Coro Saghmosergu, Fondazione Cini, Chiesa di San Giorgio, Venezia, 9 Settembre 2023

Insieme a San Gregorio di Narek, San Nerses Shnorhali (il Grazioso) è fra le figure di spicco della cultura armena medievale. Le loro opere hanno segnato i repertori musicali dei secoli che vanno dal decimo al quindicesimo per poi continuare ad influenzare anche i compositori dei secoli più recenti. Dal lavoro di San Nerses Shnorhali hanno tratto ispirazione anche Ghevont Alishan, che con la Congregazione Mekhitarista di San lazzaro curò e pubblicò nel 1852 una raccolta di canzoni popolari armene, e Komitas Vardapet, imprescindibile etnomusicologo e compositore a cavallo fra il XIX e XX secolo. In occasione dell’850° anniversario della morte di San Nerses Shnorhali, per ricordare questo Patriarca armeno la Congregazione Mekhitarista, con il sostegno del Consolato onorario della Repubblica d'Armenia a Venezia, ha organizzato tre giorni di celebrazioni che hanno visto protagonista il Coro di voci maschili Saghmosergu di Yerevan diretto da Vahé Begoyan. L'8 settembre, in occasione della festa della Nascita della Santa Vergine Maria Madre di
Dio, è stata celebrata una Divina Liturgia nella chiesa di San Lazzaro, il Coro Saghmosergu ha interpretato un repertorio di composizioni polifoniche di Komitas Vardapet. Il 10 settembre pomeriggio, il Patriarca di Venezia, l'arcivescovo Francesco Moraglia, ha tenuto la funzione vespertina nella Basilica di San Marcoospitandio il coro Saghmosergu che ha offerto una selezione di canti composti dal Patriarca San Nerses Shnorhali. Fra queste due celebrazioni liturgiche, il 9 settembre pomeriggio, in collaborazione con la Fondazione Cini e la comunità benedettina, la ricca eredità musicale di San Nerses Shnorhali è stata ricordata con un concerto all’interno della Chiesa Palladiana sull'isola di San Giorgio Maggiore. A introdurre gli ascoltatori ai repertori eseguiti durante il concerto è stato il professore Mher Navoyan, musicologo medievalista del Conservatorio Statale “Komitas” di Yerevan, direttore del Dipartimento di Musica popolare e dell’Istituto delle Arti dell’Accademia Nazionale delle Scienze. Il Coro Saghmosergu
ha proposto un concerto articolato in tre diversi momenti. Nella prima parte è stata dedicata a sei canti spirituali di San Nerses Shnorhali selezionati fra i circa duecento, sia monodici, sia a più voci, conservati fino ad oggi. La parte centrale del concerto ha dato voce a dieci canti tratti dalla Divina Liturgia armena cui San Nerses Shnorhali dette un contributo fondamentale e fra cui spicca il canto “Ter voghormia” (Signore, pietà), di origine popolare. Venne introdotto nella liturgia nel 1763 dal Cathoilicos Simeon I di Yerevan ed è particolarmente conosciuto nell’arrangiamento che ne fece Komitas per il canone della VI domenica di Quaresima. Gli inni sono stati al centro della terza e ultima parte del concerto, in particolare con cinque brani tratti dall’innario “Sharaknots”, ossia di canti sharakan. San Nerses Shnorhali ne compose almeno quaranta, avviando una nuova fase nello sviluppo degli sharaknots. Inoltre, questa parte è stata aperta da un’ode, un canto solenne del periodo natalizio: “Steghzogh manganz” (Creatore dei fanciulli). In una chiesa gremita e
dotata di un’ottima acustica, il coro ha letteralmente catturato l’ascolto dei presenti grazie alla coesione e versatilità delle quindici voci, impeccabili in ogni registro e negli impasti sonori, attenti alle intense linee melodiche dei sei solisti, Sargis Minasyan, Mikayel Grigoryan, Vardan Tumanyan (tenori), Aren Avetyan e Arman Grigoryan (baritoni), Armen Grigoryan (basso) e del direttore stesso. Vahé Begoyan conferma l’eccellenza del suo lavoro di lunga data sul repertorio di Komitas ed i suoi precursori, presentato anche recentemente al Komitas Museum-Institute di Yerevan. 

 

Alessio Surian

Foto e video di Alessio Surian

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