Cantante dal talento cristallino e dal timbro inconfondibile, Vanessa Tagliabue Yorke è in grado di muoversi con estrema naturalezza attraverso generi ed ambiti musicali differenti e ciò in ragione del suo articolato percorso formativo, ma anche del suo essere in continuo movimento tra ricerca e sperimentazione. Nel corso degli ultimi anni l’abbiamo apprezzata nei panni dell’interprete nel pregevole “We Like It Hot” in cui rileggeva il repertorio di Annette Hanshaw e in “Nocturnes” affrontare il songbook di Edith Piaf, e al fianco dell’eclettico Mauro Ottolini in diversi progetti come il più recente “Sea Shell. Musica per conchiglie”, e la ritroviamo con “Diverso Lontano Incomprensibile”, nuovo album che la vede protagonista in prima persona nel comporre, arrangiare e dirigere i dodici brani in scaletta incisi con uno straordinario cast di strumentisti composto da Francesco Bearzatti (clarinetto), Paolo Birro (pianoforte), Enrico Terragnoli (chitarra elettrica, banjo e podofono), Salvatore Maiore (violoncello e contrabbasso), Giovanni Maier (contrabbasso) e Michele Rabbia (batteria) a cui si aggiungono gli ospiti Laura Masotto (violino), Stefano Menato (clarinetto secondo) e Cmelody (sax), Eva Impellizzeri (viola) e Leonardo Sapere (violoncello). Questo nuovo disco giunge a corollario di anni di studio e perfezionamento in cui Vanessa Tagliabue Yorke ha esplorato nuovi sentieri armonici muovendosi attraverso la tradizione musicale orientale e mediorientale, la musica contemporanea e il free jazz, approdando ad uno stile compositivo che esalta la ricerca timbrica sulla sua voce nell’incontro con altre lingue e nella combinazione con un nutrito ensemble di strumentisti. A riguardo, la cantante nelle note di copertina scrive: “Diverso è chi non reitera la forma e le consuetudini della società in cui si trova, Lontano è chi sente la sproporzione tra il luogo in cui si trova e l'altrove, Incomprensibile è tutto ciò che non abbiamo ancora sognato. In questo lavoro io ho interiorizzato tutte le meraviglie che man mano scoprivo cercando tra culture e dimensioni che mi affascinano e che sembrassero lontane da quello che vedevo e sentivo attorno a me. La ricchezza timbrica e fonetica, ritmica e sintattica del mio linguaggio musicale si arricchisce e si rinnova incorporando i suoni delle altre lingue in cui canto”. Siamo, dunque, di fronte ad un album da ascoltare con attenzione con la consapevolezza di ascoltare qualcosa di unico le cui radici vanno ritracciate nella passione di Vanessa Tagliabue Yorke per il jazz delle origini nel quale convergono la musica africana come quella orientale, la musica tradizionale come quella colta. L’ascolto ci conduce, così, attraverso un complesso universo musicale in cui si ricorrono brani delicati ed evocativi, composizioni sperimentali ed altre più complesse, aperture orchestrali e incursioni nella musica dell’Estremo Oriente. Tra le composizioni autografe spiccano l’iniziale “Indonesiana” con la sua atmosfera eterea e il surrealismo di “Mlyana”, ma anche le sorprendenti “Skrjabin”, ispirata all’opera di Aleksandr Nikolaevič Skrjabin e “Orchidea Song” su testo del poeta Sanddhorn Phu e “Zebra” con testi del francese Charles Baudelaire e del performance artist e poeta belga Marcel Broodthaers. Pregevoli sono anche le riletture di “Alf Leila Wa Leila” di Morsi Gamil Aziz e Baligh Hamdi cantata in arabo, l’omaggio a Duke Ellington con “T.G.T.T.” e la conclusiva “I’ll Be Seeing You” di Irving Kahal e Sammy Fain la cui straordinaria interpretazione vocale rappresenta uno dei vertici del disco. “Diverso Lontano Incomprensibile” è una gemma preziosa nel percorso artistico di Vanessa Tagliabue Yorke, un lavoro di assoluto valore che si inserisce tra le cose più belle ascoltate in questo 2020.
Salvatore Esposito
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