IKOQWE – The Beginning, the Medium, the End and the Infinite (Crammed Discs/Materiali Sonori, 2021)

Presentato in anteprima nel corso dell’edizione 2019 del Festival Músicas do Mundo di Sines, in Portogallo, il progetto IKOQWE (da pronunciarsi “ee-kok-weh”) nasce nel fermento creativo della nuova scena musicale di Lisbona, dalla collaborazione tra due vecchi amici: il rapper e attivista angolano Luaty Beirão aka Ikonoklasta, già incarcerato a Luanda per sovversione contro il presidente del presidente José Eduardo dos Santos e liberato dopo trentasei giorni di sciopero della fame, e il musicista e produttore portoghese, ma di origine angolana, Pedro Coquenão, meglio noto come Batida, già autore nel 2009 di “Dance Mwangolé” e considerato una delle figure di punta della nuova musica elettronica africana. In piena libertà, i due musicisti hanno dato sfogo alla loro creatività, mettendo in campo una ricerca sonora a tutto campo che gli ha consentito di far coesistere antico e moderno, tradizione e innovazione. Così, drum machine, linee di basso vintage, synth Roland, loop elettronici e strutture musicali hip hop old school si incrociano con strumenti tradizionali come tngomas, dikanzas e kissanges, provenienti dalle registrazioni sul campo effettuate in Angola dall’etnomusicologo Hugh Tracey negli anni Cinquanta, e conservata presso l’archivio dell’International Library of African Music, con sede a Grahamstown in Sudafrica. A cristallizzare il lavoro compiuto in questi anni è l’album “The Beginning, the Medium, the End and the Infinite” nel quale hanno raccolto undici brani, incisi con la complicità di alcuni ospiti come Octa Push, Celeste Mariposa e Spoek Mathambo. Immedesimandosi rispettivamente in IKO e COQWE, le due mummie ritratte in copertina che sembrano venire da un tempo distopico, Ikonoklasta e Pedro Coquenão, nei loro testi che mescolano umbundu (lingua tipica di Huambo, il paese natale di Batida) slang angolano, portoghese e inglese, non risparmiano critiche verso il neocolonialismo, alla pericolosa riemersione del fascismo, le ingiustizie e le falsificazioni storiche. Aperto dal breve frammento afro-house di “The Principle (O Principio)” il disco entra nel vivo con la tradizione angola declinata al futuro di “Bulubulu” e la dance di “Falta Muito?” e tocca il suo primo vertice con il primo singolo “Pele” che si dipana tra elettronica e trance (da ascoltare anche i due remix ad opera di Boddhi Satva e degli inglesi MADMADMAD). Se la percussiva “The Medium (O Meio) vede la partecipazione di Celeste Mariposa, nella scorribanda hip hop “Vai de C@n@!” complice del duo è Octa Push. I ritmi in levare di “Otra Cidade (Other Town)” ci conducono alla sequenza con gli echi di kuduro della trascinante “Makumba” e ai beat elettronici di “The End (Kamicasio)” nelle cui trame si staglia in controluce la citazione della “Marcia Funebre” di Chopin. Il travolgente rap di Ikonoclasta di “Quarantena” e la distopica “The Infinite (O Infinito) chiudono un disco visionario e coraggioso del quale non vediamo l’ora di ascoltare il seguito. Assolutamente consigliato! 


Salvatore Esposito

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