Chitarrista e compositore attivo sin dai primi anni Settanta, Francesco Bruno ha alle spalle un articolato percorso artistica che dalle scene jazz di Roma e Napoli lo ha condotto a collaborare con artisti come Don Cherry, Brian Eno e Richie Havens con il quale ha inciso l’album “El Lugar” nel 2002, ma soprattutto è noto per aver co-firmato “Voglia ‘e turnà” con Teresa de Sio che la portò al successo con il disco omonimo del 1982. Dopo avere debuttato come solista in ambito jazz con “Interface” nel 1987 con il quale aprì lo storico concerto di Gil Evans e Sting ad Umbria Jazz, nel corso degli anni ha dato vita a numerosi progetti che lo hanno visto alla guida di organici differenti con i quali ha inciso una ormai corposa discografia, oltre ad essersi esibito nei principali festival nazionali ed internazionali. Tra questi meritano certamente una citazione i progetti multimediali “Le Parole Altre. Il lungo viaggio di Tiziano Terzani” dedicato allo scrittore fiorentino e realizzato con Angela Terzani Staude e “Remember”, dedicato alla figura di Primo Levi. Di grande interesse, sia sotto il profilo musicale che concettuale, è nuovo album “Onirotree”, nato dalla collaborazione con l’attrice e cantante Silvia Lorenzo con la quale si è immerso in un intenso percorso di ricerca sulla musica tradizionale italiana e più in generale del Bacino del Mediterraneo, raccogliendo una serie di di melodie e canti, tra essi legati dal tema dell’amore declinato nelle sue diverse forme, per rileggerli successivamente in una elegante chiave jazz con la complicità di Andrea Colella al contrabbasso e Marco Rovinelli alla batteria. Ben lungi dall’essere un operazione di mera archeologia musicale, il disco si discosta totalemente dalla musealizzazione della tradizione per proiettarla verso una nuova dimensione creativa. Le melodie tradizionali, infatti, sono diventate la base di partenza per nuove composizioni in cui i temi originari trovano una vita attraverso una peculiare ricerca armonica e timbrca. In questo contesto, particolarmente intriganti sono le interpretatazioni di Silvia Lorenzo che coniuga un timbro intenso ed avvolgente ad un approccio teatralizzante di grande effetto. L’ascolto svela un itinerario sonoro attraverso la melodia e la poesia popolare che tocca le coste bagnate dal Mare Nostrum dall’Italia alla penisola Iberica, nel quale le oniriche e raffinate trame della chitarra di Bruno avvolgono la voce intensa della Lorenzo, sostenute dalla perfetta sezione ritmica. Significativo in questo senso è la scelta del titolo che rimanda ad un albero del sogno in cui le radici sono ben piantate nella tradizione, mentre i rami si liberano verso infinite direzioni. Ad aprire il disco è la scinitllante di “Wedding Song suite”, ispirata al canto tradizionale toscano “Cinquecento Catenelle D’Oro” la cui struttura melodica e armonica è stata destrutturata per esaltarne il lirismo originario. Si approda, poi, in Grecia con la dolcissima ballad “Onirotree suite”, rielaborazione della ninna nanna di “Nanourisma” di Manos Hatzidakis e Nikos Gatsos con la tessitura minimale della chitarra a contrappuntare la voce. Se dalla tradizione occitana arriva il canto d’amore declinato in chiave swing di “Chanson De La Forêt suite (Rossignolet Du Bois)”, la successiva “In A Starry Night suite” è una sognante ballad nata dalla ninna nanna tradizionale piemontese “Fa Ninni”. Non manca uno sguardo verso le tradizione ebraica con “Numi Numi suite” in cui ritroviamo la melodia di “Layla Layla”, composta da Zeira Mordechai e Natan Alterman, e nella quale spicca il perfetto interplay tra la chitarra e la sezione ritmica nell’alternarsi tra spaccati corali e momenti solistici. Si fa rotta verso il Portogallo con il canto d’amore denso di saudade “Who Stole My Heart suite” nella quale la scena è tutta per la voce di Silvia Lorenzo e la chitarra di Francesco Bruno a riportarci alla memoria “Se Essa Rua” interpretata nel 1973 da Maria Bethânia. “Heia! Suite” ci arriva dal tradizionale sardo logudorese “Anninnora” le cui cellule melodice originarie sono la base di partenza per una improvvisazione a tutto campo densa di groove, mentre “Like The Waves suite” ci riporta in toscana con il tradizionale “Cade L’uliva” che è la base ispirativa per una composizione latin di grande impatto ritmico. Completano il disco “Where Love Begins suite” ispirata al canto d’amore sefardita (Aman Minush) e “Violeta”, dedicata alla figura di Violeta Parra e le sue struggenti passioni ed impreziosita dal testo del poeta Fabio Simonelli. “Onirotree” è, dunque, un album pieno di fascino da ascoltare con grande attenzione, un affresco musicale e poetico di cui scoprire e conservare ogni dettaglio e suggestione.
Salvatore Esposito
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Suoni Jazz
Molte grazie Salvatore Esposito.
RispondiEliminaMolte grazie Salvatore Esposito per la sempre preziosa attenzione che dedicate alle pubblicazioni nazionali.
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