Alice in WonderBand – Rikataka. New Balkan Rhythm (CPL-Music, 2022)

Si comincia da qualche semplice schiocco di dita e subito i versi ci trasportano in Macedonia, sulle orme della canzone tradizionale, “Uči me, majko, karaj me”: appena una strofa ed ecco emergere le sonorità che rendono unico questo lavoro. In primo piano sono le sonorità che provengono direttamente dal corpo: il battito dei piedi e delle mani, i diversi modi in cui queste percuotono le diverse parti del tronco e delle gambe, la potente e versatile voce di Ana Vrbaski, a tratti riflessa da un sapiente uso dell’overdub. L’altra metà della band è Marko Dinjaski con cui vive vicino a Novi Sad: “Ci sono voluti diversi anni – ricorda Ana – perché il mio partner, Marko Dinjaški, e io prendessimo confidenza con le possibilità offerte dalla musica corporea come tecnica in senso musicale e teatrale, o performativo. Sì, è vero, abbiamo ‘rubato il sapere’ (come direbbe Grotowsky) all’Occidente; anche se nella musica corporea questo sapere proviene da tutto il mondo, dall'Africa, dalle due Americhe, dall’Asia, dall'Europa, persino dalle Isole Fær Øer, per esempio. Non ci siamo fermati qui: parallelamente abbiamo esplorato le nostre radici balcaniche. Abbiamo quindi creato un materiale cosmopolita che rispetta il patrimonio culturale mondiale e celebra la musica dei Balcani”. Insieme intrecciano in modo originale musica, teatro e narrazioni sonore che mettono in evidenza le infinite affinità e variazioni fra i ritmi e le melodie della regione balcanica. Già con il secondo brano, “Ergen Dedo”, si attraversa la frontiera bulgara per seguire le avventure di un nonno che alla festa del villaggio sa trovare la via per condividere le danze tradizionali con le nuove generazioni. Per Ana, “per troppo tempo abbiamo copiato artificialmente modelli dall'estero. Non è che non ci sia nulla da imparare dal mondo. Ma anche il mondo ha molto da imparare da noi. Scherzando ho detto a un amico tedesco, quando la pandemia era nel suo momento peggiore: ‘Beh, ora sai com’è per noi, per te e per il mondo intero. Nulla può essere pianificato, nulla è certo, tutto dipende da qualcun altro’. Eppure, anche in queste condizioni, noi che siamo rimasti siamo riusciti a sopravvivere e a creare. Ecco perché l’impossibile non esiste. Tutto è possibile. L’unica questione è quanto siamo sinceri nei nostri desideri e sforzi, quanto siamo fermi e persistenti e quanto vogliamo dare per ricevere. Se dai molto, riceverai molto. Voglio crederci. Perché senza la fede che ciò che facciamo ha un senso, tutto crolla. E oggi abbiamo davvero bisogno di fede nell'amore e nella comprensione”. Non sorprende, dunque, che fra i brani tradizionali ri-arrangiati ci siano quelli che l’amore lo mettono alla prova, come “Jovano, Jovanke” (Macedonia) su un amore non corrisposto e "Mene Majka Jednu Ima", dalla Bosnia, dove una giovane vorrebbe sposare un povero disgraziato, ma la madre preferisce darla in sposa a un ricco giudice. Albania, Croazia, Romania, Serbia, Ungheria, Vojvodina sono le altre tappe di questo convincente e sorprendente viaggio che offre anche la suite di ballate “Ruse kose/Kâtibim/Apo xeno topo”, attraversa Serbia, Turchia e Grecia. Ana e Marko evidenziano in questo brano tre culture balcaniche diverse, così come i modi in cui sono musicalmente connesse e sembrano dialogare, a loro volta, con lo splendido lavoro sul Mediterraneo pubblicato da Simone Mongelli sette anni fa. Alice in WonderBand è anche fra i gruppi che il 5 febbraio celebra la giornata dell’International Body Music Festival. Lo fa invitando a partecipare ad un laboratorio in cui, partendo dalle basi, i partecipanti vengono introdotti ai modi in cui suonare tempi dispari (7/8, 9/8, 11/8 ecc.), alle diverse opzioni per creare arrangiamenti di body percussion. Dopo aver imparato una canzone dei Balcani, identificandone due diverse linee melodiche, sarà possibile mettere in pratica un arrangiamento di body music che rende la canzone subito fruibile. 


Alessio Surian

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