La musica è vita, spunti di riflessione partendo dai racconti di Alessandra Anceschi

“Sbocciati a scuola. Un’insegnante di musica racconta” (Interlinea, 2021) è stato scritto con toni equilibrati da Alessandra Anceschi, docente, pedagoga formatrice e direttrice della rivista “Musica Domani”. Nel testo, contrappuntisticamente e con stile autobiografico, ha principalmente posto a confronto il proprio pensiero con quello di una quindicina di ex studenti, osservando come la scuola sia una struttura istituzionale articolata e complessa, nella quale non è utile muoversi in modo meccanicistico e con le sole certezze acquisite durante gli studi accademici e universitari o nei diversi corsi di formazione. Risulta fondamentale sapersi mettere in gioco, rinnovarsi, ascoltare, fare continue domande sul proprio agire e sugli obiettivi progettuali che s’intendono raggiungere in termini didattici ed educativi. La scuola e i suoi attori vengono visti dall’autrice nell’insieme, e ciò le ha permesso di discettare e raccontare, tenendo orientativamente presente il complesso delle relazioni, senza fornire assiomi operativi, ma un gruppo di attente riflessioni, maturate a seguito di esperienze concrete. Al centro di tali riflessioni le relazioni dinamiche rispetto alle gerarchie statiche e il desiderio di dare valore alla persona e al contributo che può dare nel contesto delle singole classi, ognuna contraddistinta da peculiarità caratteriali, sociali ed emotive. Nel contesto classe sono spesso i singoli che, con le loro individualità e intuizioni, aiutano a ragionare ad ampio raggio, aprendo le porte a campi didattici inesplorati, interlacciando i diversi aspetti della realtà, capaci di fornire rinnovati significati al senso pedagogico ed educativo. A seguito di un confronto sul significato di musica, un’allieva di Anceschi ha affermato che “la musica c’entra con tutto”. La musica ha certamente numerosi punti di forza nell’attività scolastica e nella vita degli individui. Ricordiamone alcuni. Favorisce la coesione di gruppo, stimola le funzioni cognitive, aiuta a promuovere la creatività e l’espressività corporea, crea legami, facilta la socializzazione, il lavoro cooperativo, la comprensione di sé e degli altri; è incontro con l’altro e incentiva allo stesso tempo il lavoro individuale e di gruppo, garantendo il senso di squadra, assai utile nel periodo formativo della pre-adolescenza e dell’adolescenza. La musica è un linguaggio in continua trasformazione, che invita a riflettere sui cambiamenti. Si esprime nello spazio e nel tempo, ed è infinitamente ricca di rimandi simbolici, i quali vengono interpretati soggettivamente e sono connaturati ai vissuti emozionali e affettivi. Musica è ascolto esteriore e interiore; aiuta a interpretare le emozioni dell’altro, a confrontarsi con il diverso, a porsi in relazione con il gruppo, interiorizzando comportamenti civilmente e socialmente responsabili. La musica è cultura e intercultura. Può essere d’incentivo per superare barriere geo-politiche e ideologiche; è anche interdisciplina, in quanto concorre al raggiungimento dell’unità dei saperi (compreso quello logico-matematico), tanto cara ai teorici Greci. Musica è una delle più elevate forme di comunicazione che, a livello epistemologico, rimanda alla complessità della biologia umana. Gli esseri umani sono “strumenti musicali” sofisticati, capaci di produrre e dare senso alla musica. Il “musicale” è fisicamente connaturato al senso della vita, ci appartiene e quotidianamente siamo immersi in un mondo di vibrazioni sonore, più o meno udibili. La musica veicola significati ed è strettamente legata all’immaginazione e al pensiero, alla corporeità, alla motricità, alle capacità sensoriali, pertanto è collegata con tutta la sfera esistenziale dell’uomo. La musica ha una forza educativa incomparabile anche in termini multimediali. Da tempo si tratta d’inserirla stabilmente nei programmi scolastici a partire dalla scuola primaria fino al diploma di maturità ma, nonostante i buoni propositi, tutti i progetti istituzionali sono sempre finiti nell’oblio. Di fatto, come materia di studio è presente solo nel triennio delle Scuole secondarie di I grado, per il resto si tratta (per lo più) di esperienze passeggere, lasciate alla libera organizzazione delle singole scuole. 


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