Il Premio Bianca D’Aponte ha compiuto diciotto anni d’età e ancora una volta delle giovani artiste e cantautrici (quest’anno undici) si sono esibite, in due serate piene di suggestioni e note, portando davanti al pubblico del Teatro Cimarosa di Aversa, e soprattutto davanti alle due giurie (quella generale e quella critica), i loro progetti musicali.
Sembra retorico ribadire che la gara in sé in questi contesti è un pretesto; ci sono stati infatti come ogni anno tante menzioni e tanti riconoscimenti; il premio della critica “Fausto Mesolella” è andato alla savonese Jole, mentre il Premio Bianca D’Aponte è andato alla ternana Moà con “Chiara”, un brano molto forte, che si è aggiudicato anche la menzione come miglior testo; l’argomento è noto e d’attualità: la violenza fisica e psicologica sulle donne, il narcisismo patologico, gli amori ammalati, l’emancipazione e il riscatto.
Era una delle proposte in gara, nella maggior parte dei casi di buon livello; ma quello che conta in questo premio, come in altri del resto – e ci torneremo più avanti – è l’incontro, il potersi mettere alla prova, il farsi ascoltare da una platea qualificata di critici, giornalisti,
produttori, discografici, musicisti, cantautori; la giornalista Daniela Esposito, che ha presentato con misura e classe le due serate insieme al sempre impeccabile ed empatico Ottavio Nieddu, ha raccontato l’ultima sera di come le concorrenti cantassero dietro le quinte la canzone “rivale” in quel momento in scena: la stessa immagine commuove; quando si parla di grande famiglia ad Aversa, in ottobre, non si esagera. Si racconta una verità che dovrebbe invitare tutti a partecipare, a scoprire, ad essere presenti.
In questo senso ci pare fondamentale raccontare del grande lavoro che – insieme con Gaetano D’Aponte e sua moglie Giovanna Vitagliano, e naturalmente con l’infaticabile Gennaro Gatto – svolge ogni anno, da quando è il Direttore Artistico (dopo la scomparsa del mai troppo rimpianto Mesolella), Ferruccio Spinetti.
Si vede infatti l’impegno suo fortissimo a portare a conoscere Bianca e il premio a molti artisti straordinari che immancabilmente si innamorano soprattutto dell’atmosfera.
Quest’anno gli ospiti sono stati tanti; Pacifico, Niccolò Fabi, Giuseppe Barbera, Piero Fabrizi e Kaballà, la grandissima
Paola Pitagora che ha emozionato tutti nel ritirare il Premio alla Carriera della città d’Aversa (che classe e quanta bellezza!) … e ancora sono saliti sul palco Simona Molinari, Raiz, la cubana Sorah Rionda che ha vinto il D’Aponte International in collaborazione col gemellato Premio Parodi di Cagliari. C’era naturalmente anche la vincitrice dell’edizione dello scorso anno, Isotta, e la madrina Grazia Di Michele, che tra l’altro ha interpretato il brano di Bianca D’Aponte “Respira piano”. Le canzoni in gara e la rilettura di Bianca da parte della madrina sono ascoltabili nella consueta compilation, acquistabile a offerta libera per sovvenzionare Emergency, associazione a cui la giovane cantautrice aversana era fortemente legata.
Ogni anno ci si ritrova a raccontare questo Premio rischiando di ripetere frasi già dette, tutte legate all’entusiasmo, al clima, alla fratellanza che si crea per l’occasione.
Ma forse è proprio impossibile raccontare una magia di cui è partecipe solo chi ne respira i movimenti da dentro.
Quello che invece questa volta merita una grande attenzione è la particolare occasione che si crea e sulla quale abbiamo già
accennato. In effetti, parlare di fiera e di mercato in una occasione simile appare davvero una bestemmia. Ma queste sono le occasioni che quel mercato e quella fiera antica sostituiscono. Laddove l’industria discografica propriamente detta fallisce ogni giorno in incontro e formazione, questi eventi possono supplire e possono essere utilissimi per saggiare nuovi progetti, per comunicare tra addetti ai lavori, per confrontarsi sulle nuove e vecchie tendenze. In questo senso i Premi finiscono per svolgere un ruolo fondamentale nel creare correnti di pensiero, idee, qualche volta occasioni professionali, collaborazioni, studio, possibilità.
In questo senso il Premio Bianca D’Aponte, col suo parterre di addetti ai lavori e artisti davvero variegato per composizione, provenienza e interpretazione, rispetto al ruolo della canzone, rappresenta il fiore all’occhiello e non smetteremo mai di ricordarlo e segnalarlo: anno dopo anno, infatti, si consolida il suo ruolo in ambito nazionale.
Elisabetta Malantrucco
Foto di Giorgio Bulgarelli
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