Artisti Vari – 17 fili rossi +1. Ricordando Piazza Fontana (Latlantide, 2023)

Il 12 dicembre del 1969 Milano veniva colpita profondamente dalla strage di Piazza Fontana, che aprì una stagione dolorosa, culminata con la strage alla stazione di Bologna nel 1980. 17 furono le vittime, più una, l'anarchico Giuseppe Pinelli che precipitò tre giorni dopo, da una finestra della questura. Per ricordare questo tragico evento, nasce l'idea di realizzare un disco a tema. La scintilla scatta da una lirica di Fulvio Maria Berretta, poi musicata da Renato Franchi. Il titolo invece è suggerito dalla visione del docufilm “Io ricordo, Piazza Fontana” di Francesco Miccicchè. Il disco raccoglie 16 tracce, tra canzoni e monologhi, la copertina rappresenta i funerali in Piazza Duomo in un'opera grafica di Giovanni Tagliavini, altre sue immagini arricchiscono il booklet, insieme ai contributi di Fulvio Maria Berretta, Francesco Dendena, Licia, Claudia e Silvia Pinelli. In apertura la titletrack “17 fili rossi” eseguita da Renato Franchi con la sua band, pennellata dalla fisarmonica e dal violino, prosegue Filippo Andreani con voce e chitarra classica per la bella e malinconica “Quasi soltanto mia”. Daniele Biacchessi declama “Il paese della vergogna” sopra ad un tappeto di tastiere, il gruppo Come le foglie esegue “Piazza Fontana” (Scritta nel 1975 da Claudio Bernieri) come una marcia infarcita di suono Irish. Emily Collettivo Musicale riscopre “Fontana del dolor” (composta dal cantautore meneghino Angelo Cavallini) a ritmo di flamenco, Renato Sarti legge “Il rumore del silenzio” accompagnato dagli archi. Una chitarra elettrica tratteggia “La fontana”, un pezzo trascinante degli Yo Yo Mundi, seguito da ll’acustica “oggi no” cantata da Andreacarlo. A Paolo Raimondi vengono affidate le parole di Claudio Ravasi con "A Milano vado poco", Daniele Ridolfi con chitarra, armonica e ukulele esegue il suo inedito "Un ferroviere" (dedicata a Pinelli). La Casa del vento ripropone “Popolo unito”, direttamente dal disco “Al di là degli alberi” del 2004, Silvano Piccardi narra “La prima strage di stato”. Immancabile Alessio Lega (con i fedelissimi Guido Baldoni e Rocco Marchi) che esegue “La ballata di Pinelli”, preceduta da “Il feroce Monarchico Bava”, entrambe con la stessa melodia, anche la banda degli Ottoni a Scoppio ripropone “Piazza Fontana” con un arrangiamento balcanico alla Goran Bregovic, cantando solo il ritornello. L'inconfondibile voce di Moni Ovadia accompagnata dalla fisarmonica è presente in "Non è finita", chiudono il cerchio i fratelli Severini dei Gang con la storica "Via Italia", proposta nella versione in duo. Come spesso accade in presenza di operazioni di tipo elencatorio, quasi enciclopedico, si rimane un po’ stupiti per l'assenza di gruppi o cantautori che hanno detto la loro sul tema trattato. Ciò non inficia il valore nobile dell'operazione complessiva e il fatto che ancora oggi la storia e la memoria vengano trattati nei testi e nella musica di molti gruppi italiani è sicuramente confortante, anzi, è un aspetto di grande rilievo. A patto che certe storie non rimangano esclusivo appannaggio di una cerchia ristretta che si autoriferisce, perché questo farebbe male alla storia e al presente del nostro Paese. 


Marco Sonaglia

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