Saro Cosentino – The Road To Now (Cat Sounds, 2022)

Noto per aver collaborato con Franco Battiato in dischi come “Mondi Lontanissimi”, “Caffè de la Paix” e “Ferro Battuto”, Saro Cosentino vanta un percorso artistico ormai cinquantennale nel corso del quale ha coniugato la sua attività di produttore al fianco, tra gli altri, di Alice, Massimo Zamboni, Ivano Fossati, Giorgio Gaber e Radiodervish, con quella di autore di colonne sonore per il teatro e il cinema, spesso al fianco del regista Mimmo Calopresti. Parallelamente ha coltivato anche la sua discografia come solista che giunge al terzo album con “To Road To Now”, nato dalla collaborazione di artisti del calibro di Peter Hammil, storica anima dei Van Der Graaf Generator, Tim Bowness dei No-Man, Karen Eden, Trey Gunn (King Crimson) e Gavin Harrison (King Crimson e Porcupine Tree). Registrato tra Regno Unito e Stati Uniti, nonché nello studio personale a Praga, con il missaggio finale al Real World Studio di Bath, il disco si caratterizza per atmosfere che incrociano prog-rock, musica contemporanea ed elettronica il tutto declinato attraverso la peculiare cifra stilistica del musicista romano. Aperto dai brumosi passaggi elettronici di “You’re the story”, cantata da Bowness e caratterizzata da una linea avvolgente di basso e dai fraseggi del sax, il disco entra nel vivo con “The Joke” con la partecipazione di Hammill alla voce, incorniciata dall’elettronica e delle chitarre elettriche arpeggiate e colorate di suggestioni da delay ed ebow. Moti percussivi tribali e terrosi animano “Pray”, cantata da Karen Eden, sorretta dalle trame della warr guitar ed aperta dalle incursioni distorte della chitarra elettrica e dai volteggi del sax. Giro di boa dell’album, sempre con la voce di Hammill, è “November”, giocata su un languido arpeggio di pianoforte, contrappuntato dai ricami della tromba e dalle tensioni elettriche della chitarra. A scandire “Us (scars on skin)” è la tessitura ritmica briosa disegnata dalle spazzole sul rullante, sottolineata dai graffi tersi e cristallini dei synth. In “Time to go” ci accolgono atmosfere più rarefatte, segnate dall’elettricità scarnificata della chitarra, che si sposa perfettamente col timbro di Peter Hammill e che è splendidamente contrastata dalla solennità di piano, archi e tromba. Si prosegue con “Howl”, uno strumentale intenso, segnato da reticolati di elettronica allucinata, bassi caleidoscopici, erosivi ruggiti elettrici, raffinate distensioni di tromba ed una intensa coda strumentale affidata al violoncello. Chiude il disco “When your parents danced” in cui ritroviamo Hammil alla voce che si stende lungo i penetranti arpeggi del pianoforte, magnificamente contornato da immaginifiche visioni elettroniche. “Road To Now” è un vero e proprio viaggio corale nella nostra intimità, raccontato attraverso un afflato musicale elegante e rarefatto, in cui frammenti di elettronica ricercata incontrano perfettamente rifrazioni classiche. 


Giuseppe Provenzano

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