Le pubblicazioni de I Quaderni di Digressioni proseguono con “Jazz europeo. Non di solo passaporto”, originale volume firmato dal pianista e compositore Livio Minafra e dal giornalista e critico musicale Ugo Sbisà i quali, partendo dalle rispettive esperienze di insegnanti presso il Conservatorio, hanno unito le forze per ricostruire idealmente, attraverso gli ascolti, la storia e ancor di più la geografia del jazz europeo, il tutto senza la pretenziosità di completezza o enciclopedismo, ma piuttosto offrendo al lettore una serie di suggestioni e stimoli alla scoperta. Nell’epoca in cui sempre più spesso a suggerirci gli ascolti sono le piattaforme di streaming, questo volume rappresenta una sollecitazione alla curiosità del lettore/ascoltatore che passa attraverso, le brevi ma efficacissime schede degli autori e il magnifico apparato iconografico con le immagini dei protagonisti del jazz europeo e le copertine dei dischi segnalati. In questo senso, non casuale è stata anche la scelta di indicare non più di due album per ogni artista, ma la vera sorpresa è che spesso ad essere segnalati sono lavori che non ci si aspetta ma che, a ben vedere, sono le opere che meglio rappresentano la cifra stilistica o l’ispirazione dei vari artisti. Come si legge nella presentazione “a orientare questa scelta, una consapevolezza: col passare del tempo, nulla di ciò che si dà per scontato o per acquisito lo diventa automaticamente per le nuove generazioni, sempre meno a proprio agio all’idea di confrontarsi col passato”. Gli autori hanno, così, tracciato un percorso, figlio delle rispettive esperienze come dei gusti personali, ma anche di ricordi e passioni comuni che, nel loro insieme, compongono uno sguardo d’insieme di straordinaria bellezza nelle cui tracce non è raro ripercorrere in parallelo anche la storia di due tra i più importanti festival jazz italiani, l'Europa Festival Jazz di Noci e del Talos Festival di Ruvo di Puglia. Sfogliando le pagine del libro si comprende come il jazz approdato in Europa abbia assunto tratti diversi integrando la musica classica e quella contemporanea, il folk e le suggestioni mediterranee, e pian piano siano sbocciate le diverse scene musicali nazionali con le proprie peculiarità e specificità di suono, di pensiero, di composizione e improvvisazione. Il viaggio parte dalla Francia con Django Reinhardt, Martial Solal e Jean-Luc Ponty, ma anche Richard Galliano, Louis Sclavis e
Michel Godard, Renaud Garcia-Fons e Michel Petrucciani. Approda, poi, in Italia con Gorni Kramer, Giorgio Gaslini, Mario Schiano, Enrico Intra, Enrico Rava e Franco D'Andrea, non mancano
Gianluigi Trovesi, Bruno Tommaso, Antonello Salis e Pino Minafra, così come non era possibile dimenticare il compianto Massimo Urbani, Roberto Ottaviano, Maria Pia De Vito e Paolo Fresu, ma soprattutto la straordinaria esperienza dell’Italian Instabile Orchestra. Dalla Germania con
Peter Brötzmann e Günter "Baby" Sommer, si passa in Gran Bretagna con Evan Parker e John Surman, visti entrambi in una straordinaria edizione del Talos, dove non erano estranei neppure
Keith Tippett, la ICP Orchestra, o Misha Mengelberg. Da ultimo non mancano gli sguardi verso la scena balcanica, greca e turca, oltre a quella scandinava (Edward Vesala, Jan Garbarek, Lars Danielsson) e dell’est europeo, per concludere con un focus sulla scena iberica e mitteleuropea.
“Jazz europeo. Non di solo passaporto” è il libro jazz che non ti aspetti, non accademico, ma rigoroso nella sua visione non convenzionale, quella visione che unisce melodia, ricerca e follia…
Salvatore Esposito
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