Hamilton de Holanda Trio e Roberta Sá, Bimhuis, Amsterdam, 30 maggio 2022

Oltre vent’anni fa, Hamilton de Holanda ha reinventato il tradizionale mandolino a otto corde aggiungendo due corde basse appaiate accordate in Do: da allora il bandolim ha acquisito una voce più profonda e aperto nuovi orizzonti grazie ad una tecnica che permette non solo splendidi assoli, ma anche contrappunti e soluzioni armoniche inedite e che sta ispirando una nuova generazione di musicisti. Inizialmente più legato allo choro, il repertorio si è venuto allargando ad altri generi e formazioni musicali. Il duo e il trio sono quelle più frequentate ed abbiamo perso il conto delle formazioni in trio che lo vedono protagonista. Quella con Salomão Soares alle tastiere e Thiago Rabello alla batteria colpisce per la sintesi di perizia tecnica e sensibilità musicale: una formazione profondamente a suo agio sia nell’improvvisazione, sia nell’arte dell’arrangiamento, capace di interpretare al meglio composizioni originali, così come classici della musica brasiliana. I loro concerti diventano imperdibili per tutti quando decidono di presentarsi dal vivo con una delle cantanti più ascoltate in Brasile, Roberta Sá. Rio de Janeiro è il loro territorio comune e non poteva mancare un tour di stampo decisamente carioca dedicato alle composizioni di Antônio Carlos Jobim. 
Il concerto ad Amsterdam segnala la conclusione del loro nuovo tour in Europa e la città olandese li ha accolti con un tepore primaverile e con il calore di una sala strapiena, forte di una nutrita rappresentanza della numerosa comunità brasiliana che risiede nei Paesi Bassi. La scaletta alterna momenti in trio al quartetto con la cantante e viene aperto da composizioni dal sapore più intimo come “Passarim” e “Chovendo na Roseira” che Hamilton de Holanda sa rileggere sia con un’interpretazione accurata del registro melodico-armonico originale sia dando vita ad un gioco di specchi, nelle parti improvvisate, con citazioni e ceselli che spaziano da Vinicius de Moraes a Modugno. I brani più conosciuti e in cui il pubblico volentieri si fa coinvolgere sono quelli che vedono protagonista Roberta Sá e che parlano direttamente alle “saudades” di chi vive lontano dal proprio luogo natale rievocando brani immortali come “Desafinado” e “Sabiá”. Sul palco l’intesa e il rispetto reciproco fra i quattro musicisti è evidente e permette un elegante flusso di dinamiche di volume che valorizzano al meglio i brani e l’interazione col pubblico, spesso invitato a sostenere il ritmo con le mani o a cantare, ma senza alcuna forzatura, come se Roberta Sá e Hamilton de Holanda sapessero ormai a menadito quando e come
chi li ascolta desidera partecipare alla musica. Al centro del programma c’è spazio anche per le composizioni di Hamilton de Holanda, a cominciare da “Endless” (che ricorda essere stata composta insieme a Michael League), per passare poi a “Flying Chicken” e “Sol e luz”, brani in cui il trio mostra appieno le proprie doti tecniche: di fatto ogni musicista pare suonare due strumenti, sia perché Salomão Soares dispone di due tastiere e con una di queste inventa costantemente linee di basso molto accurate, sia per la straordinaria indipendenza di Thiago Rabello, che sa fondere in un unico flusso ritmi e poliritmi da diverse matrici afrobrasiliane. E ancora, per l’abilità di Hamilton de Holanda nel far risaltare i diversi timbri dello strumento trasformandolo in una piccola orchestra. La parte finale del concerto pesca dal recente album di Roberta Sá, “Sambas & Bossas”, classici come “Chega de saudade” e chiude la serie di bis reclamati a gran voce con un omaggio a Ivete Sangalo, a tre giorni dal suo compleanno, muovendo a ballare l’intera sala.

 

Alessio Surian

Foto e video di Alessio Surian

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