King Ayisoba – Work Hard (Glitterbeat, 2023)

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In frafra, nel Nord del Ghana, si chiama kologo il liuto a due corde dal lungo manico: le sue numerose varianti attraversano tutta l’Africa occidentale con nomi diversi, ma sempre con una zucca (calabash, “wanέ” in frafra) ricoperta di pelle animale come risuonatore. Per estensione, la musica “kologo” è divenuto un termine per indica molta musica frafra: King Aysoba è fra quelli che maggiormente hanno contribuito a farla conoscere. Il suo nuovo album è stato (per lo più) registrato e missato sulla collina di Bongo, una cittadina nel Ghana settentrionale, al confine con il Burkina Faso, nello studio Top Link di Francis Ayamga, miscelando sonorità acustiche e i beat delle drum machine. Ayamga è il produttore del precedente album di Ayisoba, ”1000 Can Die”, uscito nel 2017, e della raccolta “This is FraFra Power” (2019) per la Makkum Records, l’etichetta di Zea (nome artistico di Arnold de Boer, membro di The Ex) che in “Work Hard” partecipa con chitarra e voce e mixando due brani. Parte delle tracce affondano le radici nei concerti realizzati in tour nel 2019 in Africa Occidentale, con Zea e Oscar Jan Hoogland insieme ad Ayuune Sule, Atamina, Prince Buju. Da lì sono scaturite nuove idee ritmiche e melodiche poi confluite nel lavoro in studio di registrazione. L’album documenta anche registrazioni precedenti, come nel caso di “People Talk Too Much”, registrata nel 2017 a Katzwijm (Voorhout, nel sud dei Paesi Bassi) in cui prendono “la parola” (nella lingua frafra) nell’ordine King Ayisoba, Ayuune Sule, Adortanga (che suona il Do, il corno dei cacciatori) e Jamaica (nome d’arte di Abobe Azure) alla batteria. 
In questo caso i beat sono stati realizzati da Francis Ayamga che ha lasciato a Zea missaggio e masterizzazione. Il singolo che ha annunciato l’album – con un video che vede protagonista la cantante Zenabu con il gruppo di donne Sugri Hajia Zenabu di Bongo – è “Bossi Labome”: il brano affronta il tema dell’adulterio tra i frafra del Ghana settentrionale e, in particolare, la condizione delle donne, le discriminazioni e le punizioni che subiscono quando le si accusa di adulterio, mentre il fatto non viene visto come un problema quando viene commesso dagli uomini. Le note di copertina sono un’occasione per Ayisoba per una riflessione su come vanno le cose in Ghana e per un invito: "non deve essere per forza così!". Visto che Ayisoba è un re, “Namba Sonne” offre le istruzioni essenziali per essere un buon re e lascia che sia un’altra stella della musica kologo a declamarle, Atamina, in dialogo con un incalzante flauto amalgamato ad un tappeto di percussioni, a veicolare solennità e urgenza. Le successive “Tribe” e “Adinooma” restano nel registro educativo: la prima per ricordare a tutti l’importanza del continuare a parlare le lingue locali, con i versi declamati inizialmente in inglese, per poi lasciare progressivamente spazio al frafra; la seconda, danzante, con la voce “filtrata” da un altoparlante,
quasi a rivolgersi al pubblico di uno stadio, ricordando di tenersi in forma. Si volta pagina con le tastiere di “Abome”, che punteggiano i beat poliritmici, ossessivi, su cui si svolge una parabola con al centro un cacciatore e la sua preda e l’invito a non ingoiare tutte le storie sfortunate che sentiamo, a non ereditare nemici di altri. Nel finale, con “Kokoko Enter” la musica fa irrompere la gioia della festa, in forte contrasto con il canto che chiede a gran voce più efficaci controlli alle frontiere per impedire ai criminali di entrare in Ghana. Ma, non appena la voce si interrompe, riparte l’onda rave con ottoni sintetizzati e suoni Fruity Loops di steel band, prima di lasciare il campo alle declamazioni di “Buri Malima”: ritmi incalzanti e sincopati, suoni di corni e tamburi parlanti (i kuul kanarise o gulkanates), quelli che si ascoltano quando si incoronano re e regine, punteggiati dal flauto e, quasi una sirena portuale dalle frequenze basse, in lontananza, dalla chitarra di Zea, insieme al suono regale del goje, suonato con l’archetto. ayisoba.bandcamp.com/album/work-hard
 

Alessio Surian

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