Marala – Jota de morir (Propaganda en el fet!, 2022)

Marala è il trio vocale composto da Selma Bruna, Clara Fiol e Sandra Monfort. Al secondo album dopo “A trenc d’alba” uscito nel 2020, sollecitate da un tema di vitale importanza, le tre giovani musiciste hanno pubblicato “Jota de morir”, lavoro ispirato alla morte come fonte di vita e di rinnovamento. Riprendendo tradizioni musicali catalane, valenciane e maiorchine, danze, romance, canti di sepoltura, canti di Pasqua, propongono un album in cui le loro voci limpide vengono valorizzate da arrangiamenti elettronici e strumenti della tradizione. A partire dal titolo “Jota de morir” il trio espone il proprio intento, quello di presentare un’idea della morte integrata nella vita. La jota è una danza diffusa in tutta la Spagna che, a seconda della regione, accompagna momenti diversi della comunità e, come in altre zone, nella regione valenciana accompagna la cerimonia di sepoltura dei defunti. Le dieci tracce, frutto della ricerca di Marala, sono interpretate dal terzetto che armonizza le voci in forme molto ricercate e gradevoli, con testi in buona parte in catalano ed anche in spagnolo. Ad aprire l’album il ritmato “A la vora del riu mare”, che ben adatta una melodia valenciana del dopoguerra che racconta di distruzione e morte a un avvincente loop alla chitarra su cui poi esplodono percussioni e battito di mani. Il tema del silenzio imposto alle donne viene affrontato in “Disimula” con voci distorte che si muovono su una base elettronica di percussioni. L’elettronica pervade anche “Canteu a l’albat”, ispirato ai versi del poeta valenciano Vicente Andrés Estellés sulla morte della figlia nata da pochi mesi. Nella title track la ritmica del fandango ha un carattere forte e su di essa le voci cantano la jota di sepoltura riprendendo nei versi "Muerte en Motilleja" dell’artista asturiano Rodrigo Cuevas. “Canciòn del varear”, per voci e percussioni, si ispira a un canto della raccolta delle olive per raccontare un sentimento che finisce mentre “Nocturno”, delicato e suggestivo brano per voce e corde, racconta di un amore che ferisce e uccide. “Verderol” è una traccia per solo voce costruito su un romance maiorchino. “Testament”, per voce e pianoforte, si ispira al Romance di Margalida -una canzone tradizionale maiorchina in cui un uomo racconta la morte della donna amata-, per rovesciare la situazione ideando una risposta della donna dall’aldilà con il messaggio di serenità “Non c’è fuoco eterno”, mentre “Nana naneta” simula un brano del periodo di Pasqua in cui si fonde una canzone valenciana. “Pòstum” conclude l’album con un particolare riverbero nel sound che vuole aprire le porte alla speranza per l’umanità. Con la produzione sonora di Jorge Casadesús insieme a Paul Vallvé, per “Jota de morir” il trio Marala adotta soluzioni sonore minimali ma efficaci in cui, a tratti, le voci sono assimilabili a uno strumento musicale. Il miglior modo per l’ascolto di quest’album in cui le voci si intrecciano per raccontare il tema impegnativo dell’indissolubilità tra la vita e la morte, è lasciarsi andare alla loro precisa suggestione. 


Carla Visca

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