Artisti Vari – Taa! Our Language May Be Dying, But Our Voices Remain (Glitterbeat, 2023)

Nell'ultimo decennio, Ian Brennan ha prodotto oltre quaranta dischi, dando voce a musiche “nascoste” in cinque continenti, viaggiando fra paesi come Comore, Ghana, Gibuti, Ruanda, Sud Sudan, Tanzania, Cambogia, Pakistan, Romania. Nel 2023 ha già pubblicato “Thank you for bringing me back to the sky” con le voci di cantanti ultracentenari dell’Azerbaijan) e “Where water meets water”, con protagonsita Sainkho Namtchylak, registrato dal vivo sulle isole abbandonate di Venezia, in Italia. L’undicesimo album della collana Hidden Musics è stato registrato da Ian Brennan in diversi villaggi del Botswana. A legare i canti inclusi nel disco è la lingua taa, una delle lingue tuu che è, a sua volta, una delle tre famiglie linguistiche tradizionali che compongono le lingue khoisan. Taa significa essere umano e questa lingua offre quasi il quadruplo dei suoni rispetto a quella italiana: 112. Anthony Traill, studioso del taa, ha identificato 4 tipi di toni, 31 vocali e 58 consonanti che danno vita a diciannove serie di click vocali: si differenziano per fonazione, modalità e complessità del contorno della corrente d'aria. Si tratta di consonanti perfettamente normali in taa. Purtroppo, sono rimaste solo circa 2.500 persone a parlarla, è una lingua che sta scomparendo. I parlanti taa appartengono alle antiche popolazioni di cacciatori-raccoglitori dell'Africa meridionale spesso chiamate "san" o "boscimani" che suonano quattro tipi diversi di lamellofoni (enate, karanyane, taon taon e runba) e vivono in una vasta regione che va dal fiume Molopo, al confine tra Botswana e Sudafrica, a sud-est, fino a Leonardville, sul fiume Nossob in Namibia, a nord-ovest con dinamiche socio-economiche diverse: da braccianti agricoli in aziende commerciali, alle interazioni con le attività pastorali dei Kgalagadi e degli Herero, alle forme di vita indipendente in spazi comuni o forzati da programmi di reinsediamento. Spesso. sono tra i gruppi considerati di minore status sociale ed economico: le attività di caccia e raccolta - un tempo il principale mezzo di sussistenza - sono oggi limitate dalle leggi o considerate illegali. La maggior parte dei parlanti vive in Botswana ed alcune centinaia vivono in Namibia (dove si fanno chiamare ǃXun in base al dialetto parlato). Il tratto distintivo (e musicale) del taa sono gli oltre ottanta suoni di click, spesso pronunciati a gruppi, e articolati in cinque modi diversi: bilabiale, dentale, laterale, alveolare e palatale. Spesso le consonanti con “click” sono preferite alle non-click quando si tratta della posizione iniziale nella parola. L’album si focalizza sulla voce, da sola o in coro, accompagnata dal battito delle mani, percussioni e lamellofoni. Si tratta di un viaggio in alcuni dei luoghi più remoti dell’immensa pianura del Botswana. Protagonisti delle registrazioni sono, soprattutto, anziani sciamani; due di loro sono ciechi. Le sedici registrazioni sono relativamente brevi, con pochi brani che raggiungono i tre minuti, in particolare quelli in cui il canto dialoga con un lamellofono che vede protagonisti, in particolare, gli sciamani più anziani: Xhashe e Gonxlae, rispettivamente 83 e 81 anni; mentre l’uso dei lamellofoni è assente quando entrano in gioco le voci più giovani, Ntebogang e Kagiso, 29 e 22 anni. Un sintomo alcune tradizioni strumentali non trovano forme per rigenerarsi? Di questi protagonisti più anziani e più giovani Brennan raccoglie più di una canzone. Brennan ha raccolto in “Taa!” una dozzina di testimonianza vocali toccanti e efficacemente documentate visualmente da Marilena Delli, con particolare attenzione per il canto che induce la transe, che protegge, che chiama o tiene lontani gli spiriti.  


Alessio Surian

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