Festival Villa Arconati, Villa Arconati, Bollate (Mi), 28 giugno - 13 luglio 2023

Sin dalle primissime edizioni il festival di Villa Arconati si è caratterizzato per proporre sempre un programma equilibrato, in cui alla musica e la canzone d’autore italiana e internazionale affianca interpreti di spessore internazionale, compie incursioni nelle nuove tendenze, pone attenzione alle musiche di matrice etnica o identificabili con aree ed ambiti culturali precisi, anche soltanto metropolitani, fino a proporre negli ultimi anni spettacoli teatrali e di teatro-canzone. In questo modo, pur se negli ultimi anni ha anch’essa visto un ridimensionamento spaziale e temporale, la rassegna (organizzata dal Comune di Bollate in collaborazione con la Fondazione Augusto Rancilio e CSBNO) mantiene pienamente il carattere del festival, in questo distinguendosi rispetto a molte altre manifestazioni musicale dell’estate d’area milanese, che spesso appaiono come una serie di proposte tra loro scoordinate, in cui scelte sembrano dettate più dagli ipotetici incassi che da un vero progetto culturale. Così anche quest’anno il Festival ha alternato generi e generazioni, con l’apertura affidata a Andrea Pennacchi, con “Poiana e i suoi
fratelli”, la chiusura ad opera dei newyorkesi “Too many Zooz”, con la loro miscela di jazz, EDM, punk rock e altro; Elio, che ha reinterpretato il repertorio di Enzo Jannacci; la popstar Natalie Imbruglia, e i tre concerti da noi seguiti e di cui di seguito scriviamo: Fabrizio Grecchi, Raphael Gualazzi, Suzanne Vega. Da ricordare ancora che, oltre al Festival ed in contemporanea con esso, presso lo spazio teatrale LaBolla di Bollate, si tiene un Fuori Festival, con spettacoli teatrali e musicali in parte destinati ai bambini, in parte incentrati su esibizioni di cover band. Tornando alla manifestazione principale, il concerto di Fabrizio Grecchi, intitolato “Beatles piano solo” è iniziato all’alba di domenica 2 luglio, ma ha visto comunque una nutrita partecipazione di pubblico, ampiamente ripagato per la fatica di una sveglia anticipata dalla bella rilettura che Grecchi fa del repertorio beatlesiano e dalla possibilità di poter visitare ad un orario insolito una delle più belle ville della cintura metropolitana milanese, con il suo grande parco. Il concerto si apre con “And I 
love her”, “Eleanor Rigby” e, nel momento in cui i primi raggi di sole illuminano il palco, “Here comes the sun”. Da lì in avanti Grecchi prosegue lungo un originale e personalissimo sentiero musicale, in cui ogni pezzo è nel contempo riconoscibile e permeato delle scelte interpretative del pianista, così che nel complesso il suono risulta unitario nello stile, pur spaziando tra brani provenienti da momenti diversa della storia dei Beatles. Dei brani meno mainstream sono esaltate le perle compositive in essi contenute, mentre alle canzoni più celebri viene tolta quell’immagine di “monumento musicale” in cui spesso sono fossilizzate. Ed ecco quindi “Michelle” senza quell’eccesso di zucchero in cui tanti interpreti sono rimasti invischiati o “Hey Jude” che ritrova il suo carattere, depurata dallo stretto allure di canzone della festa. In questo fa gioco il rapporto che Gracchi instaura con il pubblico, avviando dei colloqui divertenti e dai tratti autoironici, e poi coinvolgendolo nell’esecuzione di “Come together” e “Yellow Submarine”. 

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