Francesco D'Auria featuring Roberto Cecchetto, Umberto Petrin, Tino Tracanna – Lunatics (Caligola Record, 2022)

Nato artisticamente nella scena jazz milanese, Francesco D’Auria Batterista si è formato presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi di Milano” dove ha conseguito il diploma in strumenti a percussione e successivamente ha frequentato il Corso Quadriennale di Musicoterapia ad Assisi e il diploma in musica jazz al Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma. Nel corso degli anni ha maturato esperienze in diversi ambiti musicali dall’avanguardia, collaborando tra gli altri con Danny Gottlieb, Gunter Sommer e Michel Godard, al jazz con i fortunati sodalizi artistici con Gabriele Mirabassi, Luciano Biondini, Beppe Caruso e Maurizio Aliffi. A corollario di questo intenso percorso artistico, a cui a partire dal 2010 ha affiancato quella didattica presso i Conservatori di Brescia, Mantova, Como e Milano, è giunto al suo debutto come leader con il progetto “Lunatics” che lo vede affiancato da una formazione a geometrie variabili composto da Roberto Cecchetto alla chitarra, Tino Tracanna al sax ed Umberto Petrin al pianoforte. Tre eccellenti strumentisti con i quali ha dato vita ad un lavoro che, nel sintetizzare le esperienze maturate come leader nel recente passato, traccia future rotte creative. A riguardo, nelle note di copertina, D’Auria scrive: “L’alchimia in cui siamo stati coinvolti è frutto di una comune immaginazione che posso definire affascinante, desiderabile e, proprio per questo, facile da realizzare. I brani sono stati organizzati in modo da permettere ai musicisti quella libertà espressiva che cerchiamo continuamente e che dovrebbe farci sentire unici e speciali al di là delle doti personali o delle scelte interpretative”. Ispirato nel titolo a “The Lunatics” raccolta poetica dello statunitense Charles Simic, l’album è un concentrato di creatività ed eclettismo in cui si spazia dal free jazz alla world musica per toccare la classica contemporanea, il tutto partendo da ben precise coordinate sonore da rintracciarsi nelle opere di Archie Shepp e Pharoah Sanders. L’ascolto svela una scrittura ricercata tanto sotto il profilo armonico e ritmico con l’originale utilizzo dell’handpan, quanto nelle aperture verso l’improvvisazione e le dinamiche dialogiche, esaltando l’intensità del sax di Tracanna, le tessiture melodiche del piano di Petrin e le corde raffinate di Cecchetto. Composto da undici brani, di cui otto di durata medio-lunga, il disco presenta tre intermezzi, qualcosa di più che semplici riempitivi, ma piuttosto dei bozzetti di possibili improvvisazioni in duo sul palco. Ad aprire il disco è “Monetina” che rimanda a certe atmosfere dei Weather Report e spicca per gli spaccati in solo con il sax di Tracanna a giganteggiare. Il danzante duetto tra percussioni e sax di “Meeting’s dance“ ci conduce nel vivo del disco con la dolce ninna nanna jazz “I sogni di Pietro”, introdotta dalla tessitura ritmica dell’handpan e caratterizzata dal dialogo tra il piano di Petrin e il sax di Tracanna. Le atmosfere astratte di “A little story” per piano e percussioni ci schiudono le porte alla romantica ballad “I found you” con la chitarra di Cecchetto a disegnare la linea melodica in cui si inseriscono il sax e il piano. Se “We just want to be free” ci conduce nei territori del free jazz, la successiva “Princess Linde” è una ballad densa di lirismo, firmata da Michel Godard e già ascoltata nel disco “Amor Sospeso” inciso nel 2019 con il fiatista francese, ma che qui riluce per la peculiare trama ritmica costruita da D’Auria all’handpan. Splendida è anche la rilettura di “Soft wind” composta da Roberto Cecchetto a cui segue il breve frammento “I’m lost” che ci conduce al finale con la riflessiva “Il cielo” che suggella un disco di grande pregio per qualità compositiva e ricerca musicale. www.francescodauria.com - www.facebook.com/Caligola.it


Salvatore Esposito

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