Luigi Chiriatti: un ricordo

La notizia della prematura scomparsa di Luigi Chiriatti è arrivata inattesa, portando con sé un carico di tristezza e la consapevolezza per aver perso un punto di riferimento centrale per lo studio e la ricerca sulla musica tradizionale salentina, un patrimonio di cultura immateriale importante del quale lui si era fatto divulgatore instancabile. Non riteniamo di cadere nella facile agiografia, nel sottolineare come la sua opera abbia contribuito in maniera determinate nell’indicare la strada per un approccio consapevole alla riscoperta e alla riproposta dei materiali tradizionali, salvandoli dall’oblio. A partire dagli anni Settanta, intraprende un personale percorso di ricerca e documentazione sistematica della cultura orale del territorio salentino con particolare riferimento alla Grecìa Salentina, raccogliendo le prime registrazioni sul campo dalla viva voce di cantori come Cosimo Surdo, Cici Cafaro, Lucia De Pascalis. Decisivo è, però, l’incontro con Bucci Caldarulo e Rina Durante che gli consente di ampliare il raggio della sua indagine all’intero universo della memoria orale del Salento, dando vita ad un progetto più articolato e profondo anche dal punto di vista politico. Lo studio si allarga, così, alle storie di vita degli anziani cantori, alle favole, alle filastrocche e ai
giochi, ma anche alle lotte contadine e agli scioperi in linea con il fermento che a livello nazionale aveva portato allo studio delle classi subalterne di contadini e operai. A sollecitare questo lavoro era Rina Durante, spinta dall’esigenza di approfondire quella storia e quelle tradizioni, già marginalizzate dall’isolamento geografico e politico, e che con l’avvento dell’industrializzazione erano destinate inevitabilmente all’oblio. Dal canto suo, Bucci Caldarulo aveva cominciato a sperimentare la riproposta dei canti raccolti sul campo e pian piano andava componendo quello che sarebbe stato il repertorio del Canzoniere Grecanico Salentino. La musica consentiva di veicolare le storie e i racconti dei contadini, ma anche l’occasione per riflettere sull’emigrazione, la resistenza, le violenze subite dai lavoratori e le lotte condotte per l’affermazione dei propri diritti. In quel periodo, Luigi Chiriatti apprende gli strumenti necessari ad una ricerca sistematica, ma anche la necessità di approfondire i temi, riannodando i fili del tempo e della storia per uno lavoro non più solo musicale, ma aperto all’impegno civile, politico e culturale. A bordo della sua Vespa Piaggio comincia a girare per le campagne del Salento e, munito di un registratore a bobine, comincia le sue registrazioni, affrontando non poche difficoltà e resistenze da parte degli anziani nel ricordare le sofferenze del passato. L’indagine prosegue quasi a fari spenti, ma un riferimento importante sono anche le persone a lui più vicine come la madre e le conoscenti dei paesi vicini. Emerge, così, un universo di canti, musiche e storie straordinario. Pizziche-pizziche, stornelli, canti di lavoro e canti d’amore, canti alla stisa, vengono raccolti dalla viva voce degli Ucci a Cutrofiano, dagli Zimba di Aradeo e ancora da Scorrano a Corigliano d’Otranto fino a toccare Santa Cesarea. In questo contesto, si inserisce anche l’indagine sul tarantismo con l’obiettivo di verificarne le tracce ancora vive dopo le ricerche condotte da Ernesto de Martino, ma anche di approfondirne ulteriori elementi con interviste a
medici, sacerdoti e informatori. Di grande importanza sono le testimonianze raccolte a Tricase sullo sciopero delle tabacchine del 1935 che apre un ulteriore filone di ricerca, e la documentazione fotografica acquisita a partire dagli inizi degli anni Ottanta e oggetto di numerose pubblicazioni successive. Parallelamente all’attività di ricerca, molto intensa è anche stata l’attività artistica, intrapresa con il Canzoniere Grecanico Salentino nel 1974 con cui incide lo storico album “Canti di Terra d’Otranto” nel 1978, e proseguita con il Canzoniere di Terra d’Otranto dal 1989 al 1996. Conclusa l’esperienza con quest’ultimo, insieme a Roberto Raheli (voce, chitarra e flauto, armonica a bocca e violino) e Alessandro Girasoli (fisarmonica e voce) fonda gli Aramiré ed è l’inizio di una piccola rivoluzione. All’attività musicale, segnata dalla pubblicazione di "Opillopillopì" nel 1998, si affianca, infatti, quella editoriale con le edizioni Aramiré che danno alle stampe preziose pubblicazioni di documenti originali frutto delle registrazioni sul campo come "Bona sera a quista casa" dedicato agli Ucci di Cutrofiano, “Canto d’amore” sulla tradizione Grica e “Io al santo ci credo. Diario di un musico delle tarantate” incentrato sulla figura di Luigi Stifani. 
Le strade con Aramirè si separano e per Luigi Chiratti arriva una ulteriore svolta con la nascita della sua creatura più bella: la casa editrice Kurumuny che, a partire dal 2002, diventa una delle realtà culturali più interessanti del Salento. Dal suo archivio arrivano opere preziose come “Lucia De Pascalis, Cantare a Kurumuny”, “Niceta Petrachi, La Simpatichina. Malachianta. Canti salentini di tradizione orale”, “Giuseppe Mighali, Zimba, canti suoni e ritmi di Aradeo”, “Uccio Bandello. La voce della tradizione”, “Uccio Aloisi, Il canto della terra”, “Corimondo. La Strina. Suoni e canti di Corigliano d’Otranto” e “Ricci i tuoi capelli. Arie e canti popolari di Cannole”. Kurumuny è, però, qualcosa di più. È soprattutto un luogo dell’anima ed è lì che affondano le radici familiari di Luigi Chiriatti.  Situata nelle campagne del comune di Martano, in provincia di Lecce, e incorniciata da splendidi a ulivi secolari, carrubi e piantagioni di tabacco, Kurumuny era originariamente una piccola comunità rurale dove, tra pajare e furnieddhi, vivevano e lavoravano circa venti persone, tra cui la nonna di Luigi. Quel luogo quasi magico in cui il tempo sembra sospeso, diventa
la cornice della splendida festa popolare del “Primo Maggio a Kurumuny”, ma anche della rassegna “Sentieri a Sud”, oltre che di eventi e feste fino a notte fonda tra danze e canti. Gli ultimi anni della sua vita sono stati dedicati in larga parte all’attività di direttore scientifico dell’Istituto “Diego Carpitella” e di direttore artistico del Festival Itinerante de La Notte della Taranta, ma anche ad altri importanti eventi come il festival Canti di Passione, incentrato sul repertorio paraliturgico dei canti della Settimana Santa.  Mentre scrivo queste brevi righe, si susseguono schegge di ricordi. I primi libri di Kurumuny ricevuti come inaspettato regalo dalla mia compagna che aveva appreso della mia passione per la musica tradizionale. Poi quel primo incontro con Luigi a casa sua, dove mi concesse una lunga intervista, rivelatoria e densa di contenuti. Da quel momento, i nostri contatti si sono fatti sempre più intensi, tanto che volle donarci un suo contributo scientifico in occasione della pubblicazione dell’eBook “Viaggio In Italia” che celebrava i cento numeri di Blogfoolk. Ed ancora, volle coinvolgermi nel progetto editoriale dedicato alle Cantrici di Cannole, che presentammo nel giugno del 2012. Prima di stilare il programma annuale del Festival Itinerante non mancava mai di chiedermi qualche consiglio confidando nell’osservatorio privilegiato della nostre pagine. Dopo la pandemia, ci ritrovammo lo scorso anno, proprio in una delle tappe del festival, lo trovai sofferente, ma i suoi occhi non avevano smesso di brillare di quell’entusiasmo purissimo e contagioso che era in grado di trasmettere a chiunque. La scomparsa di Luigi Chiriatti lascia un grande vuoto e con lui si chiude una lunga, appassionate e irripetibile stagione di musica, ricerche e studio. 

Salvatore Esposito

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