Elena Ledda
(“La memoria è una voce di donna”, Officine Pasolini, Roma, maggio 2019)
Foto di Valerio Corzani
“Amo moltissimo la musica sacra perché è musicalmente ricchissima e perché ritengo che in questo momento ci sia una grande necessità di spiritualità tra noi. Stiamo vivendo momenti di odio e di violenza fortissima in qualsiasi campo, i social network istigano all’intolleranza e non riusciamo a fare niente per tornare indietro. Sento l’esigenza di dare qualcosa in più al pubblico. La musica popolare è molto affascinante e bella, e se ti fa pensare lo è ancor di più. Mi fa molto piacere quando, al termine di un concerto sacro, la gente mi ringrazia e mi rivela di essersi commossa. Non c’è bisogno di essere credenti per avere una spiritualità”
Elena Ledda
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