Electric Sheep Collective – Nope-Hope (Time is the Enemy, 2022)

Nel mare magnum della copiosa produzione discografica della scena jazz italiana, spesso didascalica e priva di acuti, non manca di emergere qualche interessante proposta, vibrante di coraggiosa creatività. È il caso di Electric Sheep Collective, nuovo progetto discografico di Angelo Olivieri, eclettico trombettista in grado di muoversi attraverso ambiti sonori differenti, spinto dalla costante tensione verso la sperimentazione. Con alle spalle una lunga ed articolata discografia e numerose collaborazioni di prestigio, il trombettista toscano ha riunito intorno a sé un gruppo di eccellenti strumentisti composto da Vincenzo Vicaro (sax), Riccardo Di Fiandra (basso), Daniele Di Pentima (batteria), Lewis Saccocci (tastiere, sintetizzatori) e dal cantante nigeriano Joe Nicez Isaac a cui si sono aggiunti alcuni ospiti come la poliedrica cantante italo-sudanese Ashai Lombardo Arop, nonché Andrea Angeloni (trombone), Manlio Maresca (chitarra, effetti) e Joe Serafini (dj, effetti). Insieme hanno deciso di dare vita ad un comune percorso di ricerca sonora che dall’afrobeat di Fela Kuti e Tony Allen si dipanasse dal groove dell’afro-funk di Michael Wimberly alle melodie dell’afro-pop, dalla poesia di Gil Scott-Heron al rap, il tutto permeato dal jazz e dalla libera improvvisazione. Dopo aver rodato il gruppo dal vivo, il collettivo ha dato alle stampe tre singoli: “This is for Fela” imperdibile e travolgente omaggio al grande Fela Kuti, “ESC” il manifesto artistico in chiave jazz-rap e “Fight The New Slavery” un grido di rivolta contro le nuove forme di schiavitù. Una superba prova generale, dunque, che ha fatto da preludio alla pubblicazione di “Nope-Hope”, album di debutto nel quale hanno messo in fila otto brani di cui sette originali, scritti, arrangiati e suonati in presa diretta che, nel loro insieme, compendiano in modo ben definito la cifra artistica di Angelo Olivieri e soci e, nel contempo, suonano come una denuncia senza mezzi termini contro le guerre che stanno dilaniando diverse nazioni del mondo e l’Africa in particolare. Un disco di stringente attualità che mette al centro delle canzoni gli interessi economici e la sete di potere alla base dei conflitti. L’ascolto svela un album dal sound originale, caratterizzato da una intrigante ricerca timbrica e armonica, così come non manca una potente dose di groove ad incorniciare le voci di Joe Nicez Isaac e Ashai Lombardo Arop. La tromba di Olivieri guida le fila del collettivo con grande sicurezza, ma di non minore importanza nella definizione del sound è il contributo del sax di Vicaro, delle tastiere di Saccocci e della potente sezione ritmica. Ad aprire il disco è la vibrante “Nope” in cui spicca lo spooken word di Nicez sostenuto da una complessa architettura costruita su fiati, tastiere ed elettronica. Si prosegue con l’omaggio ai maestri dell’afrobeat di “Afriks” e la sinuosa melodia dagli echi mediorientali “Little Jerusalem” che ci introduce alla magnifica versione di “Circle in the round” dal repertorio di Miles Davis. Il gustoso duetto tra Joe Nicez Isaac e Ashai Lombardo Arop in “Same Boat” ci introduce alla sequenza con lo spooken word sperimentale di “12 (Twelve)” e la sofferta “Jerry Masslo”, dedicata all’attivista sudafricano ucciso a Villa Literno (Ce) durante una rapina. La melodia densa di colori e speranza di “Hope” chiude un disco vibrante ed intenso che tra incroci ed attraversamenti sonori ci regala un saggio di jazz cosmopolita declinato al futuro.  electricsheepcollective.bandcamp.com


Salvatore Esposito

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