “Appunti veneziani” chiudono un album maturo e dal sound intrigante che non mancherà di affascinare quanti vi dedicheranno un attento ascolto. alessandrodeledda.bandcamp.com/album/club-notturno 


Salvatore Esposito

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