Wim Mertens – Inescapable 1980-2020 (Usura Music/Materiali Sonori, 2019)

Tentare di avere una conoscenza completa ed esaustiva dell’intera produzione artistica e discografica del pianista e compositore belga Wim Mertens è cosa per nulla semplice, se non impossibile. Gli oltre settanta album pubblicati a partire dai primi anni Ottanta, la varietà degli ambiti in cui ha operato e le diverse formazioni a cui sono destinate le sue composizioni, compongono un universo musicale nel quale è facile perdersi, inseguendo ora le affascinanti melodie, ora le sperimentazioni e le ricerche più complesse, ora ancora il suo estro creativo che lo ha portato a misurarsi dal piano solo alle orchestre sinfoniche, passando per l’ensemble da camera. Laureatosi in Scienze Politiche e Sociali all'Università Cattolica di Leuven e in Musicologia all'Università di Gent, Mertes ha mosso i suoi primi passi nel mondo della musica lavorando come musicologo e produttore radiofonico per giungere al debutto discografico nel 1980 con “For Amusement Only”, opera elettronica realizzata utilizzando esclusivamente il suono di un flipper. Da quel momento ha preso vita un percorso straordinario nel quale, già nei primi anni, si sono susseguiti album pregevoli come “At Home-Not at Home” del 1981, “Vergessen” del 1982, “Struggle for Pleasure” del 1983 dove compariva uno dei suoi classici “Close Cover” e “Maximizing the Audience” del 1984 che lo vedeva sperimentare l’introduzione della voce nella sua musica. Pian piano si è stratificato un linguaggio musicale eclettico, unico nel suo genere, in cui ha abbattuto ogni frontiera tra pop e musica classica, ha attraversato il minimalismo, la ambient e l’ avanguardia senza mai rinunciare l’amore per le melodie. Nel corso degli anni, ha firmato opere ambiziose come il ciclo “Wed” e il progetto “Qua” con le trilogie “Alle dinghe” e “Kere Weerom” e le tetralogie “Gave van niets” e “Aren lezen” e ha collaborato con la Filarmonica di Bruxelles. Parallelamente, il musicista di Neerpelt ha incrociato il proprio cammino con il teatro e il cinema firmando le colonne sonore de “Il ventre dell’architetto” di Peter Greenaway del 1987, “Je pense à vous” dei fratelli Dardenne del 1992, “Between the Devil and the Deep Blue Sea” del 1992 e “Father Damien” del 1999 di Paul Cox, oltre realizzare sonorizzazioni per voce e pianoforte dei film muti “La femme de nulle part” di Louis Delluc e “The Land Beyond the Sunset” di Harold Shaw. 
Non sono mancate neppure intersezioni con altre forme d’arte come la moda con la composizione delle musiche per la collezione maschile 2008 di Dior, o ancora i progetti speciali “A Starry Wisdom” per il Festival van Vlaanderen di Ghent e le opere commissionate dall'Università Cattolica di Lovanio e dalla “Capitale Europea della Cultura Guimarães 2012”. A compendiare questo straordinario cammino è “Inescapable”, cofanetto antologico in serie limitata, presentato recentemente nel corso del concerto a Roma per Roma Europa Festival, e nel quale sono raccolti sessantuno brani in quattro dischi per oltre cinque ore di grande musica, componendo una sorta di irresistibile biografia in musica fatta di continui flash-back tra presente e passato. Come lascia intendere già il titolo, questa pubblicazione era un passaggio inevitabile, un opera necessaria che ci presenta quattro decenni di composizioni in modo non cronologico e non tematico ma seguendo un ideale itinerario disegnato dallo stesso Mertens che ci conduce in lungo ed in largo alla scoperta della discografia del pianista belga. Nel susseguirsi dei brani, lo scopriamo muoversi agilmente tra il suo piano e l’orchestra, immergersi nei suoi originali brani vocali come nella musica da camera e l’elettronica, per toccare le colonne sonore e le opere sinfoniche. Ne emerge universo sonoro tutto da scoprire, nota dopo nota, composizione dopo composizione. Si parte dai due pianoforti “4 Mains” da “Vergessen” del 1982 con Hans François, per giungere al primo inedito, la piccola suite “Euprean Grasses” che ha anticipato la pubblicazione del suo ultimo album “The gaze of the west”, un disco sofferto nel quale risalta ancora di più la profondità della sua scrittura. Seguono “Al” da “Alle Dinghe” del 1991 e il piano solo “And Hit The Bitter Water” da “What Are We, Locks, To Do?” 
del 2015, ispirata al poeta greco Callimaco, che ci introducono al secondo inedito, la magnifica “Bassin d’attracion” ripresa dal vivo nel 2018 al Paradiso di Amsterdam e originariamente pubblicata in “The Whic Is Not” dello stesso anno. Il primo disco riserva altre sorprese con l’orchestrale “Cryptic Reserve” da “From Double Entendre” del 2012, “In 3 Or 4 Days” dalla colonna sonora del film “Fiesta” di Pier Bourtron del 1995 e le imperdibili versioni dal vivo inedite della intensa “Humility” tratta da un concerto a Bilbao nel 2001 e “We’ll Find Out” registrata al Chiostro di Santo Stefano a Bolonga nel 2002. Non mancano “The Place Of A Gap” da “Charaktersketch” del 2015, una bella versione di “Far” dal vivo in Belgio nel 2013, la dolcissima “Close Cover” e il frammento “Suite Exakte” datata 1975. Il secondo disco in apertura ci regala due brani molto diversi tra loro ma accomunati dalla medesima cura melodica ovvero “Fin de la visite” per large ensemble, tratta da “Integer Valor Intégrale – Written Conversation” del 1998 e la struggente “Iris” per soli piano e voce da “Stratégie de la rupture” del 1994 nella quale brilla l’elegante fraseggio pianistico. Tra le meraviglie di tutto il box c’è sicuramente la versione dal vivo a Brussels nel 2016 di “Maximizing The Audience”, brano composto per “The Power of Theatrical Madness” del 1984 di Jan Fabre ma anche la versione di “Novel”, registrata nel 2011 in Francia, che vede per la prima volta Mertens all’armonium. Altre perle sono “Old Katarakt” ripresa dal vivo a Brussells del 2016, la magica “Often A Bird” da “Jardin Clos” del 1996 la cui brillante sequenza melodica è esaltata dal dialogo tra piano ed orchestra e la versione inedita dal vivo di “Not At Home” registrata durante un concerto a Saragoza nel 2019. Neppure il terzo disco è avaro di belle scoperte come nel caso della dinamica melodia di “Sprachresten”, composizione commissionata dalla città di Bruges per commemorare il cinquecentesimo anniversario del carillon, della poetica “The Belly” in versione inedita dal vivo nel 1996 e tratta dalla già citata colonna sonora “Il ventre dell’architetto” di Peter Greenaway del 1987 o ancora del classico “Struggle From Pleasure” dal disco omonimo del 1993. Il quarto disco si apre “Un Respiro”, composizione commissionata dal Comune di Roma, e qui proposta nella sua prima esecuzione il 14.04.2003 all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Splendide sono, poi, “Alef” da “Jérémiades del 1997 e “Prudence” da “After Vitue” del 1988, ma le vere sorprese sono ancora gli inediti “Under Erasure” nell’esecuzione all’arpa di Anneleen Lenaerts e “Watch!”, registrata dal vivo a Roma nel 2014. Ad accompagnare il box set è un corposo booklet con foto di archivio, contributi di approfondimento di giornalisti e scrittori, le immagini di tutti i dischi e l’esauriente elenco di tutti i dati relativi ai brani dei quattro dischi. “Inescapable 1980-2020” è un must have, un opera preziosa non solo perché ci introduce al meglio dell’opera di Wim Mertens ma anche per il pregio di svelarci alcuni inediti preziosi. 


Salvatore Esposito

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