Venditti & De Gregori, Stadio Olimpico, Roma, 18 giugno 2022

L’esordio sul palco del Folk Studio di Giancarlo Cesaroni, poi il debutto discografico, cinquant’anni fa, l’album in coppia “Theorius Campus”, recentemente ristampato. Poi, le strade di Antonello Venditti e Francesco De Gregori si sono separate senza più incrociarsi. Ognuno ha seguito il suo percorso, ha coltivato il suo pubblico e ha scritto pagine indelebili della storia della musica italiana e, in modo differente, hanno colto quel successo che, forse, a vent’anni non avrebbero mai immaginato. Nel corso degli anni, si sono guardati a distanza, ammirati e forse invidiati, e sebbene i rapporti si fossero in qualche modo interrotti, il tempo ha fatto sì che le increspature si appianassero e le strade del Principe e l’Orso Bruno tornassero ad incrociarsi. Tutto è accaduto in modo naturale, complice anche il concerto all’Arena di Verona del 23 settembre 2018 quando si ritrovarono a duettare per celebrare il quarantesimo anniversario dalla pubblicazione di “Sotto il segno dei pesci” di Venditti. Hanno, così, riscoperto il piacere di fare musica insieme e con esso quel senso di fratellanza che li aveva uniti quando mossero i primi passi e pian piano è maturata l’idea di tornare insieme sul palco, con buona pace di quanti avrebbero certamente paventato l’inevitabile e fortunata ricaduta commerciale dell’operazione. 
Inizialmente annunciato per il 5 settembre 2020 e più volte rinviato a causa della pandemia, il concerto che Venditti e De Gregori hanno tenuto sul palco allestito all’interno dello Stadio Olimpico di Roma era certamente uno degli eventi più attesi dell’estate 2022, quella che sarà ricordata per la ripresa a pieno regime dell’attività live e del ritorno dei grandi eventi musicali, da Vasco Rossi al Circo Massimo ai Rolling Stones allo Stadio di San Siro a Milano, passando per Nick Cave sul palco del Medimex a Taranto. In questi anni, l’attesa è stata ingannata con la pubblicazione del singolo “Canzone” dal repertorio di Lucio Dalla e dal 45 giri con due brani cantati in duetto: “Generale” e “Ricordati di me”, ma soprattutto dalla gustosa docu-serie “Falegnami & Filosofi”, diretta da Stefano Pistolini, e disponibile online sulla piattaforma Discovery+ che racconta le (imperdibili) sedute di prove all’Atlantico Live di Roma. Siamo, dunque, arrivati all’Olimpico ben preparati su quello che avremmo visto, ma non era immaginabile il calore con il quale i 44.000 mila spettatori di tutte le età hanno accolto Francesco De Gregori e Antonello Venditti. Nessun maxischermo come sfondo e una scenografia minimale fatta di cubi illuminati con luci led e riflettori, ha messo subito in chiaro che le protagoniste della serata sarebbero state unicamente le canzoni. 
Poco dopo le nove, le luci si sono abbassate e, dopo, l’intro con le note di “Così parlò Zarathustra” di Richard Strauss, un boato ha accolto “Bomba o non bomba” con Venditti al pianoforte. Ha preso il via un concerto intenso, dal ritmo serrato, scandito dall’intersecarsi dei rispettivi repertori dei due cantautori romani e che si è snodato attraverso trentadue brani, a comporre un lungo racconto che attraversa tre o forse quattro generazioni. Generazioni che non hanno vinto, e che lottano ancora per non perdere o si illudono quotidianamente di farlo. Nelle liriche visionarie ed immaginifiche di De Gregori, come in quelle di Venditti maggiormente legate a storie di vita quotidiana, ci sono ricordi che appartengono alla memoria collettiva come a quella di ognuno di noi, sullo sfondo si muove la nostra storia, l’Italia che oggi appare come una nobile decaduta e con essa Roma metafora viva di mille contraddizioni, luci ed ombre, splendore e decadenza. Ad accompagnare Venditti e De Gregori una superband, composta da strumentisti che collaborano stabilmente con entrambi: Alessandro Canini (batteria), Danilo Cherni (tastiere), Carlo Gaudiello (piano), Primiano Di Biase (hammond), Fabio Pignatelli (basso), Amedeo Bianchi (sax), Paolo Giovenchi (chitarre) e Alessandro Valle (pedal steel guitar e mandolino), a cui per l’occasione si sono aggiunte Fabiana Sirigu (violino) e le coriste Laura Ugolini e Laura Marafioti. 
Sotto la direzione musicale dell’immancabile Guido Guglielminetti è stato plasmato un sound che tiene insieme le due anime musicali e si sposa in modo molto efficace con le canzoni di entrambi, facendo risaltare gli elementi caratteristici dei rispettivi approcci musicali. E poi le voci che, sebbene diverse per impostazione e approccio al canto, dialogano (ancora) magnificamente con Venditti forse più sciolto nelle battute iniziali. 
Nell’alternarsi di brani provenienti dai due songbook cantati a due voci, si prosegue con “La leva calcistica della classe ’68”, una splendida versione di “Modena”, “Bufalo Bill”, “La storia” e poi ancora “Peppino”, “Generale” e “Nata sotto il segno dei pesci” con Venditti al pianoforte e De Gregori alla chitarra. “Che Fantastica Storia è La Vita” fa da preludio ad uno dei vertici di tutto il concerto: “Dolce signora che bruci” da “Theorius Campus” in versione acustica a due voci con il Principe alla chitarra. Segue uno spaccato in solo di De Gregori che mette in fila “Alice”, una torrida “Sangue su sangue” e una magnifica “Santa Lucia” con la coda strumentale che cita “Come è profondo il mare” di Lucio Dalla dal cui repertorio arriva anche la successiva “Canzone” in cui i due cantautori si ritrovano a duettare. Venditti siede, poi, al piano per il suo set in solo nel quale regala al pubblico “Sara”, “Ci vorrebbe un amico” e “Notte prima degli esami”. Il duo si ricompone per una brillante versione di “Pablo” introdotta da una citazione di “Shine On You Crazy Diamond dei Pink Floyd” e una commovente “La donna cannone” con il ritornello affidato alla voce di Venditti dal cui repertorio arriva, poi, “Unica”. Spazio ancora per due parentesi soliste con “Rimmel” e “Titanic” di De Gregori, e Venditti che propone “Giulio Cesare”, “Alta Marea” e “In questo mondo di ladri”. 
Trascorse oltre due ore di concerto, i due cantautori tornano a duettare in una versione densa di lirismo di “Sempre e per sempre” e una corale “Roma capoccia” per i titoli di coda. Dopo una breve pausa, arrivano gli immancabili bis con “Il vestito del violinista”, “Ricordati di me” e “Viva l’Italia”, mentre per i saluti finali c’è “Buonanotte Fiorellino” con una elegante citazione nel refrain del tema di “Last Waltz” di The Band, e “Grazie Roma” che suona come un doppio omaggio alla loro città e al pubblico, ma anche ai colori giallorossi. Passioni calcistiche a parte, non poteva esserci inizio migliore per il tour che vedrà i due cantautori romani ancora insieme per oltre venti date. Certamente sarà suggestivo rivederli anche in un contesto meno dispersivo di uno stadio dove la distanza fa venire meno il contatto con il palco. 


Salvatore Esposito
Foto di Roberto Panucci (1, 2, 3 e 4) e Giovanni Canitano (5)

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