Clarinettista, compositore e didatta, Michele Marini vanta un intensa formazione, spesa tra il Conservatorio L. Cherubini di Firenze e gli studi con Claudio Carboni, Nico Gori, Mauro Negri e Gabriele Mirabassi, a cui è seguito un articolato percorso artistico, costellato da diverse collaborazioni di prestigio, tra cui spiccano quella con Maurizio Geri e Riccardo Tesi, nonché da alcuni interessanti album come leader del progetto OrganicTrio, nato dall’incontro con Lorenzo Frati (organo hammond, tastiere, chitarre, voci, elettronica) e Emiliano Barrella (batteria, percussioni, elettronica). Dopo aver debuttato nel 2014 con il gustoso “Changemood”, il percorso del trio è proseguito nel 2017 con “Quintauro” e “Quintauro. Live @ Fondazione Luigi Tronci” del 2019. A distanza di quattro anni da quest’ultimo li ritroviamo con “Flash”, album nato dall’esigenza di raccontare le sensazioni dei primi giorni in cui ad inizio marzo 2020 cominciò a diffondersi in Italia la pandemia da Covid-19. Fu come un fulmine che squarcia il cielo in una giornata serena, allo stesso modo, l’improvviso arrivo del coronavirus travolse e sconvolse le nostre vite, poi i lunghi mesi di lockdown che fermarono il tempo, congelando le nostre giornate, le nostra abitudini, e poi ancora il dramma di milioni e milioni di morti in tutto il mondo. Non potendo suonare dal vivo in quei giorni, il trio ha proseguito caparbiamente il proprio lavoro, non solo nel consolidare la loro già serrata intesa dal punto di vista strumentale, ma anche nel produrre nuovi brani. Hanno preso vita, così, setta composizioni inedite che affondano le radici nella migliore tradizione fusion, svelando una ampia gamma di suoni che descrivono paesaggi, raccontano storie, dipingono acquerelli sonori immaginifici, il tutto permeato da una grande cura nella costruzione delle melodie, così come da una peculiare ricerca armonica e timbrica. L’ascolto ci conduce attraverso atmosfere eleganti e nel contempo molto varie che incrociano jazz e fusion, mettendo in luce tanto l’abilità compositiva del trio, quanto la loro capacità di affrontare il racconto in musica con lirismo ed espressività. Il risultato è un lavoro che si lascia ascoltare con grande piacere con le sue melodie avvolgenti e cantabili che in controluce lasciano trasparire i diversi stati d’animo che ne hanno caratterizzato la genesi. Si spazia, dunque, da momenti più serrati dal punto di vista ritmico con addentellati che arrivano a toccare il rock, a spaccati più riflessivi, per giungere alle sequenze più intimistiche dove emerge tutta la tensione poetica del ricordo. Si parte con la brillante title-track che parte con un mood quasi rock per poi rallentare e diventare quasi intimista descrivendo la brusca interruzione che subirono le nostre vite durante i giorni della pandemia. Si prosegue con gli echi di sonorità del Mediterraneo che caratterizzano “Calipso” per giungere a “News dalla quarantena” nelle cui immagini sonore ritroviamo quando la sera eravamo in attesa delle nuove disposizioni governative, di quei DPCM che scandivano il ritmo delle nostre giornate, mentre in lontananza nutrivamo la speranza che tutto prima o poi si sarebbe concluso per il meglio. Se a “Nice Memorie” è affidato il ricordo dei giorni felici e spensierati prima della pandemia, la successiva “Il tango del Brasile” è un omaggio alla leggerezza dei suoni latin che ci conduce verso il finale con la superba “Leadership”, il brano più sperimentale del disco e quello che mette in luce le nuove possibili traiettorie musicali che potrà percorrere il trio. Chiude il disco “Friendship” che racconta attraverso una brillante struttura compositiva il fortunato incontro tra questi eccellenti strumentisti, e prima ancora, amici e suggella un album di grande pregio, tra le sorprese più interessanti di quest’anno.
Salvatore Esposito
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Suoni Jazz