Mare e Miniere XV Edizione. Seminari di Canto, Musica e Danza Popolare, Vecchia Tonnara Su Pranu, Portoscuso, 21 – 26 giugno 2022

Dalle sonorità isolane si è passati a quelle delle Quattro Province con il duo composto da Valla (piffero e voce) e Daniele Scurati (fisarmonica e voce) che ha condotto il pubblico alla scoperta del ricco patrimonio musicale appenninico. Il “Juke-box di poesia” dell’attrice e regista Preziosa Salatino ci ha accolto all’ingresso della Vecchia Tonnara la sera di giovedì 23, regalando ad ogni spettatore la sorpresa della recita, occhi negli occhi, di alcune liriche a tema. A seguire, Ottavio Nieddu ha conversato con Duccio Pasqua, autore del libro “Storie di straordinaria fonia” insieme con Francesca Gaudenzi e soprattutto con Rodolfo “Foffo” Bianchi, musicista, produttore e ingegnere del suono tra i più apprezzati in Italia, che nel volume ha raccontato il suo lungo percorso professionale vissuto al fianco di artisti come Renato Zero, Rino Gaetano, Pino Daniele, Enrico Ruggeri, Elio e le Storie Tese e a fianco di band prog-rock come Il Rovescio della Medaglia, Perigeo e Banco del Mutuo Soccorso. Una bella novità della quindicesima edizione di Mare e Miniere è la nascita dell’Orchestra Poco Stabile, guidata da Mauro Palmas e composta da Marcello Peghin alla chitarra, Silvano Lobina al basso, Andrea Ruggeri alla batteria, Alessandro Foresti alla tastiera, Marco Argiolas ai fiati. A tenere a battesimo quella che si può considerare la resident band del festival è stata Patrizia Laquidara, che insieme al neonato ensemble ha proposto una selezione di brani dal proprio repertorio, passando dalla canzone classica napoletana alla
tradizione veneta con la sua superba versione di “Canto dei battipali”; Laquidara ha portato a termine il suo set, interrotto da una improvvida pioggia che ha portato il pubblico presente, ognuno con la propria sedia, a rifugiarsi nella sala dove si svolgevano le lezioni di musica d’insieme e subito dopo a tornare indietro e all’aria aperta, appena la nuvola molesta ha deciso di allontanarsi dall’orizzonte. È salito poi sul palco il polistrumentista sardo Matteo Leone - vincitore dell’edizione 2021 del Premio Andrea Parodi - che ha condotto il pubblico alla scoperta del suo repertorio che incrocia il dialetto tabarchino con il blues del Delta, permeato da suggestioni desert e mediterranee. Ascoltato a qualche mese di distanza, il cantautore di Calasetta sembra aver messo ancor più a fuoco la sua cifra stilistica, valorizzando le sue composizioni, nelle cui trame si riescono a percepire più distintamente i vari incroci e attraversamenti sonori, che dalla Sardegna approdano nel Mississippi fino ad arrivare al Mali. Il primo segmento della serata di venerdì 24 ha visto salire sul palco, allestito nella Vecchia Tonnara, l’ensemble vocale i Cantori della Resurrezione, diretto da Fabio Fresi, che hanno regalato al pubblico un viaggio attraverso i canti liturgici e para-liturgici, tra cui un toccante arrangiamento del “Padre Nostro” in sardo composto da Luigi Lai: si è trattato di un momento particolarmente intenso ed evocativo, quasi ipnotico; da apprezzare in particolare il fatto che, diversamente da quanto previsto, la performance si è
tenuta all’aperto senza che ne abbia risentito in alcun modo l’impatto sul pubblico. La serata è proseguita con lo straordinario concerto “Surfaru e focu” di Mario Incudine, accompagnato da Antonio Vasta al pianoforte e alla fisarmonica: tra irresistibili cunti e splendidi canti, Incudine ha entusiasmato il pubblico con la sua verve unica e le sue eccellenti doti di interprete, attore e intrattenitore. Tra i momenti più belli del suo set vanno ricordati innanzitutto lo spaccato dedicato alle serenate siciliane - anticipato da un divertente racconto - e poi il doppio omaggio a Franco Battiato e Giuni Russo, con una elegantissima rilettura di “Scirocco,” e quello a Fabrizio De Andrè, con la riscrittura in siciliano di “Bocca di Rosa”; da pelle d’oca infine il suo ormai famoso e tradizionale cunto della tragedia mineraria di Marcinelle. L’apertura della serata di sabato 25 è stata riservata al concerto dei bambini della Piccola Orchestra di Mare e Miniere, nata dal già citato laboratorio di Giulia Cavicchioni che, con il suo peculiare metodo di insegnamento intuitivo, ha consentito ai piccoli non solo di familiarizzare con strumenti come chitarre e violini, nell’arco di soli cinque giorni, ma anche di esibirsi sul palco, con successo e l’approvazione non solo dei numerosi e rumorosi parenti, ma anche di tutto il restante pubblico. Il breve ma divertente set era stato accuratamente preparato in ogni dettaglio, a partire dalla locandina preparata dai bambini stessi e realizzata con un collage dei loro disegni. 
La canzone d’autore è poi tornata in scena con la felice performance di Maurizio Geri che ha condotto il pubblico alla scoperta del suo repertorio, impreziosito per l’occasione da brani inediti di purissimo storytelling e dalle riletture tratte dai songbook di Gianmaria Testa e Max Manfredi; nel finale a sorpresa è stato raggiunto sul palco dall’Orchestra Poco Stabile di Mare e Miniere. La chiusura della serata è stata all’insegna dell’incontro tra jazz e lingua sarda, grazie al set di Francesca Corrias & Sunflower, che hanno riproposto interamente il recente “De Diora” in un flusso ininterrotto di emozioni e suggestioni, tra echi di sonorità isolane e musica brasiliana. Ascoltate dal vivo, le canzoni dell’interprete e musicista sarda acquisiscono ancora più fascino e si arricchiscono di sfumature e colori sonori; non sono mancate le aperture verso i territori dell’improvvisazione e alcuni travolgenti spaccati scat in cui abbiamo apprezzato l’incredibile versatilità della voce. Ad impreziosire il tutto la trama melodica, intessuta da Sandro Mura al pianoforte - in cui si inserisce spesso al flauto la stessa Corrias - e sostenuta da una impeccabile sezione ritmica, composta da Filippo Mundula al contrabbasso e Pierpaolo Frailis alla batteria. E poi è arrivato il gran finale di domenica 26, in una Tonnara raggiunta dal vento caldo, ma senza che nessun presente – il pubblico era davvero numerosissimo – abbia avuto un momento di cedimento: lo spettacolo che le varie classi di tutti i seminari hanno saputo realizzare è stato
nel suo insieme emozionante, magico, evocativo, con passaggi di gioia e altri di vera commozione. Hanno impressionato la capacità semiprofessionistica dei dilettanti corsisti da una parte e la capacità di far incontrare e amalgamare, raggiungendo risultati egregi e sorprendenti, di tutti i maestri. In particolare, vanno segnalati alcuni passaggi davvero straordinari, come la performance eccellente dei due giovani ragazzi che si sono esibiti con i Concordu e Tenore: pochi giorni di lezione sembrano essere bastati e quello che fa ben sperare è l’interesse di questi giovanissimi alla musica tradizionale. Come sempre impeccabile il coro dei corsi di canto popolare di Elena Ledda e Simonetta Soro e quello di Alessandro Foresti e trascinante il mare disordinato di percussioni e di corde, che hanno visto impegnati maestri e allievi fino al grande finale della musica d’insieme di Silvano Lobina e di Mario Incudine; quest’ultimo ha impegnato tutti i corsisti a cantare e a suonare la nascita della musica… in Sicilia… tra le grandi risate collettive. Ma che sia successo in Sardegna o in Sicilia, o in una qualche isola sommersa (magari Atlantide), resta che la musica è nata ed è stata rappresentata nella magia della Tonnara Su Pranu, in un corale rito di gioia e liberazione, di concordia e collaborazione: una “Stranizza d’amuri”, come l’omaggio che tutta Mare e Miniere, cioè corsisti, insegnanti e pubblico hanno dedicato con dolcezza al Maestro Battiato. Quanto basta per prepararci all’inverno in attesa della prossima edizione ad aprire una nuovissima estate. 


Salvatore Esposito e Elisabetta Malantrucco

Foto e video di Salvatore Esposito

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