Gabriele Priolo – La prigione dei pupazzi (Autoprodotto, 2022)

Gabriele Priolo giunge al quarto lavoro come solista con “La prigione dei pupazzi”, concept album composto da quattordici brani, a loro volta suddivisi in tre lunghe sezioni: “Ieri”, “Oggi” e “Domani”. Prodotto e arrangiato dallo stesso cantautore ligure, il disco vede la partecipazione di Andrea Quarantelli (chitarre), Luca Scherani (piano, tastiere e flauto), Gabriele Santucci (programmazioni, chitarra elettrica e sound design) e Marcello Stefanelli (voce, chitarra elettrica e programmazioni) che cura anche la consulenza artistica. Aperto da "Io" ("Che cosa vuoi? Lascia stare che non sto con voi, faccio roba alla cosmic latte distruptive e poi della risma d'un Vecchioni e d'un Lolli faccio scuola come piace a me") una sorta di carta di identità con fraseggi di chitarra classica e percussioni. La prima sezione inizia con "Ieri" e la sua tagliente chitarra elettrica che ci porta ai ritmi funky di ""Quaalude"("Lame di congiura, luci dell'inferno nelle piantagioni di canapa indiana, solo nel gran turbine, foreste macabre come balenio di metropolitana"), mentre chitarra acustica e violino tratteggiano la title-track ("Meccaniche, rotelle e bambine maneggiano il beccuccio del gas, endovene di fiabe e aspirine, nuvole e feroci d'assalto, l'oro vero del mio temporale brucia come fili d'amianto"). Si passa alla seconda sezione tra gli arpeggi di classica con "Oggi" e il tango di "Dra mort" tratta dal "Libro delle tre scritture" di Bonvesin de la Riva (1274). C'è aria di barocco tra clavicembali, archi, flauti in "La bimba" ("Luna del trifoglio e lupinella delle cincie quando cotogno è la mia stella, sopra al ponte rotto volano le fate sulla bimba presa a bastonate") con i controcanti di Arianna Serra, "L'uomo" ("Vita nostra con il cesto di ramaglie e buio pesto, tu ci pieghi d'amaranto in fiore e calicanto") e "La Ruta" dove Bach e Vivaldi convivono con Branduardi. Deliziosa la pianistica "Tu" ("Fiumi di bitume, paracarri dell'estate, i tuoi occhi fiorai nello struscio cittadino sono la frescura che mi sogno per davvero come andassi a Camogli fermo all'imbarcadero") che riecheggia il miglior Fossati. Ci si addentra all'ultima sezione con la voce recitante di Lorenza Saettone in "Domani. Ondate di synth lisergici, programmazioni futuriste, chitarre ossessive, percussioni e voci sovrapposte macchiano "Laser" ("Monocristallo con precisione, l'eccitazione dentro la banda, l'argentatura semiriflettente calibrature di giallo d'Olanda") "Android" ("Cyborg figlio della bionica e le soglie dell'atletica, l'esoscheletro nell'ottica, la cometa e la sua ellittica, transumani di robotica, astronavi e combustibile, civiltà psiconevrotica con degli occhi di carbossile") e "Volt". Gabriele Priolo realizza un disco molto interessante e contaminato. Si rintracciano bene i suoi modelli musicali, ma il cantautore riesce comunque a creare una sua cifra stilistica originale. La sua è una scrittura elevata, infatti musica e poesia danzano insieme in questo paradiso artificiale chiamato "La prigione dei pupazzi". 


Marco Sonaglia

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