Speciale Italian Sounds Good: Tango Spleen Orquesta, Andrea Cavina, Fred Branca, Sasha Vinci, Luca Fogliati, Marco Augusto, Luciano Macchia Crooner, Helle, 1000Streets, Soundelirio

Tango Spleen Orquesta – Vamos a la distancia (Autoprodotto, 2021)
Fondata nel 2008 dal pianista, cantante e compositore argentino Mariano Speranza, la Tango Spleen Orquestra nasce con l’obiettivo di diffondere e far riscoprire la tradizione tanguera, non solo come eredità del passato, ma soprattutto come materia viva e in continua evoluzione. A distanza di tre anni "Contatto" l’ensemble torna con il pregevole “Vamos a la distancia” nel quale rendono omaggio al repertorio di Astor Piazzolla nell’anno del suo centenario, mescolando nuovi arrangiamenti delle sue composizioni, a brani inediti. Ad affiancare, per l’occasione, Mariano Speranza (pianoforte, canto, arrangiamenti e direzione musicale) sono l’argentino Luciano Casalino (violino), la venezuelana Vanessa Matamoros (contrabbasso), e gli italiani Francesco Bruno (bandoneon), Elena Luppi (viola) e Anna Palumbo (percussioni). Accolti dalla suggestiva immagine di copertina firmata dall’artista argentino Luis Felipe Garay. Il disco prende le mosse dalla Buenos Aires di Astor Piazzolla con “Michelangelo ‘70” ispirata al nightclub omonimo e magistralmente riletta introducendo nella linea melodica la viola nel ruolo in origine affidato alla chitarra elettrica. La struggente milonga criolla “Calles” firmata da Speranza e la travolgente melodica di “Adiós Nonino” di Piazzolla ci introducono alla superba “Milonga Schupi”, altro brano originale, caratterizzata dal rincorrersi delle varie voci strumentali nell’esposizione dei temi. Se “Milonga del trovador” su testo di Ferrer musicata da Piazzolla vede Speranza vestire in modo impeccabile anche i panni del cantante, la successiva “Ciao” di Anna Palumbo spicca per i chiaroscuri degli stati d’animo che si alternano e la struttura musicale che mescola jazz e musica brasiliana. Il classico “Oblivion” di Piazzolla riletta in una versione densa di suggestione e il climax espressivo di “Dos Aguas” guidata dal violino di Luciano Casalino ci schiudono le porte al finale con “Poeme” di Elena Luppi e la bella versione di “Fracanapa” scritta nel 1963 da Piazzolla e qui proposta in una versione di grande fascino. “Vamos a la distancia” è, dunque, un disco di grande pregio non solo musicale, ma anche sotto il profilo della ricerca e della scrittura.

Andrea Cavina – 10 Lettere (Autoprodotto, 2021)
Chitarrista, compositore e didatta romagnolo Andrea Cavina giunge al suo debutto discografico con “10 Lettere”, realizzato con la supervisione artistica di Maurizio Colonna e nel quale ha raccolto dieci brani in forma di epistole musicali ad artisti ed innovatori del recente passato. Caratterizzato da un songwriting di matrice pop-rock e da arrangiamenti ricercati che mettono al centro del sound la chitarra, il disco mescola riferimenti ed ispirazioni differenti che abbracciano letteratura, cinema, arte figurativa e musica. L’ascolto ci conduce dalle atmosfere minimali dell’elegante “Aria” dedicata a Ludovico Einaudi a “Partenze” ispirata dalle sonorità del chitarrista e compositore americano Andrew York, per toccare la dolce ninna nanna “La Nanna di Giovanni” dedicata al figlio. Se “Estate” rimanda alle atmosfere dei film di Hayao Miyazaki ispirata dal compositore giapponese Joe Hisaishi che he ha curato le colonne sonore, “Attorno al fuoco” ci conduce attraverso i sentieri della musica irlandese, battuti da Turlough O'Carolan e alle vicende che ne caratterizzarono la vita. “Vento nella foresta (Affronto)”, dedicata a Roberto Cacciapaglia e alle Dolomiti, incrocia le armonie utilizzate dal compositore milanese e i fraseggi rock di Led Zeppelin e Deep Purple, mentre “Alba” è un omaggio al chitarrista Maurizio Colonna. Completano il disco “Danza di una piuma” per Yann Tiersen nella quale ritornano certe atmosfere delle sue soundtrack, “Stazioni” nella quale convergono echi di Andrew York e Pat Metheny e quel gioiellino che è “Studiano Van Gogh”, dedicata al pittore olandese e a Federico Mompou e nella quale spicca l’utilizzo del tremolo. 

Fred Branca – Romantico Punk (Cane Nero Dischi/Kobayashi Edizioni, 2021)
“Romantico Punk” è questo il titolo del disco di debutto come solista di Fred Branca, al secolo Federico Branca Bonelli, batterista, produttore e compositore, nonché fondatore dell'etichetta Cane Nero Dischi. Dopo aver messo in fila una lunga serie di collaborazioni con, tra gli altri, Marta sui Tubi, En Roco, Kramers, BluNepal, Technoir e Uli, lo ritroviamo alle prese con otto brani in cui pop, elettronica e R&B incontrano testi in cui si mescolano nostalgia, romanticismo e pungente ironia. L’ascolto si dipana tra la trascinante melodia radiofriendly di “Come un animale” al rock della riflessiva “Così leggero”, passando per l’introspettiva “Fellini” e l’amore finito sul nascere di “Giorni Strani” per giunge a “Un temporale” scritta su un treno notturno Parigi-Milano e la sperimentazione techno-tribal di “Percussioni latine”. I ritmi urbani della New York dei Cigarettes After Sex di “Male come ti amavo” chiudono un’opera prima interessante non priva di interessanti intuizioni e spunti musicali intriganti.

Sasha Vinci – Mercurio (aA29 Project Room, 2021)
Nato dalla collaborazione con il musicista Vincent Migliorisi, “Merurio” è il nuovo disco del cantautore e performer siciliano Sasha Vinci e raccoglie nove brani, incisi durante il lockdown di marzo 2020 nei quali si ricorrono ricordi, storie personali, metafore e simboli, sovrapponendo onirico e reale, vita e morte. Il titolo che rimanda tanto alla divinità del pantheon romano, quanto al metallo liquido, racchiude perfettamente la poetica dei brani sfuggente e libera e nel contempo in continuo movimento. Aperto dalla vibrante ed intensa “Castelli di rabbia” che suona come un invito a liberarsi dalle ingiustizie e dai soprusi del presente, il disco entra nel vivo con le riflessive “Il magnifico volo” in cui Vinci canta di un amore finito e la toccante “Non ho paura” in cui ritornano le immagini tragiche dei profughi morti nelle acque del Mediterraneo. Si prosegue con la poetica title-track, l’elogio alla scrittura di “Penna e calamaio” e la rock-ballad “Un giorno senza ore” per giungere all’omaggio a a Antonin Artaud e ai suoi versi dissacranti e anarchici con “Poesie della Crudeltà”. Gli echi di new wave dell’autobiografica “Silenzio” e la trascinante “Occhi alle stelle” suggellano un lavoro di spessore sia sotto il profilo cantautorale che da quello prettamente musicale. 

Marco Augusto –  Per amore alla vita (Halligalli Records, 2021)
Nato a Milano e cresciuto in Germania, Marco Augusto dopo aver studiato pianoforte, canto e chitarra e aver preso parte a diversi concorsi musicali è approdato a quarant’anni al mestiere della musica dando alle stampe il suo primo album “Per amore alla vita. Composto da dodici brani autografi, il disco - come lascia intendere anche il titolo - è un inno alla vita in cui storie ed emozioni personali diventano parte di un messaggio di speranza rivolto a tutti. Durante l’ascolto piacciono l’iniziale “La rosa si apre”, la dedica appassionata alla sua città con “Milano”, la canzone d’amore “Tranne te” e il dialogo con Madre Terra di “Terra tremante”. Di amore da donare al prossimo si canta in “Due cuori”, per riflettere su una storia prossima alla fine de “Il nostro amore” e giungere alle appassionate “Se tu ci sei” e “Senza di te”. La riflessione sulla necessità di riscoprire la lentezza di “Volta stellata” e l’invito a fidarsi dei propri mezzi di “Vai” ci conducono al finale con l’attualissima “Pace” e la versione dance di “Se tu ci sei” che chiude l’album.

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