Garifuna Collective – Aban (Stonetree, 2019)

L’ultima uscita discografica risaliva al 2014: con “Ayo” il collettivo Garifuna, dal Belize, aveva reso omaggio al fondatore Andy Palacio. A cinque anni di distanza esce il nuovo singolo, il sognante “Hamala”: «È una canzone che mi è giunta in sogno. L’ho composta nel 2015, poi, nelle prove in studio abbiamo cominciato a darle forma come in gruppo. Ci abbiamo lavorato molto, abbiamo investito ore di lavoro su “Hamala”, per almeno un paio d’anni, prima di mettere insieme tutti i pezzi. Si rivolge ai giovani garifuna e ricorda loro di far propria la libertà per la quale gli antenati hanno combattuto duramente», racconta il compositore e multistrumentista (percussionista, chitarrista, pianista) Emilio Sàsamu Thomas, coi Garifuna Collective dal 2013. «Hamala racconta la storia di un ragazzo che desidera volare, fare esperienze, aprirsi al mondo. E per far questo ha bisogno che la sua comunità lo sostenga e lo prepari al suo futuro. Sa che la cultura della sua gente è ricca e può offrirgli ciò di cui ha bisogno per far crescere le sue ali e spiccare il volo: esplorare il mondo e, come una calamita, saper raccogliere qualcosa da ogni luogo». “Hamala” è uno degli otto tasselli di cui si compone il nuovo album dei Garifuna Collective, “Aban”, che significa “uno” in garifuna: un invito all’unità spirituale, all’autodeterminazione rivolto ad una delle più tenaci popolazioni che ha visto l’unione di discendenti africani e di gruppi indigeni dell’America Centrale e dei Caraibi. Proprio a proposito del video di “Hamala” e delle tradizioni locali, il regista Jeremy Lewis sottolinea che la canzone: «chiede attenzione rispetto alla situazione sociale delle comunità, come la mia, ad Hopkins. Stiamo vivendo una transizione e stiamo lasciando le nostre tradizioni, stiamo adottando le mode dominanti. Siamo influenzati dal turismo e così perdiamo la cultura e la lingua. In un certo senso il video musicale vorrebbe essere un punto di svolta che invita ad aspirare a qualcosa di migliore, ad usare l’immaginazione per provare a raggiungere i nostri scopi. Di sicuro ci ha aiutati con ‘Hamala’, quando Emilio ha cominciato a sentire l’ispirazione per la canzone e l’ha abbinata al concetto dell’aquilone, l’immagine chiave per quel che avremmo filmato. A me non restava che raccoglierla e darle vita». In questo senso, i Garifuna Collective tengono viva la fiamma creativa accesa da Pen Cayetano, con l’Original Turtle Shell Band alla fine degli anni Settanta, appena prima dell’indipendenza del Belize, che invitava i giovani garifuna ad alimentare la propria cultura. La loro musica ha ispirato Andy Palacio che ha scritto e reso popolari canzoni chiave di quel movimento di rinascita della musica del Belize: “Roots,” “Ereba”, “Gi Mi Punta Rock”. A sua volta, Palacio è stato il catalizzatore dei Garifuna Collective, gruppo che oggi vanta un’esperienza ventennale e che attraversa le generazioni: con lui ha registrato, proprio prima che morisse nel 2007, il disco simbolo di quel periodo “Wátina”. Oggi “Aban” riprende e offre veste e melodie nuove a ritmi tradizionali quali wanaragua e hüngühüngün. Risulta sempre coinvolgente, anche nel passaggio dai tempi più serrati (“Uraga”) a quelli medi e dal tono più narrativo (“Ideruni”, “Uganu”). Dopo aver esplorato anni fa “organic electronic” e dub, questo “ritorno alle origini! ha prodotto un album con soluzioni vocali e ritmico-melodiche originali, energiche e convincenti anche dal vivo dove trasmettono immediatamente i forti legami che uniscono questi musicisti, come può testimoniare chi si è goduto i concerti del tour che negli ultimi mesi li ha portati, in una formazione a 9-10 membri, sui migliori palchi delle due sponde dell’Oceano Atlantico. 


Alessio Surian

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