Pietro Lussu, Rosario Giuliani – Tribute to Bird (Emme Record Label, 2021)

Rispettivamente sassofonista e pianista tra i più apprezzati della scena jazz nazionale, Rosario Giuliani e Pietro Lussu hanno incrociato spesso i rispettivi percorsi artistici tra diverse formazioni e progetti, cementando una grande intesa a livello musicale, oltre che sotto il profilo umano. Li ritroviamo fianco a fianco, in un inedito duo con “Tribute to Bird”, disco con il quale rendono omaggio Charlie “Bird” Parker in occasione dei cento anni dalla sua nascita. Composto da nove brani tra riletture ed originali, il disco non è un semplice omaggio con riletture pedisseque e di maniera, ma piuttosto è un fascinoso viaggio negli aspetti meno esplorati dell’immaginario poetico del sassofonista americano, in cui ogni nota, ogni arrangiamento e ogni traccia è nata da un intenso percorso di studio e ricerca. Considerato uno di grandi innovatori del jazz per aver dato vita al bebop durante una improvvisazione su “Cherokee” di Ray Noble, il sassofonista americano è una fonte ispirativa inesauribile e non è un caso che la sua musica ha ispirato più di una generazione di musicisti e rappresenti ancora oggi un riferimento imprescindibile nella storia del jazz. Così se è vero, come è vero, che la musica di Parker l’hanno maneggiata un po’ e spesso anche con superficialità, nel caso di questo album siamo di fronte ad una vera e propria sfida che muove innanzitutto dalla ben precisa scelta della formazione in duo, ma anche dall’esigenza di continuare ad esplorare l’universo sonoro del sassofonista americano. Non è un caso, infatti, che nel disco siano presenti anche brani inediti firmati da Rosario Giuliani che, tra l’altro, ha curato con grande maestria anche gli arrangiamenti la cui impostazione quasi cameristica, gli consente di disvelare l’essenza delle composizioni di Parker. Il disco si apre con i sei minuti “Ah-Leu-Cha”, brano in tipico stile bebop originariamente inciso con Charlie Parker All-Stars nel 1948 e qui riletta dal duo in una versione che esalta le aperture improvvisative e la cantabilità del tema. Si prosegue con la bella versione di “Quasimodo” del 1945, originariamente ispirata nella struttura armonica a “Embraceable You” di George e Ira Gershwin e diventata un classico del repertorio di Bird, a cui segue la trascinante “Be-Bop” in cui giganteggia il sax di Giuliani che dialoga superbamente con il pianoforte di Lussu che non manca di immergersi in aperture improvvisate. La malinconica ballad “Lover Man”, composta da Jimmy Davis, Roger “Ram” Ramirez e James Sherman nel 1941, è riletta nella sua versione originaria in 5/4 e ci introduce al cuore del disco rappresentato dalle tre parti di “Suite & Poursuite” firmata da Giuliani e nella quale cogliamo come il sassofonista non solo abbia messo a frutto la lezione di Parker ma sia riuscito ad andare oltre ritagliandosi la propria cifra compositiva. La meditazione al crepuscolo “Dream House” firmata da Giuliani ed impreziosita da un inteplay perfetto tra sax e pianoforte e quel gioiello che è “Donna Lee”, altro grande classico di Parker, completano un album elegantissimo e pieno di poesia, qualcosa di lontanissimo dai tanti esercizi di stile autoreferenziale che spesso fanno capolino nella scena jazz italiana. 


Salvatore Esposito

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