Michel Banabila – Uprooted (Tapu Records, 2019)

La puntata odierna di Contemporanea è dedicata a “Uprooted”, il nuovo album di Michel Banabila pubblicato il 16 aprile per la personale Tapu Records. Nel corso del suo lungo percorso iniziato nel lontano 1983 con “Marilli” , Michel ha lavorato più volte con singoli esecutori e strumenti acustici, ma in questa particolare occasione, un desiderio “antico” si è finalmente avverato. Qui, il sound artist olandese, ha infatti compiuto un passo ulteriore arrivando a coinvolgere persino un ensemble di sei elementi composto da: Peter Hollo (Violoncello ), Alex Haas (sintetizzatore, elettronica), Gareth Davis (clarinetto basso), Oene van Geel (viola, violino di Stroh), Stijn Hüwels (chitarra, elettronica) e Gulli Gudmundsson (basso elettrico, contrabbasso ed e-bow). Il confronto con una dimensione musicale più “classica”, non ha impedito a Banabila di esprimere al meglio il suo particolare estro per sperimentazione e manipolazione sonora. Non essendo un musicista con una formazione tradizionale, in grado di leggere o scrivere la musica, e soprattutto, non avendo la possibilità di provare con gli altri strumentisti, Michel ha immaginato un’interessante soluzione creativa che gli permettesse di ricreare con originalità le tipiche dinamiche esecutive di un settetto. Ciò che mi ha particolarmente incuriosito, è stato proprio il metodo di elaborazione dei pezzi, nati da improvvisazioni dei musicisti su dieci tracce precedentemente composte da lui e inviate a ciascuno tramite file. Michel mi ha raccontato che una volta ricevute le singole improvvisazioni, ha poi eliminato dai brani i suoi spunti originari ed elaborato direttamente queste idee, combinandole, tagliandole e riorganizzandole ex-novo come vera e propria materia duttile, “sradicandole” (volutamente) da quello che era il loro contesto iniziale. Da tale processo compositivo, è nato anche lo spunto per il titolo del disco “Uprooted” che significa appunto “sradicato”, anche se tale sradicamento fa altresì riferimento a un sentimento ben più profondo che talvolta coinvolge l’artista e la sua musica, come mi ha rivelato. A tal proposito, nei brani di Banabila, le atmosfere apparentemente riflessive, celano in realtà una sottile e intrigante tensione sotterranea che li rende particolarmente misteriosi. Suoni acustici, elettronica, musica da camera, jazz, ambient e world music, si fondono con sorprendente naturalezza in un esperimento d’indubbia bellezza che ha il potere di evocare immagini. Con “Uprooted” Michel ha inoltre consolidato la collaborazione con artisti affini come Nan Wang, che ha realizzato il video di “Breaking Point” e Gerco de Ruijter che ha creato la curiosa copertina. Se volete conoscere questo progetto, potete acquistarlo in cd, formato digitale, oppure ascoltarlo direttamente in streaming sulla pagina Bandcamp dell’artista. 


Marco Calloni.

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