Francesco Zampini – Unknown Path (Autoprodotto, 2020)

Chitarrista e compositore di sicuro avvenire, Francesco Zampini vanta un solido percorso formativo in cui spiccano il conseguimento del master al “Koninklijk Conservatorium” di Den Haag in Olanda dove ha frequentato anche le masterclass di Peter Bernstein, Lage Lund, Jonathan Kreisberg e Jeff Ballard, nonché una intensa attività dal vivo in Italia ed all’estero e una lunga serie di prestigiose collaborazioni. Nel suo percorso artistico non sono mancati anche importanti riconoscimenti come il secondo premio come “Miglior solista” all’interno del concorso Premio Chicco Bettinardi nel 2016 e il primo premio al Concorso nazionale per chitarristi “Davide Lufrano Chaves” nel 2018 e l’essere stato l’unico semifinalista italiano all’edizione del 2019 dell’International Guitar Competition promosso dall’Herbie Hancock Institute of Jazz. Del 2019 è anche il suo album di debutto “Early perspectives” inciso in trio con Raffaello Pareti e Walter Paoli e che ha rappresentato un punto di svolta importante nel suo percorso artistico, dopo diversi anni spesi come side-man. Tuttavia, determinante è stata soprattutto l’esperienza in Olanda che ha consentito al chitarrista fiorentino di affinare le sue capacità compositive e oltre a segnare la sua piena maturazione artistica. Il suo nuovo album “Unknown Path” raccoglie i risultati di questo percorso esperienziale e di ricerca e lo vede come leader alla guida di un quintetto, composto da strumentisti di grande livello fondato sulla perfetta intesa con la sezione ritmica composta da Michelangelo Scandroglio (contrabbasso) e Bernardo Guerra (batteria) a cui si sono aggiunti il russo Alex Sipiagin (tromba) e lo spagnolo Xavi Torres (pianoforte). Composto da sette brani originali e la rilettura di “Cyclic Episode” di Sam Rivers, il disco ruota intorno ai temi della speranza e del coraggio e di come ogni cosa sia parte di un percorso interiore di cui non si conosce la fine e dal punto di vista compositivo si caratterizza per rimandi ben precisi ai riferimenti musicali del chitarrista fiorentino. A riguardo, Zampini afferma: “Alcuni dei brani che ho scritto appositamente per questo disco rappresentano una fase di transizione del mio stile compositivo, influenzato da alcuni dei miei musicisti e compositori preferiti: Adam Rogers, Kurt Rosenwinkel, Mark Turner e David Sanchez. Devo ringraziare Alex Sipiagin per il suo grande aiuto, per tenere così tanto alla mia musica e a questo progetto, e gli altri musicisti per il lavoro incredibile che hanno fatto per questo disco e anche per il loro supporto umano”. Durante l’ascolto si spazia dall’hard bop a spaccati melodici, da invenzioni ritmico-armoniche più moderne ad incursioni nel free-jazz nella sperimentazione, con il chitarrista fiorentino che intesse gustosi spaccati dialogici con il pianoforte di Torres e la tromba di Sipiagin, lasciando a quest’ultimo la libertà di inventare. In linea generale, Zampini privilegia la coralità e l’arrangiamento piuttosto che la ricerca di un suo ruolo di primo piano e questo appare certamente come l’elemento caratterizzante del disco. Si parte con lo swing post bop di “Dream Team” in cui spicca tutta la forza espressiva della sezione ritmica, per proseguire con il contemporary jazz modale di “Last Hope” e le esplorazioni sonore nell’avant-gard con “Mr.X”. La bella rilettura di “Cyclic Episode” di Sam Rivers ci introduce alla ballad dalla melodia cantabiel “Trnoot” e alla ripresa dagli echi latin di “Song For Alba”, già proposta in trio nel disco di debutto. Il brillante interplay della corale “Whispers” e gli undici minuti di puro jazz rock chitarristico di “View from DH” completano un disco ottimamente suonato e ricco di belle intuizioni che certamente rappresenterà un riferimento importante per il prosieguo del percorso artistico di Francesco Zampini. www.francescozampini.com francescozampini.bandcamp.com/releases
 

Salvatore Esposito

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