Eclettico virtuoso dei fiati e compositore, nonché componente del Canzoniere Grecanico Salentino, Giulio Bianco ha mosso i primi passi nel mondo della musica tradizionale entrando all’età di quindici anni nell’organico di Aioresis e da quel momento ha preso vita un percorso artistico tutto in crescendo che lo ha visto per otto edizioni tra i protagonisti dell’Orchestra Popolare de “La Notte della Taranta” e successivamente collaborare con Ludovico Einaudi in “Taranta Project”. Parallelamente al crescente successo a livello internazionale del Canzoniere Grecanico Salentino con cui ha vinto nel 2018 il Songlines Music Awards, nello stesso anno ha dato alle stampe “Di zampogne, partenze e poesia”, album di debutto come solista incentrato sull’esplorazione delle potenzialità espressive della zampogna nel dialogo con archi ed elettronica. Quello che poteva sembrare un episodio isolato, nato in seno alla formazione salentina che ne ha curato la produzione, è diventato il capo d’opera di un interessante itinerario di ricerca culminato in “Delayed”, il suo secondo disco che amplia ancor di più il raggio delle sue sperimentazioni sonore sui fiati. Rispetto al precedente, infatti, questo nuovo lavoro lo vede alle prese con la ambient e l’elettronica in cui convergono elementi che abbracciano world music e chill out per toccare le musiche da film. Ciò che non è mutato è la presenza degli strumenti tradizionali con le parti soliste affidate al chalumeau ma anche a suoni processati di clarinetto, zampogne e armonica a bocca che rappresentano il punto di partenza da cui si dipana la sua grammatica compositiva e sonora. Insomma, si tratta di una ulteriore evoluzione delle sue ricerche in cui sono confluiti gli ascolti, le collaborazioni messe in fila negli anni e la scoperta di nuovi linguaggi sonori. Sotto il profilo ispirativo, il disco ha preso vita nei giorni del lockdown di marzo 2020 dall’urgenza espressiva di liberarsi dall’isolamento forzato attraverso la musica, immaginando un viaggio attraverso le città dove avrebbe dovuto tenere i suoi concerti, purtroppo annullati a causa della pandemia. Ne è nato anche un esperimento sociale con il fiatista salentino che si ha voluto toccare con mano come la solitudine possa influenzare in maniera radicale la propria creatività. “Delayed”, però, non è un viaggio in solitaria perché al fianco di Giulio Bianco troviamo alcuni ospiti d’eccezione come Giacomo Greco (sinth bass, addictional production), Luca Tarantino (chitarre), Emanuele Licci (bouzouki), Mauro Durante (percussioni), Maria Stella Buccolieri (piano elettrico), Fernado Toma (violinoe viola e direzione archi), Rosa Andriulli (cello) e Andrea Parisi (violino). Durante l’ascolto si attraversano atmosfere sonore differenti che evocano le diverse città in cui fa idealmente tappa il musicista salentino. Si parte dal climax di “Hamburg” con la chitarra di Tarantino che disegna un arpeggio concentrico su cui si innestano i fiati e l’elettronica per giungere al crescendo ritmico finale. Se “Monterrey” spicca per la dinamica e la tessitura melodica, la successiva “Rome” colpisce per l’eleganza degli archi che imprimono alla struttura compositiva una tensione cinematica di grande intensità. Il lirismo della pianistica “Paris”, in cui brilla al piano elettrico Maria Stella Buccolieri, ci introduce ai suoni urbani di “New York” nella quale si fa più serrato il dialogo tra fiati, archi e elettronica e alla brillante “Delhi” che chiude un album di grande pregio compositivo e concettuale.
Salvatore Esposito