Marcello De Carolis – The Eclecting Beating (Da Vinci Classics, 2020)

Se l’eclettismo del titolo e la contemporaneità della musica riportata nel sottotitolo (“Contemporary Music for Chitarra Battente”) già incuriosiscono tanto l’ascoltatore, le note orchestrali del “Concerto di Matera” del compositore Angelo Gilardino svelano la qualità di questa nuova impresa di Marcello De Carolis. Di recente lo avevamo incontrato accanto al principale artefice della “rigenerazione” della chitarra battente, Francesco Loccisano, nell’elegantemente rifinito “Venti”; i due si sono cimentati anche con la pubblicazione di un metodo di studio (“La chitarra battente – metodo base”, edito da fingerpicking.net). Ora De Carolis allarga ancora l’identità dello strumento nella versione calabrese, confrontandosi con partiture concepite proprio per essere suonate con lo strumento popolare a cinque corde doppie. Diplomato in chitarra classica, il potentino De Carolis si è perfezionato, tra gli altri, con lo stesso maestro vercellese, con Luca Fabrizio (suo partner nel duo Cordaminazioni) e Leo Brower. È stato poi sedotto dall’universo della chitarra battente che ha studiato proprio con Loccisano. Qui non si tratta solo di travalicare i confini del tradizionale accompagnamento del canto trasportando lo strumento in altri contesti sonori o di nobilitarlo, circondandolo di strumenti colti, quanto piuttosto di perseguire una combinazione tra la grammatica tradizionale della battente e altri mondi sonori (strumenti barocchi, chitarra classica e corde della penisola iberica) e costruire un repertorio proprio per la chitarra battente, che nell’uso tecnico e compositivo sviluppa le sue piene potenzialità e si affranca dal mero colore locale. Nell’introdurre l’album “Venti” i due scrivevano: "Per noi è l'avanguardia della chitarra battente, con cui si esplorano nuove frontiere di dialogo chitarristico che partono dal nostro territorio, per arrivare a tutto il mondo grazie all'ampia escursione dinamica e a una mescolanza di suono meridionale, poesia, composizione e contemporaneità”. Pure, va osservato che la chitarra battente ha trovato finalmente dimora anche nei corsi del Conservatorio di Nocera Terinese (Cz) e sempre di più ci si auspica che possa trovare nuovo slancio in altre sedi di alta formazione, come già da anni accade altrove con strumenti tradizionali iconici (Giraldino nelle note di presentazione cita la chitarra flamenco al Conservatorio di Cordoba, ma gli esempi potrebbero continuare, spaziando dal nord al sud Europa). Inoltre, la chitarra battente di De Carolis, come quella di Loccisano, è uno strumento innovativo prima di tutto sotto il profilo organologico sulla base degli sviluppi apportati dal liutaio Sergio Puglisi di Scilla, il quale ha introdotto una tastiera rialzata, modificato il piano armonico consentendo maggiore estensione e intensità di suono, agito sulle meccaniche, così consentendo una più efficace accordatura. L’album si apre con i quattro movimenti del già citato “Concerto di Matera”. Nelle note (in inglese, Da Vinci Classics perché è proiettata verso il mercato internazionale) Giraldino espone con dovizia le difficoltà che ha dovuto superare per combinare il suono della battente con le dinamiche e i registri degli archi e degli ottoni, così come era già accaduto nella scrittura di “Albero solitario”, altro brano del disco (ispirato all’arte della pittrice lucana Maria Padula), in assoluto la prima opera per chitarra battente con cui Giraldino si è cimentato. In questo caso il compositore ha risolto la complessità dell’equilibrio dei registri intersecando, con funzione complementare, il suono argenteo dello strumento del Sud Italia con la chitarra classica (suonata da Luca Fabrizio). Le trame adottate nella prima composizione orchestrale, soprattutto nell’”Allegretto” e in “Vivo e capriccioso”, magnificano la carica ritmica e la fisionomia della battente, che dialoga senza limitazioni con lo strumentario classico. Seguono due splendide composizioni di Loccisano, manifesti dell’incrocio di mondi (stilemi popolari meridionali, flamenco, musica classica, jazz): “Clizia”, per battente solista, un motivo dalla solarità impressa, che richiama la mitologica ninfa del titolo, e “Argento”, dove ci sono anche ukubass (Luca Fabrizio), cajon e percussioni (Luciano Brancati). Si aggiunge il flauto (Domenico Picciani) nella efficace e sorprendente trascrizione di “Spain” di Chick Corea, per il quale è stato prodotto anche un videoclip girato da Vito D’Andrea a Laurenzana in Basilicata. Dice De Carolis: “La scelta di girarlo in questo luogo è dovuta innanzitutto al legame con il mio paese di origine, ma anche a voler fare un parallelismo tra la modernità che ha simboleggiato il castello nel medioevo e la chitarra battente: partire dal passato per volgersi al futuro”. In chiusura del programma si manifesta nuova intensità con “Gocce”, composizione di De Carolis, condotta su tempi dispari, in cui il maestro, accompagnato da ukubass, cajon e percussioni, lasciato il ruolo di interprete si espone come autore con il suo nuovo strumento elettivo. Il chitarrista lucano esprime la sua concezione davvero eclettica della “battenza” contemporanea, che lascia presagire il proficuo cammino verso nuovi sentieri compositivi. www.marcellodecarolis.com


Ciro De Rosa

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