‘O Rom – Napulitan Gipsy Power (Drom Music Lab/Pizzicato Music, 2019)

Nell’arco di oltre dieci anni di intensa attività artistica, gli ‘O Rom hanno dato vita ad un percorso artistico in crescendo denso di concerti e festival in giro per l’Italia, numerose collaborazioni e progetti paralleli (Capitan Capitone e i Fratelli della Costa, Terroni Uniti, Agusevi Djambo Orkestra e Jovica Jovic) nonché dal successo del loro disco di debutto “Vacanze Romanes”. Nonostante qualche cambio di organico, Carmine D’Aniello (voce) e Carmine Guarracino (voce, chitarra acustica ed elettrica) hanno proseguito le loro esplorazioni sonore volte ad incrociare la tradizione musicale napoletana con quella dell’Europa dell’Est, mescolando i ritmi delle fanfare balcaniche con quelli della tarantella. Riferimento centrale della loro ispirazione è da sempre il Mediterraneo, crocevia di incontri tra civiltà, tradizioni e culture differenti e che, purtroppo, oggi è diventato sinonimo di intolleranza e morte con i tanti migranti che, alla ricerca di un futuro migliore, perdono la vita in tragici naufragi. Tutto questo si riflette nella loro concezione plurale ed inclusiva della musica, ma anche nei testi che spesso ruotano intorno a temi come l’integrazione e la multiculturalità. A distanza di sette anni dall’esordio, ritroviamo la band napoletana con “Napulitan Gipsy Power” album composto da dieci brani, tra originali e riletture, incisi con la nuova line-up che vede gli ingressi di Nino Conte (fisamonica), Roberto Caccavale (basso elettrico e contrabbasso), Patrizio Catalano (batteria e percussioni) a cui, per l’occasione, si sono aggiunti Costel Lautaro (fisarmonica), Antonio Esposito (batteria e percussioni), Emidio Ausiello (percussioni) e Michele Maione (percussioni) nonché gli ospiti speciali Daniele Sepe (sax, flauto e una stampante), Aldo Fedele (piano e testiere), Charles Ferris (tromba), Pino Ciccarelli (sax soprano), Speaker Cenzou (voce) e Daniele Sanzone (voce). Rispetto a “Vacanze Romanes” che presentava sonorità acustiche ed era incentrato maggiormente sulla musica balcanica, questo nuovo lavoro allarga il raggio delle esplorazioni sonore con aperture verso la world music con qualche incursione nell’elettronica e nell’hip-hop. Dal punto di vista tematico i brani del disco, cantanti in romanes, italiano e napoletano, sono un concentrato di messaggi di forte impatto sociale, ruotando intorno a temi come la libertà, l’esigenza di rifuggire i luoghi comuni, la quotidianità fatta di piccole cose e la lotta contro il razzismo. L’ascolto si apre con le sonorità scoppiettanti dei fiati di “Shukar Drom”, primo singolo estratto dal disco, che ci introduce alla trascinante “Aceto Balcanico” in cui il sax di Daniele Sepe e il piano di Aldo Fedele incorniciano un testo ironico nel quale vengono messe alla berlina le fake news e le opinioni preconfezionate dei social. La sinuosa melodia jazzy di “Gelem Gelem” di Saban Bajramovic ci conduce nel cuore dei Balcani con il sax di Sepe e il piano di Fedele ad impreziosire il tutto, mentre “Napulèngre” è un ritratto della Napoli inclusiva e multietnica nel quale fa capolino la voce di Speaker Cenzou con un finale a base di puro hip-hop metropolitano. Le sonorità solari di “Mi abbandono” ci introducono alla bella sequenza con i fiati esplosivi di “Maruska” di Saban Bajramovic e la gustosa resa del tradizionale rom “O Gila”. Se “Scampia Felix”, tratta da documentario omonimo e cantata in duetto con Daniele Sanzone degli ‘A67, è il racconto accorato delle esperienze di resistenza culturale nate nel quartiere di Scampia, la successiva “Jovano” arriva dritto dalla bella avventura di “Capitan Capitone e i Fratelli della Costa” di Daniele Sepe. Chiude il disco la brillante incursione nei territori dell’elettronica di “Kerta Mange Daje (3.0 version)” che lascia intravedere quali saranno le prossime rotte che gli ‘O Rom percorreranno. 


Salvatore Esposito

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