Artisti Vari – Hanin. Field recordings in Syria 2008/2009 (Worlds Within Worlds, 2021)

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La raccolta da poco pubblicata, curata da Michel Gasco dedicata ad una porzione di quel che avveniva musicalmente in Siria prima dell’ultimo belligerante decennio colma un vuoto discografico rilevante. Non si tratta di un tentativo di offrire un’unica chiave di lettura, ma, piuttosto, di un’attenta selezione che mette in luce stili diversi, sia legati alla musica strumentale – con virtuosi di oud, buzuq, qanun, flauto ney e anche chitarra, sia alle diverse forme della canzone – da Aleppo (Qudud) al deserto fino alla regione meridionale (Jabal al Druze). Fra il 2008 e il 2009 Michel Gasco ha potuto viaggiare per un anno in Siria, grazie a un finanziamento dell’Agenzia Spagnola per la Cooperazione Internazionale, per condurre una ricerca sulle musiche siriane e favorire forme di dialogo fra musicisti siriani e spagnoli. Quei dodici mesi sono risultati in numerose registrazioni e nella formazione di un gruppo con due musicisti spagnoli e quattro siriani che hanno suonato anche al Teatro dell’Opera di Damasco e in festival internazionali in Giordania e Spagna. Michel Gasco, che suona un oud costruito a Homs da Samir Azarì ed è tornato ancora in Siria, fino al 2011, perfezionandosi nel liuto arabo con i maestri Mohammad Qadri Dalal e Hussein Sabsaby, frequentando il laboratorio di liuteria di Ayman Jesry ad Aleppo, visitando ad Homs l’amico Issa Fayad, cantante e suonatore di oud. Buona parte dei musicisti che ha frequentato vivono oggi in Egitto, Libano, Turchia, Germania, Inghilterra o Canada. I tre brani che aprono l’album vedono protagonista l’Ornina Ensemble di Aleppo, fondato nel 1994 dai maestri e compositori Muhammad Qadri Dalal (oud) Abdel Baset Bekar (violino). 
Nel primo brano il virtuoso di qanun Ghassan Ammouri offre un’improvvisazione strumentale sul Taqsim Bayat. L’ “Layali & Qudud” ci introduce ad una delle forme di improvvisazione vocale per poi far spazio a Ahmad Badour che nella seconda parte di “Qudud Awal a Shreet Mahboubi” canta il poema “Fu’adi birab’i al-tha’inina asiru”, una finestra sullo Yemen del XIV secolo e sul poeta Abdul Rahim Al Borai. Il suonatore di ney Moslem Rahal è il protagonista del quarto brano, “Taqsim Kurdi”, ed è conosciuto in Spagna per le collaborazioni con l’ensemble Hespérion XXI diretto da Jordi Savall, e con Maria del Mar Bonet. Il taqsim su cui improvvisa è stato registrato al conservatorio di Damasco, ma Rahal viene da una famiglia di artisti di Latakia, dove si è affermato anche come costruttore di strumenti. E’ stato anche fra i solisti dell’orchestra sinfonica nazionale. Sempre a Damasco è stato registrato “Qasida Mink ad Daya”, nella casa in cui allora viveva il cantante e suonatore d’oud Safwan Bahlawan, oggi residente al Cairo, specialista del repertorio dell’egiziano Muhammad Abdel Wahab. Qui, esegue una musica di sua composizione, nel maqam Nahawad, che accompagna un poema in stile qasida scritto quarant’anni fa dal poeta di Tartus Muhammad Al-Mawsily. 
Fra le registrazioni casalinghe troviamo anche quella a Mukhtarieh, villaggio a dieci chilometri da Homs, dove Ahmad al Hassan (oggi residente a Beirut) esegue “Taqsim Bayat” con un buzuq elettrico costruito per suonare anche quarti di tono e rafforzato da due corde doppie. “Al Nafs” è stata registrata dalla Homs Band for Revival of Traditional Music (attiva dal 1973) nel castello (crociato) Crac des Chevaliers ed è uno dei brani più estesi dell’album, una composizione del direttore e virtuoso di oud Issa Fayad, su versi di Gibran Khalil Gibran accompagnati a ritmo prima di wahde e poi di valzer. In un posto imprecisato fra Homs e Al-Qaryatayn, Abdul Latif Sattah ha inciso per questa raccolta il suo rababa e la sua voce mentre interpreta – nella tradizione dei beduini del deserto – strofe che parlano di orgoglio ed ospitalità in stile nabati, composte da Abdullah Rashid oltre un secolo e mezzo fa, cantate senza un ritmo preciso di riferimento, sul modo (maqam) Sigah. Un’altra tradizione documentata in questa raccolta è quella della musica suonata dai drusi, registrata in questo caso a Salhat dove il gruppo Al Qalaa canta “Ya Tayr al-hajal”, frequente nei momenti celebrativi nella provincia di As- Swayida – Siria meridionale-occidentale. Le strofe, nello stile Al-Hidaa, celebrano le gesta dei Bani Maarouf. 
Il maqam su cui si sviluppa la melodia è il Saba, su ritmo laf (o malfuf), che invita alla danza. In questo caso ci è dato ascoltare il mejwez, strumento a doppia ancia, suonato con respirazione circolare, che accomuna la Siria con Libano, Palestina, Giordania ed Egitto. A Damasco sono stati registrati Hussein Sabsaby e Tarek Salhiya in un brano di loro composizione, “Salma”, maqam Bayati, che suonano insieme a Jamal al Saqqa. Sabsaby si è trasferito da Hama a Damasco dove è diventato conosciuto dagli anni 2000 dopo aver studiato l’oud ad Aleppo e con l’iracheno Munir Bashir. E’ fra gli artisti rimasti a vivere nella capitale, dove è anche maestro liutaio. Forma un duo molto apprezzato con il chitarrista palestinese Tarek Salhiye, nato e cresciuto a Damasco dove insegna al conservatorio di musica ed è fra i chitarristi che hanno saputo “estrarre” dalla chitarra anche i quarti di tono. Al tempo era con loro (mentre ora vive a Londra) Jamal as-Saqqa, musicista di Homs, divenuto fra i più richiesti percussionisti di Damasco, al riqq daf, o derbaki. Due brani da Aleppo completano l’album. Il primo è “Lakad Ateytu Lhema Bithulli”, il maqam è il Rast, sospinto dal ritmo malfuf del gruppo Ikhwan Bedour con le voci direttore Ahmad Bedour e dei suoi
fratelli Muhammad, Salah, Kamal e Ammar, con cui danza il derviscio Hamed Hadad al-Darwish. Il secondo, “Samai Kurd”, come dice il titolo, legge il maqam Kurd attraverso il ritmo samai, in 10/8, popolare nel repertorio ottomano classico. L’ha composto e lo suona Bashar al Hassan, cresciuto in una famiglia di musicisti da cui ha imparato a suonare buzuq e oud, facendosi ispirare poi dai maestri iracheni Jamil e Munir Bashir, e dal maestro Muhammad Abdel Karim. Per quindici anni Al-Hassan ha suonato l’oud nel gruppo che ha accompagnato uno dei cantanti siriani più importanti, il carismatico Sabah Fakhri, purtroppo deceduto il 2 novembre, autentico filo rosso di questa raccolta: con lui hanno suonato anche Hussain Sabsaby, Ahmad Bedour, Ghassan Ammouri, Muhammad Qadri Dalal (Ornina). 


Alessio Surian

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